Coach Ramagli rimane lucido nella propria analisi anche dopo la sesta sconfitta consecutiva: “Abbiamo fatto la partita che dovevamo -commenta il tecnico- e fin quando le energie ci hanno sostenuto, siamo stati anche capaci di rendere la vita molto difficile alla terza forza del campionato. Poi, comprensibilmente quando devi spremere i tuoi giocatori, negli ultimi cinque minuti siamo calati e Cremona è stata chirurgica a colpirci e a non permetterci più di poter rientrare in partita. Siamo ovviamente affranti e sarà, almeno per me, una notte insonne, ma con grande onestà non mi sento di buttare la croce addosso a nessuno dei miei giocatori. La partita era stata preparata così e abbiamo fatto molto bene quello che dovevamo: specie nel primo tempo, pur faticando in attacco, abbiamo secondo me disputato un’ottima partita. Purtroppo il punteggio ci vedeva sotto di 3, magari a causa di dettagli, un paio di rimbalzi non catturati, un canestro facile sbagliato di troppo, ma la sensazione era che la squadra ci stesse provando con tutta se stessa. Poi nel secondo tempo abbiamo cominciato a mostrare i sintomi di un calo a livello energetico -spiega Ramagli- e inizialmente siamo stati bravi a rimanere comunque attaccati alla partita, poi, negli ultimi cinque, sei minuti, anche a causa della loro bravura, siamo crollati e il finale di partita è stato un incubo”.
La sensazione è che la squadra, in questo momento, non riesca a fare molto più di quanto visto stasera: “Torno a dire che dobbiamo essere onesti intellettualmente -afferma Ramagli- e ammettere che così facciamo fatica a essere competitivi. Certo quando perdi la terza partita in casa su tre e anche stasera prendi 90 punti, c’è poco da dire. Ma la realtà è che quando i ragazzi si rendono conto che il livello di competitività non è più quello necessario per giocare partite di questo tipo, beh, a loro viene addosso un muro… E’ una reazione se vogliamo ingiustificata, ma io stasera non ho visto nessuno che ha tirato indietro: ho visto semmai delle evidenze che anche stasera sono venute fuori. Io capisco le valutazioni della società -conclude il coach- perché razionalmente non è facile intervenire dal momento che è sempre più difficile trovare risorse economiche: vorresti fare quattro passi, ma forse puoi farne uno”.
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