Alla prima udienza del processo contro Jabari Bird, la 24enne ala piccola dei Celtics, il pubblico ministero ha raccontato una storia da incubo. Il giocatore avrebbe sequestrato la sua fidanzata per diverse ore arrivando a simulare più volte uno strangolamento fino a farla svenire. Costretta a nascondersi in bagno o sotto un letto, era stata perfino gettata contro un muro e riportata dentro per le caviglie quando era quasi riuscita a guadagnare la porta di casa. Un quadro devastante, da cui era uscita solo perché Bird era stato preso da convulsioni che lo avevano costretto a correre in ospedale.
I Celtics hanno rilasciato una dichiarazione che lascia pochi dubbi sulla mancanza futura di interesse del club verso il giocatore. “Prima di tutto, i nostri pensieri sono per la vittima di questo incidente”, scrive la squadra. “I Celtics deplorano tutte le forme di violenza domestica e siamo profondamente turbati dalle accuse contro Jabari Bird. In conformità con la politica sulla violenza domestica nel contratto collettivo NBA, casi di questo tipo sono gestiti dalla lega, non dalla squadra, e i Celtics lavoreranno quindi con la lega e le autorità locali per aiutarli nelle loro indagini in corso. Il team non avrà altri commenti per il momento.”
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