Sapporo, Graz, Sion, Calgary ed Erzurum sono scomparse di scena: restano in corsa solo Milano-Cortina e Stoccolma per i Giochi invernali 2026. Stoccolma per ora non cede ma potrebbe farlo più avanti, e questa sarebbe una sconfitta per il Cio (nessuno vuole più le Olimpiadi) e un trionfo per lo sport italiano. Ma intanto conviene fare i conti con una Nazione, la Svezia, che ha avuto un ruolo importante nella storia degli sport invernali ma non ha mai avuto un’Olimpiade della neve. Servono 44 voti per spuntarla: la caccia è già iniziata, e su quel fronte il Coni è sicuramente più forte del comitato olimpico svedese. Intanto a Tokyo, davanti a 1500 persone (e 65 membri Cio) le due rivali domani, mercoledì 28 novembre, si presentano.
All’alba italiana, circa le 7, nasce il sogno olimpico: parleranno Malagò, Sala, Zaia e Arianna Fontana per Milano-Cortina. Quindici minuti in tutto per svelare il logo (col Duomo e le Alpi, inevitabile), mostrare un filmato sul made in Italy e assicurare al mondo dello sport che sarà comunque una candidatura ecologica e low cost. Circa 370 milioni il costo, ma Salvini ha assicurato che il governo è pronto ad intervenire, se le due Regioni, Lombardia e Veneto (entrambe roccaforti della Lega) non ce la dovessero fare da sole. Di Maio è ancora ancorato al vecchio slogan, “non un euro per i Giochi”, ma ci sarà tempo per convincerlo a cambiare idea. Il Cio comunque darà un contributo importante, quasi un miliardo, per le spese dell’organizzazione sportiva. Poi ci saranno sponsor, ovviamente. Insomma, tutto può essere contenuto in cifre ragionevoli, come chiede d’altronde Thomas Bach. “Una candidatura che punta su tradizione e innovazione” spiega Malagò. “C’è un filo conduttore -aggiunge il numero uno dello sport italiano ai microfoni di Sky Sport- che va dalle prime Olimpiadi svolte in Italia, che Cortina ha ospitato nel 1956, e arriva fino ai nostri giorni con i successi di una città che cresce come Milano dopo il grande successo dell’Expo e un’altra come Cortina che torna agli onori delle cronache sportive anche perché organizzerà i mondiali di sci del 2021. Logo? Sarà decisamente italiano anche perché le cose che raffigura le abbiamo solo noi”. Il Coni ha lavorato bene sinora, così come Lombardia e Veneto, dimenticando gli attriti politici (Sala è del Pd, Fontana e Zaia della Lega) nel nome dello sport.
Questo potrebbe essere il masterplan: diciamo potrebbe perché il Cio vuole che almeno sino all’11 gennaio tutto venga tenuto sotto traccia e anche perché alcune sedi potrebbero cambiare, sempre in accordo con il Comitato olimpico internazionale che segue passo passo le due candidature. E il Coni con Losanna, grazie a Malagò e al suo agguerritissimo staff, ha ottimi rapporti. Cosa che non va dimenticata.
Ma ecco dove le sedi delle gare dei Giochi 2026:
Inaugurazione Milano (San Siro)
Chiusura Arena Verona (ma ci sono problemi di capienza)
Milano: hockey maschile e femminile, pattinaggio di figura, short track
Cortina: bob, skeleton, slittino, curling, sci alpino
Valtellina: freestyle (Livigno), snow board (Bormio)
Val di Fiemme (Trentino): sci di fondo, salto e combinata nordica (Tesero-Predazzo)
Baselga di Pinè (Trentino): pattinaggio velocità pista lunga
Anterselva(Alto Adige): biathlon
Da come si vede si tratta di Lombardia e Veneto, con incursioni anche in Trentino e Alto Adige. Una Olimpiade diffusa, e chissà se a Torino si sono pentiti…
La riforma dello sport: la Coni Servizi si può salvare, ecco come…
E’ importante che adesso fra Coni e Figc stiano tornando alla normalità i rapporti: ieri Gabriele Gravina ha usato parole di buon senso. Il Coni ha problemi col governo, il calcio pure. E Malagò non ha alcuna intenzione di fare la guerra a Lega-5Stelle: certo tratterà ancora con Giorgetti-dalla prossima settimana-sulla riforma dello sport ma senza spaccature. Lo stesso Valente, 5 Stelle, nella nota dell’altro giorno è stato più morbido rispetto a prima e i grillini, si sa, non nutrono certo grande simpatia per Malagò. Il n.1 del Coni si augura di arrivare ad una “condivisione”: è vero, la cassa (a parte i soldi per la preparazione olimpica, 40 milioni che potrebbero crescere) sarà nelle mani del governo. Ma si sta ragionando per arrivare ad un percorso comune. Una ipotesi-proposta dallo stesso governo venerdì scorso al summit di Palazzo H- sarebbe quella di non sostituire alla Coni Servizi la nuova società “Sport e Benessere spa” di nomina governativa, ma aggiungere quest’ultima (con competenze sullo sport sociale e su quello legato alla scuola) all’attuale realtà. Insomma, la Coni Spa, che ha lavorato bene in questi anni (l’ad Alberto Miglietta può dimostrarlo, cifre alla mano), non scomparirebbe, pur avendo un raggio d’azione più limitato.
Da stabilire quindi il “perimetro” fra le due strutture. Oppure si potrebbe lavorare sulla ripartizione dei contributi da dare alle (44) Federazioni, olimpiche e non. Una ipotesi era quella di “sentire” il Coni: è un po’ pochino, si potrebbe prevedere “di concerto con il Coni”. Inoltre ci sarebbe qualche dirigente Coni nel cda della nuova società voluta da Giorgetti. Una condivisione d’altronde era prevista dal primo contratto di governo, e poi era scomparsa strada facendo (capita…). “Il ciclico tentativo di partiti e uomini politici di prendere in mano la gestione del nostro mondo, conferma che non c’è alcuna personalizzazione nei miei confronti. E’ chiaro a tutti che ad essere messo nel mirino in realtà è il sistema sport e nello specifico il Coni”, ha spiegato da Tokyo un Malagò che ha ritrovato, almeno in parte, il sorriso dopo giorni terribili. E soprattutto la volontà di non arrendersi. Giorgetti è uomo di sport, troveranno un accordo.
Ufficiale: Bulbarelli, leghista ed esperto di ciclismo, è il direttore di Rai Sport
Ufficiale: Auro Bulbarelli, mantovano, è il nuovo direttore di Rai Sport. Lo ha deciso oggi il cda della Rai. Bulbarelli, figlio d’arte, prende il posto di Gabriele Romagnoli che si era dimesso la scorsa estate. Di famiglia leghista, Bulbarelli per anni si è occupato del Giro d’Italia, è stato anche vicedirettore, mentre nelle ultime stagioni era stato messo in disparte. In volata ha battuto Losa, che ha fatto un lavoro importante coi palinsesti dello sport. In una redazione solitamente litigiosa, e spaccata, non si sa come sarà accolto Bulbarelli: i redattori di Rai Sport fecero la guerra a Romagnoli. Ora bisognerà vedere chi saranno i vicedirettori, e qualcuno, emarginato, potrebbe trovare di nuovo spazio.
Serie A, nuovo record di spettatori: oltre 30.000 a partita
Nuovo record di spettatori per la Serie A Tim. Dopo gli ottimi numeri registrati nello scorso campionato (miglior risultato stagionale dal 2010), prosegue il trend positivo delle presenze negli stadi. La 13a giornata di andata della Serie A Tim è stata seguita sugli spalti da oltre 300mila appassionati (in media 30.295 a incontro), con il match tra Inter e Frosinone a guidare la classifica (63.645 presenti a San Siro sabato sera), davanti a Napoli-Chievo Verona (44.408) e Juventus-Spal (41.052). Mai era stata superata la soglia di 30mila spettatori medi a gara, non solo in questo campionato, ma anche negli ultimi tre anni (29.443 spettatori nella 9a giornata il precedente record della stagione in corso). È la settima volta, nelle ultime dieci stagioni, che viene oltrepassata quota 30mila. Inoltre, da più di 10 anni, il muro dei 30 mila a partita non veniva scavalcato nel girone di andata, l’ultima volta fu nell’11a giornata del campionato 2008-2009. La media gara è così salita a 25.448 spettatori. Si registra un incremento rispetto alla media delle ultime due stagioni di Serie A Tim, quando, nello stesso arco temporale, la media era di 24.634 nella stagione 2017/2018 e 21.415 in quella 2016/2017.
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