Il Nord Italia spegne i vecchi Diesel. Da questa settimane infatti in molte regioni del nord entreranno in vigore le nuove limitazioni permanenti del traffico previste dall’Accordo di Bacino Padano per migliorare la qualità dell’aria. Limitazioni che sono più ampie rispetto a quelle dello scorso inverno: le misure infatti riguardano 1,1 milioni di auto che prima non erano toccati dagli stop. I conti li ha fatti il Sole 24 Ore, su dati Unrae.
Quest’anno il bando in Piemonte, Lombardia e Veneto riguarderà anche le vetture Euro 3 a gasolio che, spiega il quotidiano economico, sono grosso modo quelle immatricolare tra il 2001 e il 2005. In Emilia-Romagna la lotta al Diesel (e soprattutto alle micropolveri che producono) si estende agli Euro 4, lo standard anti-inquinamento che è stato in vigore dal 2006 fino al 2010.
Le limitazioni alla circolazione, che hanno l’apprezzabile finalità di fermare i mezzi più inquinanti e tentare di controllare una situazione che è stata già sanzionata dalla Ue, non sono però uniformi in tutto il vasto territorio interessato e fanno capo, oltre che ai Piani integrati regionali’, e quindi agli assessorati all’ambiente di Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto, alle amministrazioni comunali delle località con più di 30mila abitanti che dovrebbero aver predisposto le delibere attuative.
Effettuando una ricerca attraverso gli elenchi dei Comuni interessati, si scopre che in molti casi queste norme e queste modalità non sono state decise e quindi non sono ancora a disposizione degli utenti. Altro l’aspetto problematico è la difficoltà di reperire informazioni in tempo reale e con la certezza delle norme, degli orari e delle esenzioni, in quanto non esiste una piattaforma comune – ad esempio su internet – dove avere una visione allargata di questo “labirinto”.
In Emilia-Romagna, ad esempio, hanno via libera le auto a benzina Euro 2, 3, 4, 5 e 6, i Diesel Euro 5 e 6, oltre ai mezzi del car pooling con almeno 3 persone a bordo e i “mezzi in deroga”. Le norme hanno valore nei giorni feriali dalle 8.30 alle 18.30 e nella prima domenica del mese. La Lombardia cambia l’orario – dalle 7.30 alle 19.30 – e ferma le auto a benzina Euro 2 (ammesse in Emilia) mentre ammette le Diesel Euro 4 (bloccate in Emilia). Ma non è tutto, perché il blocco delle Euro 3 non vale nei festivi anche infrasettimanali. Invece, la Regione Piemonte è atteso dallo stop totale e definitivo, per tutto l’anno e 24 ore su 24, per tutti i veicoli Euro 0. E’ stato deciso anche lo stop per i 12 mesi – dalle 8 alle 19 – dei Diesel Euro 1 e 2, mentre i Diesel Euro 3 sono bloccati per sei mesi, cioè fino al 31 marzo 2019 negli stessi orari.
Le norme emanate dalla Regione Veneto prevedono invece un orario 8.30-18.30 senza finestre dal lunedì al venerdì con blocco dei Diesel Euro 3 e precedenti e dei benzina Euro 1 e Euro 0. La Giunta veneta ha precisato anche deroghe per coloro che hanno un Isee pari o inferiore a 16.700 euro (certificazione da tenere sempre in macchina), per chi ha più di 70 anni e per quanti non possono recarsi a lavoro con mezzi pubblici e, infine, per i veicoli che servono per il tragitto casa-fermata del trasporto pubblico.
Morale: grande confusione per gli automobilisti di quelle regioni e in genere per tutti gli automobilisti italiani. Sia per quanto riguarda la possibilità o meno di guidare e dove, che nel momento in cui qualcuno degli utenti abbiamo bisogno, voglia, necessità di cambiare vettura. Davvero un pasticcio all’italiana.
«I blocchi della circolazione per le vetture più anziane e, quindi, più inquinanti e meno sicure sono un segnale positivo nell’ottica del rinnovo del parco più volte auspicato e sollecitato dall’Unrae, ma andrebbero accompagnate con messaggi chiari e concreti, in questa fase di transizione verso motorizzazioni a impatto zero». Questa la posizione di Michele Crisci, presidente dell’Unrae, l’associazione delle case automobilistiche estere. «Le campagne di demonizzazione delle vetture a gasolio – osserva – stanno disorientando e impaurendo i clienti, anche alla luce dell’impatto sul valore residuo della propria vettura».
Da un’analisi effettuata dal Centro Studi e Statistiche Unrae, infatti, emerge che nelle tre principali città per numero di immatricolazioni annue, le vendite di autovetture Diesel da parte dei clienti privati si stanno riducendo in modo considerevole. Negli 8 mesi di questo anno, nel comune di Milano la flessione delle immatricolazioni di auto Diesel a privati è del 28,6%, a Roma del 22,3% e sale al 37,4% a Torino, a fronte di incrementi delle altre motorizzazioni. Nel totale Italia il calo delle vetture diesel tra i privati è del 15,8%. «L’Unrae – prosegue Crisci – ribadisce che il percorso verso una mobilità a impatto zero per le persone e l’ambiente è già una strada segnata, occorre definirne e accompagnarne la transizione. In quanto tempo questo possa avvenire è nelle mani delle Amministrazioni Pubbliche centrali e locali che ne dovranno stabilire l’incisività».
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