Sono diversi anni ormai, che sento la parola miracolo continuamente accostata al Campli Basket. Miracolo per essere sempre a competere ad alti livelli, miracolo per una finale per la serie A, miracolo per gli ennesimi play off, miracolo per una sopravvivenza della società nonostante le mille difficoltà. Ed un ennesimo miracolo ci viene chiesto con un budget ridotto all’osso.
Mi sento però di contestare in maniera decisa questo accostamento: innanzitutto perché non siamo affatto dei Santi, anzi, di peccati da farci perdonare ne abbiamo tanti e diversi ancora da redimere.
In secondo luogo perché i miracoli sono rari, unici; mentre di imprese, a Campli, siamo abituati a parlarne di continuo.
Terzo, perché definire miracoli i tanti successi della nostra società, sarebbe come sminuire la capacità, la passione, l’impegno, la dedizione e la bravura di chi, in tutti questi anni, ha ricoperto i vari ruoli per mandare avanti questa tradizione. Sono stati successi, non miracoli!
No, non facciamo miracoli. E non è ad un miracolo che ci attacchiamo per la nuova annata che andremo ad intraprendere, ma ad un progetto.
Un progetto che parta da un patrimonio ben preciso e che tutti gli addetti ai lavori con cui mi sto confrontando ci riconoscono: la capacità di saper valorizzare i giovani che passano da noi e di saper rigenerare quelli più esperti.
Un progetto che qualcuno giudicherà obbligato e conseguenza della nostra attuale situazione, fino a sminuirlo ad una tappa forzata in attesa di tempi migliori. Ma io dico che questo è un progetto che ci porterà a programmare il nostro futuro, con obiettivi ben precisi e verifiche continue. Un progetto affidato ad uno staff che sarà competente e preparato, che avrà l’impegnativo compito di plasmare un gruppo di giovani pieno di entusiasmo e di ambizioni, di sostenerlo, di motivarlo, di migliorarlo e di potergli garantire, come nella nostra tradizione, palcoscenici importanti. Un progetto che, qualsiasi sarà il risultato, dovrà passare per la passione e l’entusiasmo dei nostri dirigenti e dei nostri tifosi.
Sarà un roster in cui Miglio, con i suoi 20 anni, vestirà i panni del più “anziano” di turno. Un roster in cui avranno spazio ragazzi camplesi, che potranno finalmente confrontarsi con dei pari età ed integrarsi pienamente con loro.
Il mio sogno è quello di poter vedere il nostro pubblico appassionarsi a questa squadra, sostenerla ed incitarla nei tanti momenti di difficoltà che si presenteranno. Dimenticandosi per un momento dei fantastici risultati passati ed immaginando quelli futuri.
Bruno Impaloni – DIRETTORE TECNICO CAMPLI BASKET
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