MotoGp Austria, Rossi: «I primi tre troppo forti per noi»

SPIELBERG – Quando hai nove titoli iridati nel tuo palmares non puoi essere soddisfatto di un sesto posto, seppur arrivato dopo una bella rimonta dalla 14a posizione in griglia di partenza. Allo stesso tempo, si sa, i campioni hanno sempre fame di vittorie, mai sazi anche delle tante che riempiono la propria bacheca. Alla soglia dei 40 anni va assolutamente annoverato in questa categoria Valentino Rossi, che di arrendersi alla normalità di un ruolo da comprimario non ci sta: «Marquez, Lorenzo e Dovizioso sono sempre più veloci di noi e non è bello saperlo. Noi siamo la Yamaha ufficiale e dovremmo puntare a quel livello ogni volta», spiega il Dottore a Sky.

PODIO LONTANO – «C’è poco da girarci attorno, la differenza nei confronti dei primi tre è stata davvero grande. Sapevamo che il Red Bull Ring sarebbe stata una pista nella quale avremmo sofferto, ma è così da tutto l’anno – lamenta Valentino – Questa mattina nel warm up ho trovato il giusto setting, che mi ha permesso di tenere un passo più costante. La mia sfortuna è stata avere rotto la moto venerdì mattina, nell’unica sessione asciutta, ritrovandomi 11° e fuori dalla Q2». Difficile pensare a un risultato migliore, dice Rossi: «Guardando tempi e distacchi forse potevo giocarmela con Petrucci per un quinto posto, ma già il quarto di Crutchlow era impossibile perchè anche lui andava più forte di noi. A questo punto, quindi, si può dire che non possiamo lottare nemmeno per il podio».

LA M1 – Grandi responsabilità sono da attribuire alla Yamaha e alla strategia adottata dai vertici dell’azienda, secondo Valentino: «Rispetto a Honda e Ducati la nostra casa madre giapponese ha un altro approccio. Evidentemente preferiscono andare passo per passo, senza la voglia di rischiare degli avversari, o la loro voglia di investire». Il pesarese però ci crede ancora per quest’anno: «Anche noi, tuttavia, abbiamo punti di forza, ma non sempre siamo in grado di anticipare le mosse altrui. Sappiamo qual è il nostro problema, ma su come intervenire i discorsi cambiano. Non voglio nemmeno pensare che queste novità debbano riguardare la moto del 2019, io spero ancora che possano arrivare già in questa stagione».

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