F1 Belgio, Alonso: «Non è più la mia F1»

SPA – Nella conferenza stampa prima del Gran Premio sul circuito di Spa-Francorchamps, Fernando Alonso è tornato a spiegare i motivi del suo addio alla F1: «E’ stata una decisione che ho iniziato a maturare l’anno scorso. Poi quest’anno ci sono stati parecchi cambiamenti nel team e ho pensato che sarebbe stato peggio restare un altro anno. Mi piace guidare queste nuove macchine e mi stavo divertendo, allo stesso tempo però ho fatto qualche cambiamento nelle mie priorità in questa stagione con gli altri campionati in cui sto correndo. Perciò un anno fa ho deciso che sarebbe stato il momento giusto per cambiare perché mi sento ancora forte: non voglio farlo mentre non sono più competitivo. Preferisco uscire con i miei termini e trovare nuove sfide quando sono ancora al top». E sul suo possibile ritorno: «Al momento penso che sia un addio, ma nella vita le cose cambiano in fretta. Come ho detto nel comunicato, bisogna sempre lasciare una porta aperta per il futuro».

IL FUTURO – Rispondendo su quello che farà, una volta lasciata la F1, il pilota spagnolo ha aggiunto: «Le sfide al di fuori del circus sono più grandi rispetto a quelle che posso avere in F1. La “tripla corona” è un qualcosa a cui penso da molto tempo. Per essere il miglior pilota del mondo dovrei vincere otto titoli in F1, cosa che mi sembra improbabile in questo momento della mia carriera, o riuscire a vincere in diverse categorie. A Indianapolis ero stato competitivo: voglio poter vincere con macchine diverse in futuro. Per il prossimo anno ho diverse opzioni: non sono rimasto perché ci sono soltanto due squadre che possono vincere qui e continueranno con i loro piloti anche per il prossimo anno. La F1 che c’è ora non è quella che sognavo da bambino, né quella di quando sono entrato. Arriva un giorno in cui non ti emozioni più: per questo io ho lasciato». E se non fosse stato chiaro sulla F1 attuale ha concluso: «Sicuramente non essere in un top team ha avuto un peso sulla mia decisione di lasciare, non poter puntare al titolo rende tutto più difficile. In F1 c’è sempre stato un predominio per pochi team, ma ci sono stati anni di eccezioni con più libertà di scelta, di decisioni e di gomme. Anche se un team sembrava nettamente superiore agli altri, c’erano sempre gare con più variabili strategiche, più azione. Ora non è lo stesso».


Fonte: http://www.corrieredellosport.it/rss/formula-1

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