AMBURGO – Quindici vittorie in stagione, nessuno ha vinto così tanto quest’anno. Il successo di Amburgo però, rappresenta per Elia Viviani un qualcosa in più, quel confronto diretto contro il gotha degli sprinter che da un po’ di tempo gli mancava. Il veneto al Giro aveva dominato le volate (quattro vittorie) concendendo parte del bottino a Sam Bennett, si era imposto, tra le altre vittorie, nella Tre Giorni di La Panne (compresa in una giornata unica). Poi al Tour, la Quick Step aveva puntato su Fernando Gaviria e Viviani aveva mancato una serie di stuzzicanti confronti con il campione del mondo Sagan, il tostissimo olandesino Groenewegen, Kittel, Demare, Kristoff e chi più ne ha più ne metta.
Proprio Demare e Kristoff sono stati messi in riga nella EuroEyes Classic, la corsa di Amburgo nata nel 1996, al momento troppo giovane per conquistarsi un posto nella storia del ciclismo, ma comunque nel corso del tempo salita agli onori come la corsa dei velocisti. Viviani, che per la prima volta ha sfrecciato davanti a tutti ion maglia tricolore, è stato semplicemente perfetto. il suo compagno di squadra Sabatini lo la pilotato al posto al momento giusto, lo stesso ha fatto la Fdj, con Demare scortato da Guarnieri. Poi il testa a testa, che oggettivamente non ha avuto storia. Per Viviani si tratta del bis consecutivo in Germania dopo la vittoria dello scorso anno: prima di lui la doppietta era riuscita solamente a Tyler Farrar nel 2009 e nel 2010. Fuori dai giochi Peter Sagan, evidentemente ancora in ritardo di condizione per i postumi della tremenda caduta al Tour de France e giunto decimo. Completano una giornata felice per i colori italiani il quinto posto di Matteo Trentin, fresco campione d’Europa, il sesto di Giacomo Nizzolo e il settimo di Sacha Modolo.
Una giornata che non ha mai dato la sensazione di sottrarsi all’adrenalina della volata. Primi 105 km senza particolari asperità, poi altri 110 resi più vivaci dal Waseberg (700 metri, ma una punta del 17%), da percorrere tre volte. Due le soluzioni di continuità ad un gruppo compatto. La fuga più lunga di giornata la portano avanti 5 uomini: tra loro c’è anche De Marchi, ma il gruppo controlla senza eccessivi patemi fino al ricongiungimento ad una ventina di km dall’arrivo. Quindi, sull’ultimo attacco a Waseberg, Colbrelli porta via una decina di uomini. Tra loro c’è anche Kristoff, ma da dietro rientrano per lo sprint. Potrebbe dire la sua il campione tedesco Ackermann, ma resta fregato da uno scivolone sul più bello. Lui manca all’appello, gli altri no, e Viviani che scrive l’ultima parola.
ORDINE D’ARRIVO
1 Elia Viviani (Ita) Quick-Step Floors 3:56:30
2 Arnaud Demare (Fra) Groupama-FDJ
3 Alexander Kristoff (Nor) UAE Team Emirates
4 John Degenkolb (Ger) Trek-Segafredo
5 Matteo Trentin (Ita) Mitchelton-Scott
6 Giacomo Nizzolo (Ita) Trek-Segafredo
7 Sacha Modolo (Ita) EF Education First-Drapac p/b Cannondale
8 Nikias Arndt (Ger) Team Sunweb
9 Niccolo Bonifazio (Ita) Bahrain-Merida
10 Peter Sagan (Svk) Bora-Hansgrohe
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