Ci ha messo quattro mesi Simon Yates a diventare grande. Lo scorso maggio, dopo aver dispensato sprazzi di grande classe ed avere dominato oltre due terzi del Giro d’Italia, si era di colpo trasformato in un bambino spaurito, fagocitato dalla grandezza di Chris Froome e dalla durezza del Colle delle Finestre. Quattro piccoli, grandi mesi, e ritroviamo un ciclista giovane (ha 26 anni) ma straordinariamente maturo. La Vuelta è sua, manca il sigillo (non platonico, perché sarà gara a tutti gli effetti) della passarella finale verso Madrid. L’equilibrio perfetto Simon Yates lo mostra nella salita finale di tutta la Vuelta, quella senza appello verso il Coll de la Gallina: pendenze durissime al termine di un trappolone di arrampicate compresse in un centinario di km. Quando altri due giovani leoni, Enric Mas e Miguel Angel Lopez, si danno battaglia a colpi di scatti e controscatti, Yates resiste al fascino dell’impresa solitaria in maglia rossa. Sale del proprio passo, controlla ed evita qualsiasi di rischio. Simon Yates al traguardo: la Vuelta è sua
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