Il mercato dell’auto italiano dovrebbe registrare, nel 2018, un lieve calo (-2,1%), e nel 2019 le previsioni non sono di molto migliori: è infatti prevista una flessione delle consegne dell’1,6% a 1,9 milioni di veicoli. Per rilanciare il settore, ma soprattutto per supportare gli automobilisti meno abbienti, secondo il Centro Studi Promotor (Csp), occorrono nuovi incentivi, in particolare un bonus di 2.000 euro a carico dello Stato e uno sconto di altri 2.000 euro a tutti coloro che nel 2019 compreranno una nuova auto e contestualmente rottameranno un usato di oltre 10 anni.
Questo quanto emerso nel corso della conferenza stampa, a Milano, su “La situazione e le prospettive dell’economia e del mercato automobilistico italiano”, organizzata dal Csp. La base della proposta del Centro Studi Promotor sono i primi incentivi alla rottamazione in vigore nel 1997, e che, ricorda, “ottennero ottimi risultati senza oneri per lo Stato, dato che l’aumento del gettito Iva e delle tasse di immatricolazione sulle auto vendute in più coprì completamente il costo dell’erogazione del bonus, lasciò all’Erario un maggior gettito netto di 1.400 miliardi di lire (723 milioni di euro) e contribuì per uno 0,4%, come certificato dalla Banca d’Italia, alla crescita del Pil”.
Se la proposta del Centro Studi Promotor per il 2019 venisse accolta il recupero del bonus a carico dello Stato (2.000 euro) sarebbe ampiamente garantito, dato che oggi, secondo l’Unrae, il prezzo medio per l’acquisizione di un’autovettura è di 21.020 euro di cui 3.790 di Iva. “La nostra proposta – chiarisce Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – non è motivata dall’esigenza di sostenere le vendite di autovetture perché il mercato dell’auto pur non avendo ancora raggiunto il livello fisiologico gode di discreta salute. E’ invece motivata dall’esigenza di supportare gli automobilisti, spesso a basso reddito, che possiedono una vettura di oltre 10 anni di anzianità e che hanno necessità di sostituirla per evitare le limitazioni al traffico imposte per motivi ambientali”.
La proposta di incentivi alla rottamazione a costo zero, secondo Promotor, comporterebbe inoltre “non solo maggiori vendite di auto, ma anche un benefico impulso alla crescita delle entrate fiscali e del prodotto interno lordo oltre che benefici per l’ambiente e la sicurezza stradale”. Secondo i dati del Csp, il calo delle immatricolazioni di quest’anno segue tre anni di crescita: +16% sia nel 2015 che nel 2016 e +8% nel 2017. “La mancata crescita del 2018 – osserva il Csp – potrebbe quindi essere frutto di un fisiologico consolidamento della domanda al termine di uno sviluppo pluriennale sostenuto”. Il Csp ricorda che le immatricolazioni nel 2018 sono state penalizzate anche dal minore ricorso ai chilometri zero, dall’introduzione del nuovo sistema di omologazione WLTP, dal rincaro dei carburanti e dal rallentamento dell’economia”.
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