SPIELBERG – A quasi 40 anni Valentino Rossi non ha la minima intenzione di rassegnarsi a un ruolo da comprimario, a lottare nemmeno per il podio ma per le retrovie. Lo dicono il suo palmares, la sua storia e la sua fame di vincere che è ancora più forte che mai. Non si rassegna il Dottore e, ai microfoni di Sky, lamenta a gran voce i problemi della sua Yamaha, chiedendo ancora una volta interventi, rapidi ed efficaci, per quel che resta di questa stagione. «Marquez, Lorenzo e Dovizioso sono sempre più veloci di noi e non è bello saperlo. Noi siamo la Yamaha ufficiale e dovremmo puntare a quel livello ogni volta», spiega il pilota.
LA GARA DI OGGI – «C’è poco da girarci attorno, la differenza nei confronti dei primi tre è stata davvero grande. Sapevamo che il Red Bull Ring sarebbe stata una pista nella quale avremmo sofferto, ma è così da tutto l’anno – lamenta Valentino – Questa mattina nel warm up ho trovato il giusto setting, che mi ha permesso di tenere un passo più costante. La mia sfortuna è stata avere rotto la moto venerdì mattina, nell’unica sessione asciutta, ritrovandomi 11° e fuori dalla Q2». Difficile pensare a un risultato migliore, dice Rossi: «Guardando tempi e distacchi forse potevo giocarmela con Petrucci per un quinto posto, ma già il quarto di Crutchlow era impossibile perchè anche lui andava più forte di noi. A questo punto, quindi, si può dire che non possiamo lottare nemmeno per il podio».
I PROBLEMI DELLA YAMAHA – Grandi responsabilità sono da attribuire alla Yamaha e alle strategie aziendali, secondo Valentino: «Rispetto a Honda e Ducati la nostra casa madre giapponese ha un altro approccio. Evidentemente preferiscono andare passo per passo, senza la voglia di rischiare degli avversari, o la loro voglia di investire». Il pesarese però ci crede ancora per quest’anno: «Anche noi, tuttavia, abbiamo punti di forza, ma non sempre siamo in grado di anticipare le mosse altrui. Sappiamo qual è il nostro problema, ma su come intervenire i discorsi cambiano. Non voglio nemmeno pensare che queste novità debbano riguardare la moto del 2019, io spero ancora che possano arrivare già in questa stagione».
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