ROMA – C’è la Honda, e poi ci sono le altre. Fu così dall’inizio, è così anche oggi. E così, a settanta anni dalla sua nascita, questo volume cerca di spiegare perché la Honda Giken Kogyo Kabushiki Kaisha (Honda Motor Corporation, per chi non è giapponese) è un fenomeno industriale, ma anche sociale. Ci sono dei motivi ben precisi, se in Giappone negli anni Cinquanta c’erano oltre 150 produttori di veicoli a due ruote motorizzati, ma all’inizio degli anni Settanta ne erano rimasti quattro diventando i primi al mondo e, tra loro, la Honda è diventata la migliore. La più grande, la più potente del Pianeta. C’è la Honda, e poi ci sono le altre, perché così ha voluto il suo fondatore, Soichiro Honda. Un visionario follemente innamorato della ricerca tecnologica, ma anche un condottiero carismatico, un intellettuale, un trascinatore di folle. Un agitatore di uomini. E certamente molto più avanti del suo tempo.
Soichiro Honda ha cercato, voluto, la leadership, come fosse uno status che sentiva suo. Non esiste, nel mondo delle moto, un’azienda che si sia dedicata con la stessa energia e determinazione al perseguimento dell’obiettivo di essere leader. Per questo Soichiro Honda si è assunto anche la responsabilità della crescita del movimento e dell’industria motoristica in Giappone, costruendo per primo un circuito di livello mondiale (a Suzuka) all’inizio degli anni ’60. E in base a questa ispirazione, la Honda, all’alba del nuovo millennio, ha investito in un impianto gigantesco (a Motegi) dove ha costruito una città dedicata alle auto e alle moto, in cui sorgono piste per adulti e per bambini, scuole di guida per le corse e per la normale circolazione stradale. C’è la Honda, e poi ci sono le altre. Nel Mondiale Velocità, ha accumulato già 69 Mondiali Costruttori (MV e Yamaha sono seconde, a quota 37…); e, sempre a proposito di cifre stratosferiche, nell’aprile del 2018, nel GP Americas in Texas, la Honda ha raggiunto e subito superato l’impressionante soglia delle 750 vittorie iridate. Record raggiunto con la vittoria di Jorge Martin in Moto3, mentre poco dopo Marc Marquez ha vinto la gara della MotoGP portando subito il numero a 751.
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