Bugatti Divo, l'emozione estrema costa 5 milioni di euro

Esisteva un limite che Bugatti finora non era andata a cercare, il bordo esterno di quel tranquillo anello di platino in cui era ricominciata nel 1998 la sua terza vita. 

Dal 1909 in poi, della nascita del marchio di Molsheim fino al declino, e ancora la falsa ripartenza da Campogallinano del 1987 con l’avventura fallimentare voluta dall’italiano Romano Artioli. La terza Bugatti voluta e ridisegnata dal gruppo Volkswagen era stata finora il lusso ad andatura smodata di Veyron e Chiron. Gioielli di interpretazione ingegneristica con il vezzo dei sedici cilindri a doppia v e il vizio della velocità scandalosamente estrema. I chilometri all’ora come status. I record su un tachimetro senza fondo, forse diventati un limite. 

Adesso Bugatti parla più chiaro, si occupa di prestazioni sportive a tutto tondo, di andare velocissimamente anche in curva, avvicinandosi ad una storia che le gare le ha respirate, derapate e controsterzate per davvero. Presentata a Monterey in California, in occasione dell’evento “The Quail: a Motorsport Gathering”, ecco Bugatti Divo. L’omaggio del marchio di Molsheim a se stesso, attraverso il nome del pilota francese Albert Divo, che vinse due edizioni consecutive della Targa Florio al volante di Type 35 B Bugatti. Anni 20′, colpi di acceleratore e di coraggio nel culto delle curve, del piacere di una guida estrema non solo nelle prestazioni, ma soprattutto nelle sensazioni.

Divo verrà realizzata in appena 40 esemplari, al prezzo di 5,5 milioni di euro ciascuno, ma tutti già prenotati con l’anticipo che si merita il primo tassello di una rivoluzione. 

La meccanica non poteva non essere quella della Chiron, con la medesima base telaistica e soprattutto  il motore 16 cilindri a doppia v quadriturbo da 8.0 litri di cilindrata abbinato alla trazione integrale permanente e al cambio doppia frizione a sette rapporti. La potenza resta a quota 1.500 cv, ma l’idea non è quella di una lussuosa catapulta: da 0 a 100 km/h in 2,4 secondi, come Chiron, ma velocità massima diminuita a 380 km/h per dare il senso che qualcosa di importante cambia. 

Forse non il peso, che scende da Chiron a Divo di soli 35 Kg, e comunque resta sui ragguardevoli 1.955 kg. Cambia del tutto l’impostazione dinamica e il carico aerodinamico, che sale di 90 kg fino a quota 456 kg, quel che serve alla vettura per sostenere accelerazioni laterali nell’ordine dei 1,6 G. 

Divo è una Bugatti tra le curve e per le curve, la cura nell’ottimizzazione dei flussi aerodinamici ha consigliato di ricavare una maxi presa naca sfruttando l’intero padiglione, di inventare una ala posteriore larga 183 cm e ricorrere alla stampa 3D per i componenti necessari ad integrare i gruppi ottici con la carrozzeria, per una resistenza ulteriormente ridotta. La copertura integrale in fibra di carbonio a vista degli elementi meccanici nel cofano posteriore non vale più come i record su un tachimetro senza fondo. Ha un senso diverso. Bugatti finalmente ha sfiorato il limite che andava a cercare.


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/motori

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