La Red Bull in questo finale di stagione F1 2018 è tornata a fare la parte del leone, riuscendo a giocarsi la vittoria ad ogni Gran Premio assieme a Ferrari e Mercedes.
In alcuni GP e soprattutto in certe condizioni e fasi di gara, la monoposto del Team austriaco è stata la monoposto più veloce del lotto, come ad esempio in Messico.
Il team Red Bull ha lavorato molto dopo Monza dal punto di vista tecnico, riuscendo a recuperare quel gap di circa mezzo secondo che, sopratutto in qualifica, era ben marcato.
Ma quale è il vero segreto del recupero della Red Bull? Dove e come la RB14 ha migliorato?
Fin da inizio stagione la vettura di Verstappen e Ricciardo è sempre stata la terza forza del mondiale e, solo su particolari circuiti (tipo Monaco), riusciva a essere “outsider“.
In molti attribuivano il divario tecnico, rispetto a Ferrari e Mercedes, solo alla Power Unit Renault che paga dazio in termini di performance e cavalli. Ma a livello telaistico e aerodinamico la RB14 è sempre stata fra le migliori del lotto.
Il progetto RB14 ha sposato molte delle caratteristiche tecniche della Ferrari SF70-H, fra cui il passo corto. Esso infatti consente alla Red Bull di essere molto efficace nei cambi di direzione. Anche se questa soluzione riduce il corpo vettura, e dunque si è leggermente penalizzati nei curvoni veloci. Ecco perché durante la stagione si è lavorato molto sulle appendici aerodinamiche delle fiancate (barge board), che hanno subito notevoli modifiche nell’arco della stagione. L’ultima soluzione, come vediamo dall’illustrazione in basso, è composta da molti elementi e soffiature per pettinare e tenere aderenti al corpo vettura i flussi aerodinamici.
Altro lavoro importante, svolto da Adrian Newey e colleghi, riguarda la gestione delle gomme. Uno dei punti di forza di questo campionato è stata l’efficienza, su qualsiasi tipo di mescola, e in qualunque condizione.
Abbiamo visto come, nonostante molti soffrissero di blistering o di temperature basse, la RB14 si sia sempre comportata bene livello di usura, e temperature. Questo è probabilmente dovuto alla geometria delle sospensioni e anche al tipo di assetto.
Oramai da anni Red Bull ha adottato un assetto picchiato, con una angolo fra i più ampi di tutto il circus. Il cosiddetto assetto picchiato ( o rake) che porta la monoposto ad essere impuntata in avanti, con un posteriore di parecchi centimetri più alto. In questa stagione si è quasi arrivati ad un angolo di due gradi di inclinazione. Ferrari e Mercedes, ad esempio, non superano il grado e mezzo.
Per la prossima stagione il team austriaco ha sposato il progetto Honda, che negli anni passati ha distrutto i sogni di rilancio della McLaren. Nell’arco della stagione attuale, tramite il team satellite Toro Rosso, i tecnici dei bibitari han potuto constatare prestazioni e affidabilità del costruttore giapponese.
I passi avanti sono stati fatti a livello di potenza ma a livello di affidabilità si è ancora un po’ lontani. Se Red Bull riuscirà ad avere oltre che cavalli, una Power Unit affidabile, è certo che sarà una contendente al titolo mondiale F1 2019.
Fonte: http://feedproxy.google.com/~r/CircusFormula1/~3/JxkfvAdY6zc/f1-analisi-tecnica-come-e-migliorata-la-redbull.php
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