Il campionato è finito e la Formula 1 è già un ricordo? L’idea di attendere fino a marzo 2019 vi fa sentire vuoti e persi?
Beh, vi capiamo. Il periodo invernale coincide sempre con il momento più duro per ogni appassionato di Formula 1 che si rispetti, vista la totale assenza di gare e senza indiscrezioni di mercato piloti, dato che la line-up 2019 è già stata stabilita.
Le emozioni torneranno a farsi vive presto, potete starne certi. Ma nel frattempo?
L’unico rimedio per tornare a respirare l’adrenalina della F1 è quella di aggrapparsi al passato, ancor più se recente: rivivere le gare di quest’anno attraverso i duelli, le polemiche, i sorpassi, le vittorie e le sconfitte del vostro pilota preferito.
Se poi siete degli amanti dei numeri, delle statistiche o più semplicemente delle curiosità, questa è la pagina che fa per voi. Il 2018 infatti, a differenza di altri stagioni, è stato ricchissimo di nuovi record stabiliti, oppure di traguardi speciali raggiunti da singoli che sono passati in secondo piano durante il proseguo del campionato.
Ora che tutto è finito, ed i motori si sono spenti in attesa del 2019, riviviamo l’ultimo campionato di Formula 1 ripercorrendo quelli che sono stati i nuovi primati raggiunti o eguagliati, mischiandoli con cenni di curiosità per soddisfare tutti i gusti.
Pronti? Andiamo!
Tra i team che quest’anno hanno compiuto significativi passi in avanti c’è senza dubbio l’americana Haas, che proprio all’inizio di questa stagione ebbe modo di sorprendere appassionati ed addetti ai lavori. Nella qualifica inaugurale di Melbourne, in Australia, le monoposto di Romain Grosjean e Kevin Magnussen fermano il cronometro sul 5° e 6° miglior tempo, monopolizzando così la terza fila della griglia. Un risultato mai raggiunto prima di allora dalla Haas, e che ancora oggi rimane il migliore di sempre in qualifica per il team statunitense.
Alla fine, il vincitore della prima gara dell’anno fu Sebastian Vettel con la sua Ferrari. In molti si sarebbero attesi una reazione furiosa da parte della Mercedes già dal secondo appuntamento del mondiale, aprendo così la lotta con la rossa di Maranello. E invece, contrariamente alle aspettative generali, anche sulla pista di Sakhir Vettel coglie la seconda vittoria dell’anno, la seconda consecutiva. Un risultato che manda in visibilio il popolo ferrarista, e che stimola la memoria: per la prima volta dopo quattordici anni, la Ferrari conquista infatti le prime due gare del campionato. Un fatto che non succedeva dal 2004.
Al terzo appuntamento del mondiale, la Mercedes non riesce a cogliere il successo. Questa volta, sul gradino più alto del podio, ci sale Daniel Ricciardo, mentre Lewis Hamilton deve accontentarsi del quarto posto. Eppure per l’inglese c’è una motivo per festeggiare: con questo risultato, Hamilton ha chiuso così il suo 28° gran premio consecutivo in zona punti. Nessun altro pilota, prima di lui, era mai riuscito in una simile impresa. La striscia positiva di Hamilton proseguirà ininterrottamente fino al Gran Premio di Francia, dove migliorerà ulteriormente il suo primato fino a raggiungere quota 33, piazzandosi in solitaria in testa a questa speciale classifica all-time.
Giunti in Azerbaigian, la Mercedes di Lewis Hamilton coglie finalmente la prima vittoria stagionale, pur dovendo “ringraziare” il proprio compagno Valtteri Bottas, tradito dallo scoppio di un pneumatico proprio all’ultimo giro mentre era leader del GP. Al 2° posto termina la Ferrari di Kimi Raikkonen, davanti ad un sorprendente Sergio Perez. Il podio ottenuto dal finlandese non può essere considerato alla pari di tutti gli altri conquistati nella lunga carriera di “Iceman”. Infatti, in Azerbaigian, Kimi Raikkonen stabilisce il nuovo record di podi conquistati in più gran premi diversi: 26. Grazie a questo traguardo, Raikkonen balza in testa a questa classifica, superando di una lunghezza Lewis Hamilton e Michael Schumacher.
Mentre in Spagna e a Monaco non si registrano episodi degni di nota, il Gran Premio del Canada offre uno spunto per una nuova curiosità: in qualifica Sebastian Vettel ottiene la pole position, vincendo la gara il giorno successivo. Oltre a risultare un weekend particolarmente positivo, la Ferrari mette fine ad un tabù che durava da troppo tempo in terra canadese.
Grazie alle prestazioni del tedesco, il team di Maranello ottiene la pole a Montreal per la prima volta dal 2001, e la prima vittoria dal 2004. In entrambi i casi, era stato Michael Schumacher a portare in alto i colori del cavallino rampante per l’ultima volta nel Quebec. Una “riconciliazione” resa ancor più dolce dall’occasione della 40° edizione del GP del Canada, su quel circuito intitolato a Gilles Villeneuve e su cui il figlio Jacques celebra l’anniversario con un giro a bordo della vettura del padre. Un pieno di emozioni ferrariste, passate e presenti.
Il 2018 segna il tanto atteso ritorno del Gran Premio di Francia, ospitato sul circuito “Paul Ricard” di Le Castellet. Il pubblico transalpino saluta la F1 per la prima volta dal 2008 (dove si corse a Magny-Cours) assistendo alla pole position di Lewis Hamilton. Essendo un circuito diverso da quello su cui Hamilton corse il suo primo GP di Francia, la pole conquistata consente al britannico di arricchire un suo record: quello del maggior numero di pole ottenute su più circuiti diversi. Con la partenza al palo al “Paul Ricard”, Hamilton arriva così a toccare quota 27.
Il pilota della Mercedes si concede anche la vittoria in gara, e anche qui migliora ulteriormente un suo primato: quello del maggior numero di vittorie conquistate su più circuiti differenti. 26 in totale. Ma le sorprese non finiscono qui: se lo stesso Hamilton si gode il pieno di record, un suo precedente primato svanisce proprio a Le Castellet. Alle sue spalle infatti, Raikkonen chiude al terzo posto, salendo così sul podio. Il piazzamento del finlandese consente ad “Iceman” di stabilire il nuovo record di maggior numero di podi ottenuti in più circuiti diversi: 30. Un risultato che gli permette di distanziare in classifica proprio Hamilton e l’idolo locale Alain Prost, entrambi fermi a 29.
In Austria, sul circuito del Red Bull Ring, Max Verstappen regala una giornata memorabile al suo team proprio in occasione del GP di casa della squadra, trionfando per la prima volta in stagione.
E mentre in casa Red Bull si festeggia, in Mercedes non c’è alcun motivo per stare sereni. Sia Hamilton che Bottas sono infatti costretti a terminare anzitempo la gara per un guasto meccanico. Per la prima volta dal GP di Spagna 2016 le due Mercedes non terminano la gara. Ma se in quell’occasione il doppio ritiro fu causato dal clamoroso incidente fratricida tra Hamilton e Rosberg, per risalire all’ultimo k.o. doppio della Mercedes per noie meccaniche bisogna riavvolgere il nastro della storia molto indietro, arrivando addirittura fino al 1955, e più precisamente al GP d’Italia di quell’anno.
In questo modo s’interrompe il record di Lewis Hamilton per il maggior numero di GP consecutivi chiusi in zona punti, fermandosi a quota 33.
Curiosamente, lo stesso pilota eguaglia il record appartenente a Nick Heidfeld di maggior numero di GP terminati: proprio 33 (dal GP del Giappone 2016 fino al GP d’Austria 2018).
Fuori dalla zona podio, Romain Grosjean porta la sua Haas al 4° posto. E’ il miglior risultato ottenuto in gara nella storia del team americano.
A Silverstone, a casa di Lewis Hamilton, la Ferrari centra la vittoria con Sebastian Vettel. Il tedesco esulta urlando via radio “Abbiamo vinto a casa loro”, in quello che da molti è considerato l’ultimo GP disputato ad alto livello da Vettel prima di cadere in una serie di errori in pista, tali da compromettere la lotta al titolo mondiale. In ogni caso, il successo di Silverstone coincide con il 51° trionfo del tedesco in Formula 1: una vittoria che gli consente di eguagliare nella classifica all-time Alain Prost.
Mentre il campionato di F1 prosegue veloce come sempre, uno dei suoi protagonisti rischia di fermare prematuramente la sua corsa: la Force India, in preda ad una crisi finanziaria, è sull’orlo del fallimento. I timori di un crac finanziario svaniscono grazie all’intervento di Lawrence Stroll (padre di Lance), che rileva il team e gli cambia la denominazione da “Force India” a Racing Point.
Anche se nel nome ufficiale della scuderia permane l’insegna “Force India”, il GP d’Ungheria segna l’ultima gara dell’era Force India, entrata nel 2008 come primo team indiano della storia della F1 per volere di Vijay Mallya. E’ la fine di un’epoca durata dieci anni, in cui il team ha disputato 203 GP senza mai vincere, cogliendo però 6 podi, 1 pole position (con Giancarlo Fisichella) e 5 giri veloci.
GP Belgio: Vettel tra i grandi ferraristi
A Spa-Francorchamps Sebastian Vettel torna alla vittoria dopo un periodo complicato. Il tedesco conquista il 52° successo in F1, ma soprattutto il 13° al volante della Ferrari. Grazie a questo risultato, Vettel diventa così il terzo pilota più vincente della storia della Ferrari, eguagliando Alberto Ascari in questa speciale classifica. Davanti a lui vi sono Niki Lauda (fermo a quota 15) ed il connazionale Michael Schumacher, con ben 72 successi.
Il “Tempio della Velocità” è il posto migliore per sprigionare tutta la potenza delle monoposto 2018. Sul circuito brianzolo infatti, Kimi Raikkonen diventa ufficialmente l’uomo più veloce del mondo: con una media orario sul giro pari a 263,587 km/h, il finlandese registra così non solo la pole, ma anche e soprattutto il nuovo record del giro più veloce di sempre in F1, battendo il precedente primato di Barrichello stabilito nel 2004 proprio a Monza.
Per la Ferrari, che conquista la prima fila, si tratta inoltre della 20° pole conquistata a Monza e nel GP d’Italia: nessun altro team ha ottenuto lo stesso numero di pole sullo stesso circuito e nello stesso GP, per giunta nella gara di casa. Il giorno dopo il tanto atteso appuntamento con la vittoria svanisce, ma Raikkonen salva comunque la giornata salendo sul podio, il 100° per lui.
A far discutere a Singapore non è la pole, né la vittoria. Nella gara notturna tra le vie della capitale asiatica, a sorprendere è il nome dell’autore del giro più veloce: Kevin Magnussen.
Grazie a questo exploit, il danese diventa il primo pilota della sua nazione ad ottenere un giro veloce in F1, oltre a regalare anche il primo giro più veloce in gara nella storia della Haas.
Il GP degli Stati Uniti 2018 passerà alla storia come l’ultima, emozionante vittoria di Kimi Raikkonen con la Ferrari (e a meno di clamorose sorprese, anche l’ultima in F1). Un successo che mancava da tanto tempo per “Iceman”, addirittura dal GP d’Australia 2013. Da quel giorno sono trascorsi 114 GP. Un’astinenza da vittorie così lunga che vale un record: quello per il maggior numero di GP trascorsi tra una vittoria e l’altra. E non è tutto: avendo vinto per la prima volta in carriera nel 2003 (in Malesia), Raikkonen ha anche stabilito il record di maggior periodo di tempo trascorso tra la prima e l’ultima vittoria in carriera (15 anni, 6 mesi e 28 giorni).
Oltre a ciò, Kimi ha ottenuto il suo primo successo in Ferrari per la prima volta dal 2009, cogliendo il 21° trionfo in carriera. E’ proprio questo numero a farlo salire sul trono dei piloti finlandesi, battendo il record di vittorie appartenuto precedentemente a Mika Hakkinen.
In Messico, pur deludendo in gara, Lewis Hamilton coglie comunque un piazzamento valido per conquistare in anticipo la vittoria del mondiale piloti 2018. Per l’inglese si tratta del 5° titolo iridato, che lo porta al secondo posto nella classifica all-time alla pari con l’argentino Juan Manuel Fangio. Il prossimo obiettivo dell’inglese, ora, è rivolto al record assoluto di Michael Schumacher (7). Eppure, i grandi protagonisti delle qualifiche messicane erano stati i due piloti della Red Bull, con Ricciardo capace di strappare la pole (e soprattutto il record di pilota più giovane di sempre in pole) a Max Verstappen. La prima fila occupata dalla Red Bull non si verificava dal GP degli USA 2013.
Ad Interlagos la Mercedes festeggia a pieno i suoi traguardi più gloriosi: in qualifica Hamilton regala la 100° pole al team tedesco (il 5° di sempre a raggiungere un simile risultato), mentre in gara Toto Wolff può festeggiare con una gara d’anticipo la vittoria del titolo costruttori. Per la Mercedes si tratta del 5° titolo iridato, il 5° consecutivo. Se l’anno prossimo i tedeschi dovessero ripetersi, si tratterebbe del 6° mondiale consecutivo, fatto che eguaglierebbe il record della Ferrari (ottenuto tra i 1999 ed il 2004).
I titoli mondiali piloti e costruttori sono già decisi, ma Lewis Hamilton non perde la voglia di vincere: anche ad Abu Dhabi, ultimo appuntamento dell’anno (ed ultima gara in F1 per Fernando Alonso), l’inglese sale sul gradino più alto del podio. Un piazzamento che lo consacra al primo posto in classifica mondiale con ben 408 punti: è il punteggio più alto mai raggiunto da un pilota nel corso di una stagione. Hamilton, infatti, è anche il primo pilota ad abbattere quota 400 punti.
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