Quello che si terrà domenica sull’autodromo Hermanos Rodriguez sarà il diciannovesimo Gran Premio del Messico che, nella sua storia, è stato presente nel calendario di Formula Uno in tre diversi filoni: dal 1963 al 1970, dal 1986 al 1992 e dal 2015 ad oggi. Il luogo è sempre stato lo stesso, non il tracciato che ha subito profonde modifiche nel corso degli anni: una su tutte l’eliminazione della leggendaria ultima curva, la Peraltada, che tante polemiche ha scatenato. Di positivo, la recente aggiunta del meraviglioso stadio, con i piloti che affrontano l’ultimo settore del circuito davanti ad una marea di tifosi assiepati su delle tribune suggestivamente costruite in altezza.
Tra tante vittorie importanti e sorpassi spettacolari, riviviamo le edizioni più emozionanti e significative del Gran Premio messicano.
Due gare importanti per diversi aspetti: la prima vede la prima vittoria in carriera dell’americano Richie Ginther, messo sempre ingiustamente un po’ in disparte dalla critica automobilistica; soprattutto, però, c’è da registrare la prima affermazione di una scuderia non europea in Formula Uno, più precisamente la Honda che riesce a rompere l’egemonia di Lotus e Ferrari di metà anni 60. Indimenticabile la livrea della RA272 che riprendeva fedelmente la bandiera giapponese; auto che ha portato alla vittoria per la prima volta anche la Goodyear come fornitore di pneumatici.
L’edizione 1970 è ricordata per la prima delle due affermazioni della Ferrari in terra messicana: ad imporsi è il belga Jacky Ickx davanti al compagno di squadra Clay Regazzoni in una doppietta Rossa che recita la parte di una magra consolazione dopo la mancata rimonta dei due ferraristi nei confronti di Jochen Rindt, tragicamente deceduto nelle prove del Gran Premio d’Italia a Monza. La stagione si conclude proprio con questa gara ma, alla fine, il trofeo del campionato del mondo non viene consegnato fisicamente ma idealmente assegnato postumo al compianto campione austriaco. Sì, sono anni difficili quelli.
Altre prime volte: nell’86 la spunta Gerhard Berger che conquista la prima vittoria della sua carriera; è la prima affermazione anche per la anglo-trevigiana Benetton che poteva contare, in quegli anni, sul motore più potente della storia di questo sport, il BMW capace di erogare, in qualifica, tra i 1200 e i 1400 cavalli. L’austriaco è riuscito a battere la più attrezzata concorrenza grazie alle sue gomme Pirelli che non soffrivano di blistering, al contrario di Williams, McLaren e Lotus, gommate Goodyear.
Dopo quella già citata di Ickx, nel 1990 arriva la seconda ed ultima vittoria della Ferrari in Messico, firmata Alain Prost e completata dal pilota del giorno, Nigel Mansell che si prende le prime pagine per un sorpasso incredibile all’esterno sulla McLaren di Berger nelle ultime tornate. Mentre Senna si ritira, la Ferrari gode con questa doppietta ma dovrà leccarsi le ferite a fine stagione che vedrà il brasiliano avere la meglio su Prost, il professore bacchettato.
Nella terza generazione del GP del Messico, quella dello scorso anno è stata sicuramente l’edizione più emozionante e piena di spunti tra le tre finora disputate: il vincitore è Max Verstappen, la cui vittoria non è mai stata in dubbio grazie ad un passo inavvicinabile per tutti, sopperendo ad una Red Bull inferiore a Mercedes e Ferrari. Come potrà esserlo quest’anno, nel 2017 è stata la gara che ha consegnato matematicamente il mondiale nelle mani di Lewis Hamilton, nonostante un contatto con il suo sfidante Sebastian Vettel nelle prime curve. La nona posizione finale dell’inglese, a un giro dal vincitore, gli basta per festeggiare il quarto titolo, mentre Vettel abbandona le residue speranze di mondiale in un mesto quarto posto.
Fonte: http://feedproxy.google.com/~r/CircusFormula1/~3/CwL1yedhdgg/flashback-f1-ripercorriamo-le-edizioni-piu-belle-del-gp-del-messico.php
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