Il Gran Premio d’Italia è forse uno dei più attesi di tutto il mondiale perché si disputa sull’unica pista che non ha modificato il proprio stile durante gli anni e per questo, oggi come agli albori, l‘Autodromo Nazionale di Monza è definito il “Tempio della Velocità”.
Il Gran Premio d’Italia è uno dei pochi che faceva parte del primo mondiale di Formula 1 e a Monza si sono scritte le pagine più belle ed emozionanti del Circus più veloce del mondo.
Tuttavia, se la pista brianzola è famosa per i suoi rettilinei, è anche famosa per le sue impressionanti frenate e decelerazioni. Per i tecnici Brembo sarà quindi il Gran Premio di casa, visto che la sede si trova a meno di 40 km dal tracciato, ma sebbene la vicinanza, la pista di Monza mette sempre a durissima prova i freni prodotti dalla Brembo.
Alla fine di un lungo rettilineo c’è sempre una dura frenata e delle 11 curve presenti sul tracciato italiano, ben 6 richiedono l’utilizzo dei freni, ma tutte e 6 sono classificate come ad elevato impegno per l’impianto frenante.
Il tempo speso in frenata è pari al 12% cioè circa 9,9 secondi, ma se questo dato sembra normale, è da tenere in considerazione che per tutta la durata del Gran Premio i piloti useranno i freni ben 318 volte con un carico complessivo di 56 tonnellate, che significa una forza pari a 1050 kg per giro. Altro dato interessante è la decelerazione media che per ogni giro raggiunge il valore di 5,1g.
I lunghi rettilinei consentono il raffreddamento dell’impianto frenante, ma le forti frenate consumano molto il materiale d’attrito che in questo Gran Premio dovrà essere tenuto sotto controllo.
Il rettilineo del traguardo porta le monoposto a velocità superiori ai 320 km/h e in 140 metri le vetture raggiungono ben 84 km/h necessari per affrontare la stretta chicane. Il tempo di frenata è di 2,60 secondi con decelerazioni che arrivano subito a 5,4g e carichi sul pedale del freno di ben 165 kg.
Usciti dalla stretta prima variante i piloti accelerano al massimo sfruttando tutta la potenza del motore per arrivare ad una velocità di 326 km/h e in 2,37 secondi di frenata le velocità scendono di ben 209 km/h. Lo spazio di frenata è di 127 metri, la decelerazione supera i 5,7g e il pedale del freno deve sopportare un carico di 176 kg.
All’uscita della Variante della Roggia, c’è un altro breve allungo che porta a quella che forse è la frenata più leggera di tutto il circuito. I piloti frenano in 47 metri per 0,93 secondi, passando da 267 km/h a 201 km/h con una decelerazione di 5,5g e un carico su pedale del freno di 180 kg.
Rispetto alla “sorella” questa curva è molto più impegnativa perché i piloti arrivano con circa la stessa velocità della curva precedente, ma questa volta perdono ben 100 km/h in 65 metri frenando in 1,31 secondi. Una decelerazione di ben 5,1g e un carico sul pedale del freno di 165 kg.
Di nuovo un allungo e di nuovo velocità elevate all’uscita delle due di Lesmo fino ad una delle curve più amate dai piloti che percorrono la curva 9 in derapata. La velocità d’ingresso è di 323 km/h e, dopo 86 metri e 1,47 secondi di frenata, i piloti raggiungono i 186 km/h necessari per affrontare la curva. Ancora una volta la decelerazione arriva a 5,3g mentre il carico sul pedale del freno arriva a 166 kg.
Questa è sicuramente la curva che meglio rappresenta la velocità di Monza ed è anche la frenata più dura di tutto il tracciato. Le velocità iniziali sono di 314 km/h e in soli 72 metri le vetture raggiungono i 205 km/h necessari a percorrere la curva Parabolica al limite. Il tempo di frenata è di 1,22 secondi, mentre il carico sul pedale del freno è di ben 211 kg, ma il dato impressionante è la decelerazione media che arriva 6,7 g ovvero al limite della resistenza umana, dove solo i campioni possono arrivare.
Fonte: http://feedproxy.google.com/~r/CircusFormula1/~3/8xb1Y5HdiJ4/f1-2018-gp-ditalia-6-frenate-tutte-impegnative-per-i-tecnici-brembo.php
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