Yates si è presentato in sordina a questo Giro d’Italia ma uno dopo l’altro tutti i suoi avversari stanno lasciando qualcosa per strada mentre lui tira dritto come se non esistesse nient’altro all’infuori della sua bicicletta. È un tutt’uno col mezzo meccanico e sarà piuttosto difficile strappargli la maglia Rosa dalle spalle. Certo, c’è da affrontare lo Zoncolan fra una settimana e poi le tre tappe finali, le più difficili, ma Yates sembra sufficientemente in forma per arrivare fino in fondo. O almeno così dovrebbero pensare i suoi principali avversari.
La domanda sorge naturale in questi casi, ed è sempre la stessa quando un outsider si mette al centro del palcoscenico: fino a dove può arrivare Yates? Può davvero vincere il Giro d’Italia?
Come abbiamo detto, a Yates non manca il talento e sembra essere nella condizione fisica ottimale per arrivare fino in fondo. Ma per vincere il Giro d’Italia non basta. A Yates servirà innanzitutto un po’ di coraggio in più. Il ciclista inglese ha ancora tutti i grandi favoriti lì a poca distanza ed è impensabile pensare di vincere l’intera posta limitandosi a risparmiare le forze in gara per agguantare la tappa nell’ultimo chilometro. Yates dovrà essere bravo ad approfittare delle debolezze altrui rischiando di più, attaccando prima e con maggiore decisione per mettere più distacco possibile fra sé e gli avversari finché i rapporti di forza rimarranno questi.
Ad oggi, d’altra parte, sembra non esserci nessuno che stia meglio di lui. Froome, il grande favorito della vigilia, è caduto due volte in questi primi dieci giorni e a Campo Imperatore è arrivato con 1’07” da Yates sprofondando a 2’30” in classifica (11°). Non bisogna darlo per morto, però, perché Froome è un vero e proprio fenomeno delle corse a tappe, e se riuscirà a superare i postumi delle cadute sarà un avversario ostico.
Aru, invece, sembra essere già fuori dalla corsa per i primi posti: è naufragato a 2’39” senza nemmeno la scusante delle cadute. Anche Pozzovivo non sembra al momento un avversario credibile per la vittoria finale sia per caratteristiche (è uno scalatore puro, certo, ma senza il cambio di ritmo necessario per staccare gli avversari e il passo giusto per mantenere un eventuale vantaggio) sia per pedigree (a oltre 35 anni il suo miglior risultato in carriera è un 5° posto al Giro 2014), così come il giovanissimo Carapaz e i vari Bennett, O’Connor e Dennis.
Miguel Angel Lopez, altro possibile favorito alla vigilia, è ancora relegato in 12ª posizione a 2’37” dalla maglia Rosa. Anche l’Astana sembra fidarsi fino a un certo punto del suo giovane capitano, tanto da tenere Pello Bilbao ancora in classifica, risparmiandolo da gravosi compiti di gregariato.
I veri avversari di Yates sembrano più che altro Thibaut Pinot e Tom Dumoulin. Il francese ha mostrato una buona gamba (e c’era da aspettarselo) ma non è mai riuscito a mettere davvero in difficoltà i suoi avversari. Sicuramente non Simon Yates, dal quale adesso accusa un ritardo in classifica generale di 46”.
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