ROMA – Il 15 giugno resterà per sempre una data storica per l’EA7 Milano che, sconfiggendo 96-71 la Dolomiti Energia Trento, . Uno scudetto che porta anche la firma di coach Simone Pianigiani – al suo sesto tricolore – che a fine gara ha dedicato il successo alla società rigraziandola per l sostegno garantito nei momenti più duri della stagione ma al tempo stesso ha alzato l’asticella degli obiettivi chiedendo a coloro che faranno ancora parte del roster biancorosso quei costanti miglioramenti che servono per stare ai vertici: «È uno scudetto i cui meriti spettano al Signor Armani e a Livio Proli perché hanno costruito un club moderno in cui tutti i membri dello ataff mi hanno permesso di lavorare al meglio in una stagione durissima con infortuni e un’EuroLeague che ti uccide per lunghezza e fatica. Noi volevamo piantare un seme ma abbiamo dovuto farlo con l’emotivita delle situazioni circostanti. In quei momenti sentire alle spalle una società così solida, che davvero guarda al lavoro quotidiano, ovvero quello che ti fa migliorare, è stato fondamentale. Così siano migliorati, crescendo giorno dopo giorno anche durante le serie e infatti fin dai quarti di finale abbiamo giocato partite belle e importanti. Siamo stati bravi come coesione e siamo rimasti insieme anche con la partecipazione si chi non giocava come Theodore, che era stato protagonista fino a febbraio, e M’Baye. Abbiamo costruito la squadra con brave persone e vederle felici mi ha reso a mia volta felice».
MALEDIZIONE – Pianigiani si è poi tolto anche un sassolino dalle scarpe: «Vincere è sempre bello perché vedi i tuoi compagni di lavoro felici. Vorrei non avere la maledizione di dover vincere a tutti i costi. Nessuno vince sempre e vorrei non parlare di me e delle mie vittorie. Ma sono felice in modo particolare perché non volevo perdere proprio qui all’Olimpia con una proprietà e un gruppo di lavoro straordinari che meritavano questa gioia. Vincere timbra un primo anno di semina. Ma ora è importante che la vittoria non ci rilassi perché ogni giorno, anche adesso, dobbiamo pensare a migliorare».
NESSUNA RIVOLUZIONE – La parola d’oerdine per il futuro, come ha poi ammesso lo stesso Pianigiani ai canali ufficiali dell’Olimpia è continuità: «Quest’anno eravamo tutti nuovi e abbiamo costruito una base. Ora non dobbiamo stravolgere ma migliorare ogni anno aggiungendo qualcosa. Ma la base c’è ed è molto importante che ci sia. Quando ci ritroveremo ad agosto avremo già un po’ di esperienza insieme per costruire un’altra stagione impegnativa come questa in cui siamo andati in campo 76 volte e ogni sconfitta è stata accolta come un dramma. Non dovrebbe essere così».
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