Lega A – Dalmasson per una nuova Alma con la vecchia identità vincente

La serie A vuol dire una squadra rivoluzionata, con tante partenze e arrivi eccellenti per innalzare il livello della sfida. In tutto questo turbinio di novità, però un allenatore vuole mantenere l’identità vincente che ha caratterizzato la sua storia recente. Addirittura, mentre scorrono i giori di vacanza prima dell’immanacbile ritiro nel post-Ferragosto, Eugenio Dalmasson vuole che i tifosi la riconoscano tale e quale è stata fino ad oggi, nell’analisi sulla rosa a disposizione fatta a Roberto Degrassi su Il Piccolo.

La nuova Alma che vorrebbe vedere. “Una squadra di giocatori che stanno bene insieme e hanno voglia di lottare. Senza primedonne ma con elementi scelti per la capacità di diventare protagonisti a turno e di essere in grado di occupare anche più ruoli”. Una caratteristica non nuova, per Trieste. “In questi anni abbiamo dato con la società un’identità. E questa identità ci ha dato tante soddisfazioni. Lavoriamo per mantenere quella fisionomia di gioco con giocatori più adatti per reggere il confronto in serie A. E da neopromossi non abbiamo cercato salti nel buio privilegiando pedine già esperte del nostro basket”.

Walker è l’unico vero volto nuovo in Italia. “Lo seguivamo dall’anno scorso, avevamo raccolto informazioni per premunirci nel caso non avessimo potuto riavere Green. Le referenze erano buone. Poi Javonte è tornato, lui è andato in Australia dove si è infortunato, si è operato ed ha ripreso nella DLeague, al punto da venir premiato come giocatore più progredito”. Quali le differenze con Green? “Non ha l’esplosività e la forza fisica di Javonte pur essendo un ottimo atleta. Rispetto a Green ha una maggior confidenza con il tiro da tre punti anche se non è un mangiapalloni. Aiuta a rimbalzo, è un discreto difensore e come Green grazie a braccia lunghe intercetta molti passaggi. Ricordiamoci che per lui sarà la prima esperienza europea, concediamogli tempo e pazienza”.

Knox e Mosley. “Le referenze sono eccellenti, sia da parte di Sussi che di Mazzon che lo ha allenato in Sicilia. Andrea voleva portarsi Knox a Ravenna e se tra i vari stranieri dell’Orlandina voleva proprio lui significa che Justin è convincente come persona e come giocatore. Non è sceso in A2 perchè voleva giocarsi una chance in A e ha scelto Trieste. Così come Mosley. L’abbiamo sempre detto: cerchiamo giocatori che diano garanzie e desiderino lottare per questa squadra. Il mercato, del resto, soprattutto per quanto riguarda i lunghi è terribile”. Concorrenza spietata e titolata. “Siamo una neopro e in questo momento certe trattative a un certo livello non sono possibili. I club che fanno le coppe hanno la priorità nelle scelte di certi procuratori”.

Mosley sarà un debuttante in A. “Gli mancava questo salto e ha voglia di compierlo. In A2 ha dimostrato le caratteristiche che cercavamo: salto, rimbalzi, difesa ed energia. Anche a Legnano ha fatto bene e non a caso coach Ferrari voleva portarselo a Casale”. Proviamo a mettere a confronto i due nuovi lunghi. “Knox è meno esplosivo di Mosley ma è un 2,07 vero, con una buona stazza, ha un buon tiro ma è anche molto bravo spalle a canestro e potrebbe creare un mix micidiale con Peric perchè non sarà facile limitarli per le difese avversarie. Mosley è uomo da pick and roll, intimidatore, più rapido di Knox per aiutare gli esterni nelle difese aggressive. Insomma sono diversi e ci consentono varie soluzioni”.

Non c’è il rischio che l’Alma sia troppo sbilanciata sui lunghi rispetto agli esterni? Peric, Da Ros (con Janelidze a coprirlo), due Usa, Cittadini, Strautins che è un’ala piccola finora impiegata da 4. “No. Siamo equilibrati. Con Wright in regia c’è Fernandez che potrà dimostrare il suo valore in A, Cavaliero garantisce qualità e minuti importanti, Walker e Sanders sono due guardie-ali intercambiabili, Strautins lo considero un esterno e se vogliamo complicare la lettura tattica agli avversari c’è sempre la carta di Peric “3”.

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