Lega A – Olimpia Milano, Pianigiani “Dal clima positivo le premesse per fare una grande stagione”

Media Day al Forum per l’Olimpia Milano. Ambiente soft, tutto molto compassato, niente tifosi o caccia agli autografi. Si potrebbe aggiungere “tutto sotto controllo” la cifra costruita dalla società nell’ultima stagione. Per una volta sotto i riflettori, a disposizione della stampa, c’è coach Simone Pianigiani, speriamo per il bene del campionato e di Legabasket, che non sia l’ultima come nella passata stagione. Per lui le normali dichiarazioni di intenti di inizio campionato, conferme e novità: “Partiamo da un clima positivo per ragioni oggettive. L’anno scorso eravamo tutti nuovi. Adesso abbiamo procedure che ci permettono di riconoscerci subito nel lavoro quotidiano, importante quando lavori e devi essere subito performante perché sei all’Olimpia e hai obblighi immediati. Partiamo con tutti gli effettivi, che è inusuale, sono tutti abbastanza pronti e possiamo fare subito un buon lavoro di pallacanestro anche se poi molti partiranno per la Nazionale lasciandoci mezza squadra.”

Squadra. Oggi siamo 13 giocatori: per l’EuroLeague siamo quasi al minimo indispensabile, ma siamo anche una squadra che può assorbire anche gli acciacchi perché abbiamo una certa intercambiabilità, con elementi che possono ruotare su più ruoli e hanno tutti grande desiderio di stare qui. Micov? Lo scorso anno l’ho spremuto, il suo ruolo resta centrale, ha grande feeling con lo staff, ma abbiamo costruito una struttura credibile per potergli dare un po’ di respiro. In alcuni momenti senza di lui avremo qualche lettura in meno ma potremmo essere più produttivi in termini di corsa o taglia, ad esempio con Kuzminskas da 3 e Brooks da 4 o con lo stesso Fontecchio per essere molto grandi.

Coach. Io sono al secondo anno: venire qui è una grande motivazione, poi giorno dopo giorno respiri l’orgoglio di far parte dell’Olimpia e gli stimoli aumentano. Non voglio essere presuntuoso, magari non ci riuscirò, ma quando vinci lo scudetto numero 28 ti viene voglia di pensare alla terza stella. Anche questo motiva. Posso dirlo: mi sento a casa. Il confronto con Larry Brown? Ogni volta che arriva un personaggio come lui, il momento è di crescita. Lui ha visto e fatto tutto. La sua presenza ci arricchisce”.

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