MACERATA – Quando per i reumatismi venne scartato dal Milan, Beppe Bergomi ne fu quasi felice. Almeno così racconta oggi, “perché per me contava giocare a pallone, giocare con gli amici, e tornavo da loro alla Settalese”. Si è aperta così a Macerata, con la presentazione del suo libro “Bella zio” (scritto con Andrea Vitali), l’ottava edizione di Overtime, festival del racconto e dell’etica sportiva.
Bergomi ha analizzato il momento delicato del calcio italiano (“non siamo così male come veniamo dipinti, vedo una carenza di numeri 10 ma il talento va aspettato”) e ha raccontato la sua infanzia, trascorsa in una famiglia in cui il calcio non era un’ossessione. “Quando ero ragazzino, mia mamma e mio papà avranno visto un paio di partite in tutto. Mia madre è venuta a San Siro una volta sola per Inter-Torino e quando la sera della finale Mundial a casa salirono gli amici di mio fratello, lei uscì di casa e andò a passeggiare”. Poi sul calcio che cambia: “Osvaldo Bagnoli diceva che se prima della partita non hai il serpentùn, cioè le farfalle nello stomaco, se non hai la tensione giusta… ora li vedo con i telefonini in mano, ma i tempi sono cambiati. Io non li farei usare a tavola e nello spogliatoio”.
Oggi, nell’ambito della sezione web del festival e al termine del convegno “Web e comunicazione sportiva on-line. Nuovi linguaggi e nuove icone del racconto sportivo”, un riconoscimento per Repubblica.it e per il nostro “il Puliciclone”, premiato come miglior blog sugli sport di squadra.
Nel programma di Overtime una mostra fotografica a tema sportivo per studenti, presentazioni di libri, cortometraggi, documentari, workshop, seminari, un torneo di rugby, un raduno ciclistico. Tra gli ospiti delle prossime giornate: l’ex ciclista Stefano Garzelli, il presidente della federbasket Gianni Petrucci, il direttore generale tecnico delle Nazionali Bogdan Tanjevic, l’ex nuotatore Filippo Magnini, l’ex calciatore Moreno Torricelli. Il festival si concluderà domenica.
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