Mercato piloti F1: chi rischia il posto, dopo le prime 6 gare dell’anno

Dopo sei gare, nelle squadre a centro classifica è ora di cominciare a fare i conti in previsione del mercato piloti F1 e cominciare a pensare alle line-up del 2019.

Dopo sei gare disputate, nelle scuderie di seconda fascia è tempo di confronti tra i due piloti in vista del periodo estivo, in cui cominceranno a delinearsi le line-up del Mondiale 2019. I team in cui si registra la maggior differenza di punti tra i piloti risultano essere quattro: McLaren, Haas, Toro Rosso e Sauber-Alfa. Diversa la situazione in casa Renault, con Hulkenberg e Sainz distanziati solo di 3 punti in seguito a una buona serie di piazzamenti in top ten; disastrosa invece in Williams, con una macchina nata male e che ha permesso al solo Stroll di raccogliere 4 punti a Baku più per disgrazie altrui che per propri meriti personali.

La differenza maggiore tra le squadre citate poco fa si registra in McLaren Renault, con il belga Stoffel Vandoorne che ha raccolto solo 8 punti contro i 32 dell’esperto team mate Fernando Alonso. Occorre comunque sottolineare quanto, rispetto alle aspettative della vigilia, con il passaggio alle power unit francesi, i risultati del team di Woking siano sotto le aspettative con entrambi i piloti. Certo lo spagnolo ha capitalizzato meglio le occasioni avute, aprendo la stagione con un ottimo quinto posto in Australia, e andando sempre a punti fino al ritiro per problemi al cambio di Monaco. Stoffel, invece, non è andato oltre l’ottava piazza ottenuta in Bahrain, con due noni posti a Melbourne e Baku. Il belga ha già dimostrato la scorsa stagione il proprio talento, che non è certo in discussione; la McLaren, però, sta puntando forte sul vivaio, con i giovani De Vries e Norris in particolare che stanno ben figurando in Formula 2, anche se risultano ancora acerbi per la promozione alla massima serie già nel 2019.

Dall’altra parte dell’oceano, a Kannapolis, sede della Haas, la situazione è più complicata, con Romain Grosjean che ha 0 punti contro i 19 del compagno di squadra Kevin Magnussen. Un inizio di 2018 da dimenticare quello del francese, coronato dai due macroscopici errori di Baku e Barcellona. Il danese, invece, dopo il clamoroso doppio ritiro di Melbourne dovuto ad un errore del team al pit stop, è riuscito ad ottenere alcuni buoni piazzamenti nonostante la sua guida spesso criticata dai colleghi perchè troppo aggressiva. In particolare, da segnalare il quinto posto di Sakhir e l’ottavo di Montmelò. Il francese sta attraversando uno dei momenti più difficili della sua carriera, e lo “0” in classifica ne è la prova, nonostante egli si dichiari sempre tranquillo di fronte ai giornalisti. La sua posizione per il 2019, però, rischia di essere in bilico, e dipenderà molto anche da cosa deciderà la Ferrari per il futuro di Leclerc, il quale se non dovesse trovare spazio a Maranello, potrebbe però essere “promosso” sulla vettura italo-americana dalla Sauber.

Proprio in casa Sauber-Alfa Romeo, il confronto tra i due piloti vede, come tra l’altro pronosticato da tutti gli esperti alla vigilia, il giovane cavallino Charles Leclerc in vantaggio sullo svedese Marcus Ericsson, con un parziale di 9 a 2. Dopo un inizio di stagione titubante con 3 piazzamenti fuori dai punti, il pilota del Principato ha ottenuto un ottimo sesto posto a Baku e un’inaspettata decima posizione a Barcellona, mentre lo svedese aveva portato a casa i primi punti per il team a Sakhir. Sfortunata per entrambi la gara monegasca, con Leclerc fuori per problemi ai freni e Ericsson classificatosi undicesimo. In ottica 2019, molto dipenderà dalle decisioni che Ferrari prenderà sul futuro di Leclerc; se dovesse trovare spazio in un altro team, probabilmente potremmo vedere al suo posto Antonio Giovinazzi, altro pilota del vivaio di Maranello. Ericsson, invece, non sembra essere messo in discussione, forte anche dell’apporto economico dato tramite un gruppo di investitori svedesi che lo appoggiano.

Situazione particolare in Toro Rosso, dove il neozelandese Brendon Hartley ha conquistato un solo punto in Azerbaijan, contro i 18 del francese Pierre Gasly, che ha disputato due ottime gare in Bahrain e a Monaco. Dopo gli stravolgimenti interni della passata stagione, il team satellite della Red Bull ha deciso di puntare sul vincitore della GP2 del 2016 (Gasly) e sul più esperto bi-campione WEC (Hartley), che vanta anche una vittoria alla 24 Ore di Le Mans nel curriculum, dopo averli buttati nella mischia a fine 2017. In realtà quest’ultimo è una vecchia conoscenza di Milton Keynes, in quanto già dal 2008 al 2010 aveva svolto attività di test driver per Red Bull, prima di essere girato a Mercedes con lo stesso incarico. Il suo scarso rendimento, soprattutto nei confronti del team mate, lo ha già messo sotto i riflettori, e alcune testate sostengono che il kiwi non finirà la stagione. In realtà, a Faenza nessuno si è mai espresso in questo senso, anche perchè si fatica ad individuare chi potrebbe essere il suo sostituto, in quanto la Red Bull Junior Team sembra non avere nell’immediato un pilota giovane pronto per la F1. In ottica 2019, molto dipenderà da Milton Keynes: se resteranno Ricciardo e Verstappen, probabilmente anche Gasly e Hartley rimarranno ai loro posti, mentre se uno dei due dovesse andarsene gli scenari potrebbero cambiare, con una possibile promozione del meglio piazzato alla fine del campionato.

Fonte: http://feedproxy.google.com/~r/CircusFormula1/~3/fUyoYnsbfr0/mercato-piloti-f1-chi-rischia-il-posto-dopo-le-prime-6-gare-dellanno.php

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