Oklahoma City, nella notte italiana, ha confermato Raymond Felton con un contratto annuale al minimo salariale, ovvero 2,4 milioni di dollari. Ma per effetto delle regole sul salary cap, arrivando così a 150 milioni di dollari di monte ingaggi, dovrà pagare – in quanto recidiva, visto che aveva sforato anche la scorsa stagione – altri 150 milioni di tassa alla NBA. Una cosa mai vista finora nella Lega nordamericana dovuta al fatto che, per costruire squadre vincenti la lotta al rialzo degli ingaggi dei giocatori più importanti è diventata pazzia economica. Un fatto su cui Adam Silver e i suoi collaboratori dovranno riflettere con molta attenzione.
Secondo gli analisti della NBA c’è solo un modo per uscire da questa apocalisse finanziaria. Tagliare Carmelo Anthony e il suo stipendio da 28 milioni di dollari per il 2018-19. Usando l’apposita regola della “Stretch provision” che permette di distribuire lo stipendio dell’ex Knick in diversi anni con la conseguenza di risparmiare circa altri 100 milioni di dollari in luxury tax. Quindi ci sarà da vedere, prima dell’inizio del campionato, come e dove andrà a posizionarsi Carmelo Anthony nel novero delle squadre della Lega. D’altra parte è anche vero che le ultime due finaliste del campionato, Warriors e Cavaliers, pagano decine di milioni di tassa ogni anno per arrivare in finale. Per questo soltanto i Lakers potevano raccogliere il contratto di LeBron James, essendo una delle due franchigie più ricche della Lega. L’altra è New York ma, in quanto a competitività, lasciamo perdere.
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