Elia Viviani ha conquistato la terza tappa del Giro d’Italia 2018, da Be’er Sheva a Eilat di 229 km. Il velocista della Quick Step, dopo aver trionfato sabato a Tel Aviv, ha preceduto allo sprint Sacha Modolo e Sam Bennett. Quarto un altro italiano, Jakub Mareczko, quinto l’olandese Danny Van Poppel, sesto il belga Jens Debusschere, settimo Manuel Belletti: anche oggi il ciclismo italiano ha fatto il pieno, piazzando quattro concorrenti fra i primi sette. Rohan Dennis mantiene la maglia rosa, che porterà martedì in Italia, dopo il giorno di riposo e trasferimento previsto per lunedì. L’australiano della BMC (23° ciclista a vestire la maglia di leader in tutti e tre i grandi giri insieme a miti del calibro di Eddy Merckx, Bernard Hinault, Jacques Anquetil, Miguel Indurain, Francesco Moser e Alberto Contador) precede di un secondo il vincitore del Giro 2017, l’olandese Tom Dumoulin. Tappa condizionata dalla fuga di tre corridori, scattata dopo pochi km, con protagonisti Marco Frapporti (Androni Sidermec), Guillaume Boivin della squadra locale Israel Cycling Academy, già protagonista di un importante tentativo nella giornata di sabato ed Enrico Barbin (Bardiani CSF), maglia blu di miglior scalatore. I tre, complice anche l’andatura turistica del gruppo, hanno accumulato un vantaggio fino a 7’ quando mancavano oltre 200 km al traguardo: il vento e le condizioni difficili (caldo oltre i 30° C e sabbia sull’asfalto) non hanno però stravolto la frazione, che si prestava anche ad attacchi da lontano a causa di possibili ventagli. Quando la BMC della maglia rosa Dennis ha cominciato il forcing, più o meno all’altezza del deserto del Negev (suggestivi i panorami, con i dromedari a bordo strada a mischiarsi ai coraggiosi tifosi), il gap ha cominciato a diminuire. Lo sprint per il GPM di quarta categoria del Faran river, a 322 metri d’altezza, ha visto Barbin al secondo posto, utile per portare la maglia blu in Italia, mentre Elia Viviani nel peloton sprintava per guadagnare punti importanti per la maglia ciclamino. Ai -20 il gap scende sotto il minuto, con la Quick Step dell’azzurro che comincia a dare il cambio alla BMC per ricucire lo strappo. La fuga termina dopo oltre 200 km ai -6, con il gruppo che tiene un’andatura pazzesca che fa una prima selezione anche tra i possibili candidati alla vittoria (perde contatto Niccolò Bonifazio, quarto sabato a Tel Aviv). Viviani non è tra i primi del gruppo sul rettilineo finale, ma la sua risalita è prepotente: nonostante la chiusura non proprio ortodossa di Bennett verso le transenne (non punita dalla giuria), il campione olimpico passa e va a vincere la sua seconda tappa consecutiva, la terza in carriera al Giro (la 57^ in totale, l’ottava nel 2018). Un capolavoro a cui si aggiunge la conferma della maglia ciclamino: questa corsa rosa non poteva cominciare meglio per i colori italiani, che non vincevano due tappe su tre dal 2009, quando Alessandro Petacchi vinse 2^ e 3^ frazione. Lunedì giornata di riposo e di trasferimento in Sicilia, dove il Giro riprende martedì con la quarta tappa Catania-Caltagirone.
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