Dinamiche sociolinguistiche culturali nei contesti sportivi. E’ il titolo del work-shop organizzato oggi e domani dall’Università per Stranieri di Siena. Paolo Moretti, coach della On Sharing Mens Sana Basket 1871 ha preso parte alla fase inaugurale portando la propria testimonianza assieme a due atleti iridati dell’Atletica Leggera il siepista keniano Ezekiel Kemboi e la sprinter italiana Irene Siragusa. Altra ospite di rilievo la saltatrice azzurra Elena Vallortigara, una delle quattro donne italiane volate oltre i due metri. Marco Rossi, calciatore della Robur Siena ha completato il gruppo coordinato da Andrea Sbardellati, giornalista e presidente del Gruppo Stampa di Siena.
Il dibattito, teso a far emergere come le questioni di lingua potessero interagire con la cultura e l’impegno sportivo è stato interessante e ha presentato più aspetti di incidenza.
Paolo Moretti e Marco Rossi hanno entrambi portato l’esperienza di atleti, l’uno spesso in squadra con atleti tutti di diversa estrazione linguistica, l’altro determinato a conoscere come l’attività all’estero – in Australia – poteva influire sulla propria carriera. Moretti ha anche introdotto l’esperienza di padre alle prese con l’ambientamento del figlio Davide, oggi sophomore, alla Texas Tech. L’aspetto da loro sottolineato è che la conoscenza della lingua – in genere l’inglese – è base dell’ambientamento all’interno di una squadra e di un territorio. Sapere la lingua, poterla parlare e comprendere è base di un miglioramento della propria vita soprattutto al di fuori del momento agonistico giacché sport maggiori come il calcio e il basket ormai hanno diffuso una terminologia internazionale che entra a far parte di quasi tutte le lingue.
Siragusa e Vallortigara, in veste di atleti non impegnate in campionati di durata, ma soprattutto partecipanti ad eventi singoli, hanno testimoniato che la lingua costituisce prima uno scoglio da affrontare per partecipare e poi un utile mezzo per socializzare in happening mondiali dove davvero si parlano tutti gli idiomi del mondo. La lingua nell’atletica leggera di livello è base di tutti i regolamenti, di tutte le informazioni che riguardano l’evento a cui si intende partecipare e generalmente gli stessi regolamenti non vengono neanche tradotti per non rischiare più interpretazioni degli stessi.
Sapere la lingua internazionale – in genere inglese, talvolta francese, più sporadicamente lo spagnolo – costituisce strumento necessario per presentarsi ai blocchi o salire in pedana al momento giusto; avere uno staff tecnico che la parla correntemente è utile quando si è in presenza di reclami. Irene Siragusa, per gli studi che compie, è anche l’interprete della nazionale, ma ammette nel suo intervento che a volte – in questo caso una preparazione alla gara effettuata in Cina – è utile anche la gestualità. Sintetico nei suoi interventi Ezekiel Kemboi, il più titolato tra i presenti, che ammette come sia nelle Americhe, come in Africa e in Europa siano tanti gli idiomi e bisogna trovare la maniera di farsi capire.
Applausi ai filmati di chiusura dove per ciascun ospite si ricordavano i momenti di maggior lustro sportivo, prima che il work-shop dell’Unistrasi riprendesse con ospiti e docenti da tutto il mondo. Una bella iniziativa cui la On Sharing Mens Sana Basket 1871 ha prestato il suo patrocinio.
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