Le condizioni per ripartire con una carriera in NBA sono state chiare per Isaiah Thomas fin dal primo colloquio: “Voglio che tu sappia che Jamal Murray è il nostro regista titolare oggi e domani, e se vuoi ottenere dei minuti da titolare, non succederà qui.” Parole e musica di Michael Malone. Atterrando ai Nuggets, con un contratto minimo veterano di un anno, il playmaker tascabile è stato avvisato su cosa lo aspetta.
Troppi fatti compressi hanno funestato il suo percorso dal 2017 a oggi quando sembrava lanciato come giocatore leader dei Celtics. La morte della sorella a cui era legatissimo, l’aver voluto giocare sopra un infortunio quando sarebbe convenuto fermarsi, l’operazione inevitabile, l’arrivo a Boston di Kyrie Irving che l’ha spedito a Cleveland. E anche qui la fretta di tornare in campo, l’amalgama con James che non arrivava, la trade ai Lakers. E adesso la terza squadra in un solo anno, Denver.
L’infortunio ha fatto perdere a Thomas l’occasione di un grosso contratto, che sul campo si sarebbe meritato. Uscire dalla panchina e giocare minuti farebbe ricredere quelli che pensano al peggio per la sua anca: “Quando tutti vedranno che sto bene, non sarà difficile per me ottenere il contratto che merito. I Nuggets hanno bisogno di me, io ho bisogno di loro.”
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