Jeremy Lamar Chappell, un vincente. La possente guardia della Red October Cantù, 191 centimetri per 94 chili, è stata di gran lunga una delle sorprese più belle dell’annata biancoblù. In una stagione vissuta da leader vero, non soltanto per il grado di capitano (incarico che gli è stato conferito la scorsa estate per la prima volta in carriera), Chappell ha dimostrato sul campo di essere un giocatore di enorme affidamento, oltre che di incommensurabile carisma. Una leadership, dunque, di certo non comune ma anche un bel mix di talento e forza fisica che ha permesso al nativo di Cincinnati di rivelarsi uno dei giocatori più “duri” ed efficaci dell’intera Serie A. In questa stagione – tra campionato, playoff e Final Eight di Coppa Italia – l’atleta statunitense ha giocato 35 gare per un totale di 1110’, nei quali ha realizzato 416 punti, quasi 12 di media. In oltre 31’ di impiego a partita, il capitano biancoblù ha catturato anche 5.9 rimbalzi di media, servito 2.6 assist e recuperato 1.6 palloni ad incontro.Per tutti questi motivi, ma non solo ovviamente, Chappell è riuscito a centrare per la nona volta in carriera i playoff. Un appuntamento che l’atleta dell’Ohio non ha mai saltato nei professionisti, sempre alla post season dal 2010, anno in cui raggiunse i primi playoff con i polacchi dello Znicz Jaroslaw. Da lì in avanti un successo continuo e playoff a tutto spiano: l’annata seguente, 2010-’11, il quarto posto con l’Hoverla, formazione ucraina. Lo stesso anche nel biennio successivo con il Ferro-ZNTU Zaporizzja, sempre nel massimo campionato ucraino. In campo in sua compagnia l’amico Randy Culpepper e, in panchina, coach Kirill Bolshakov che Chappell ha ritrovato entrambi in biancoblù nel corso di questa stagione.Per Chappell stessa sorte anche in Russia, con tre playoff centrati in altrettante stagioni, come accaduto nel triennio in Ucraina. Una post season con il Triumf Ljubercy (diventato in seguito Zenit San Pietroburgo) nella stagione 2013-’14 e due con l’Avtodor Saratov. Poi l’approdo in Turchia nel 2016, al Banvit, dove ovviamente non manca l’abituale appuntamento con i playoff dopo la conquista della coppa nazionale nel febbraio del 2017 a discapito del più quotato Efes. Tradizione che Chappell non ha interrotto neppure in Italia, riportando Cantù ai playoff dove mancava dal 2015. Una tradizione vincente, che il capitano della Red October difficilmente vorrà abbandonare nel prosieguo della sua carriera.
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