Quando nella primavera 2017 spiegavamo ai nostri lettori che uno dei motivi per cui l’Italia avrebbe padellato Eurobasket 2017 (e l’anno prima le Olimpiadi, of course) era il mancato inserimento in squadra di un giocatore determinante nazionalizzato – come più o meno fanno tutti – e il presidente Petrucci ribadiva l’orgoglio del made in Italy salvo poi rimediare quanto raccolto (ovvero nulla), non sapevamo, e ce lo racconta Piero Guerrini su Tuttosport di oggi, che Ettore Messina cercava di portarsene uno davvero decisivo nel gruppo senza successo…
Oggi Jeff Brooks è prossimo a diventare italiano dal punto di vista sportivo – è sposato con Benedetta, un figlio e il passaporto in arrivo -. La conferma arriverà dalle convocazioni in Nazionale di coach Sacchetti per la finestra settembrina di FIBA World Cup 2019. Ma certamente uomo-partita lo sarà per l’Olimpia Milano in questa annata che vuole una grossa crescita della squadra in chiave EuroLeague. Il Media Day dell’Olimpia, Jeff Brooks e Piero Guerrini.
Italia ha cambiato la mia vita. Sul passaporto stiamo ancora lavorando, anzi mia moglie sta lavorando. Abbiamo finito l’iter dobbiamo solo aspettare. Spero che prossima settimana sia tutto pronto, forse prima. Se posso andare, ritiro il documento e volo subito in Nazionale. Serve pazienza, ma ci siamo. Per il resto sono davvero molto eccitato per essere tornato in Italia e averlo fatto a Milano. E’ il Paese in cui tutta la mia camera è partita e la mia vita è cambiata Sono diventato uomo. Ora sono in una società così grande. Abbiamo stazza e talento adatti all’Eurolega. Voglio vincere, in Italia e andare lontano in Europa.
Talento a stelle e strisce. Tanti faticano a trovare loro spazio e a mostrare ciò che sono, altri ad accettare di partire da più basso di quanto ci si aspetti. Io avevo avuto un infortunio e andai volentieri a Jesi. I Io avuto una glande stagione e da lì mi ha chiamato Cantù e ho giocato in Eurolega. La cosa più importante è essere umili e divertirsi in ciò che fa Così dai sempre il 100% e le occasioni arrivano.
Ala piccola o secondo lungo? M piacciono entrambi: da tre, posso sfruttare la mia struttura contro avversali più piccolo. Da quattro posso difendere comunque sui lunghi perle mie qualità, però sfrutto la velocità Ma io sono pagato per giocare, non per allenare, dunque dove vuole il coachio gioco. Tre o quattro non importa, ma aiutare la squadra a vincere.
Milano, Milano, Milano. Se si muove un team con la storia e il presente di Milano non puoi dire no. Poi mia moglie, la suafamiglia, volevano l’Italia C’erano così tanti motivi per accettale che non ci ho pensato un attimo, dopo due ottime stagioni in Spagna Conosco la lega di A e la A mi conosce. Non vedo l’ora che s’inizi.
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