Ultimi giorni di vacanza per capitan Peppe Poeta. In Costa Smeralda, dopo varie puntate in giro per l’Italia e a Formentera, con preparatore personale al seguito da un mese. E Marco Belinelli come compagno di allenamenti: «Abbiamo lavorato ogni giorno, dalle 9 alle 11, senza palla. Forza e resistenza, alternando il tutto. Ho potenziato anche la muscolatura della spalla per evitare i problemi avuti a fine stagione: non voglio tralasciare nulla, anche perché tra un mese compirò 33 anni e il fisico va curato ancor più. E il ‘Beli’ la pensa come me». Che il futuro sia la seria A con la Fiat o l’Nba con i San Antonio Spurs poco cambia: massima professionalità e desiderio di presentarsi al meglio fin da giovedì, primo giorno di raduno. Per scoprire da vicino i nuovi compagni e un allenatore come Larry Brown (atteso in città il 23 del mese), vincente ovunque sia stato.
L’investitura di Brown Chiamato a fare crescere la Torino del basket e a lasciare un’impronta per gli anni che verranno: «Ci ho parlato un paio d’ore quando era stato a Torino in occasione della presentazione e la sintonia è stata immediata – le parole del playmaker gialloblù -. Mi ha fatto un’ottima impressione, ma non sono certo io a poter giudicare un personaggio del genere». Semmai, nei giorni scorsi è stato lo stesso Brown a parlare bene di Poeta indicandolo come «gran conoscitore di basket e futuro allenatore». «Leggere certe cose mi ha inorgoglito, non lo nego. Speriamo di riuscire a far bene fin da subito».
Con i soli Poeta e Okeke reduci dalla passata stagione. «È nata una squadra giovane, con cinque americani su sei che non hanno mai giocato in Europa. Bisognerà mettere in preventivo qualche difficoltà iniziale, però sarà una sfida intrigante. Starà a noi accorciare i tempi per diventare un gruppo che possa dare fastidio a tutti, sia in campionato che in Eurocup».
Tra i più attesi, Royce White, ex prima scelta in Nba la cui carriera è stata poi rallentata da problemi di ansia che lo hanno allontanato dai palcoscenici più prestigiosi: «Tecnicamente è un fenomeno, su questo non ci sono dubbi. Se il coach lo ha scelto, vuol dire che ha avuto garanzie sulla sua affidabilità. Lui, McAdoo e Cusin formeranno una batteria di lunghi difficilmente arginabile: credo partiremo da lì, cercando poi di correre il più possibile visto l’atletismo e la giovane età dei nostri esterni».
Davanti a Poeta, nel ruolo di play titolare, ci sarà invece Tra Holder, piccolino (185 cm per 78 kg), sgusciante e con grande personalità: vista la relativa stazza fisica dell’ex ‘Diavolo’ di Arizona State, difficilmente i due potranno giocare insieme come invece era accaduto lo scorso anno con Garrett. «Non temo di passare meno tempo sul parquet, no. Intanto perché, se la squadra vince, nella mia filosofia cambia poco rimanere in campo 15 o 20 minuti. E poi perchè nessun allenatore mi ha mai tolto dal campo quando stavo facendo bene. Come sempre, il minutaggio di ognuno di noi dipenderà da quello che saremo in grado di produrre per il bene comune».
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