Il mantra è quello di sempre. Al Tour non esistono giornate tranquille, anzi non esistono minuti tranquilli. Chris Froome, assorbiti i fischi della vigilia da parte un pubblico che alla giustizia dell’Uci preferisce quella delle proprie idee, deve incassare una sconfitta alle prime pedalate. Centonovantasei km dopo la partenza da Noirmoutier en l’Ile, 5 prima che venga tagliato il traguardo di Fontenay le Comte, il britannico viene spostato da una ancata su una curva: per sua fortuna finisce nell’erba, per sua sfortuna le squadre dei velocisti hanno già iniziato le grandi manovre. Impossibile recuperare, per lui e per chi come Richie Porte (altro candidato alla gialla per Parigi) resta imbottigliato nel frazionamento. Alla fine fanno 50”, antipasto sorprendente quanto gradito dalla Squalo. Vincenzo Nibali, ottimo undicesimo, non ha mancato di ringraziare i compagni, efficaci nel tenerlo lontano dai guai. Un ringraziamento che non ha potuto fare Nairo Quintana: il colombiano ha forato a poco più di 3 km dal traguardo, senza che nessuno della Movistar (la corazzata dai tre capitani, vista la presenza di Valverde e Landa) si fermasse per dargli una mano. Al colombiano va ancora peggio che a Froome: il ritardo dagli altri big è di 1’12”. Froome dopo la caduta
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