La Red October Cantù cede il passo alla Happy Casa Brindisi nel quinto turno della Serie A PosteMobile, 76 a 59 il finale del “PalaPentassuglia”. I brianzoli si vedono così costretti a dover rinunciare al prosieguo della striscia favorevole di successi che era salita a quota tre (consecutivi) dopo quello di settimana scorsa contro la Grissin Bon Reggio Emilia.
Di seguito le parole di coach Evgeny Pashutin nel dopo partita di Brindisi:
«Non eravamo pronti a livello mentale. Ci siamo preparati una settimana per impostare la partita come avevo detto in fase di preparazione: ovvero con una mentalità forte, condividendo il pallone in attacco e limitando Clark, ma non siamo riusciti a fare nulla di questo».
«Abbiamo fatto sette possessi in puro stile “run e gun”, corri e tira, una cosa che non avevamo mai fatto prima nell’arco della stagione. Questo è stato un po’ come tornare alla nostra preseason, dove ci affidavamo più al talento individuale che al lavoro di squadra».
«Un’altra cosa che non abbiamo fatto è stata quella di controllare il ritmo della gara, cosa che invece siamo riusciti a fare bene nelle partite precedenti. Non avendo il controllo del ritmo, ci siamo dunque adattati al gioco molto veloce di Brindisi. Questo ha favorito sicuramente di più gli avversari che hanno schierato quintetti piccoli, mettendoci in difficoltà. Poi, abbiamo provato a mettere della fisicità nel secondo, nel terzo e nel quarto periodo ma il 22 a 5 dei primi dieci minuti aveva indirizzato la partita. E su un campo come questo non è facile recuperare uno svantaggio del genere».
«Venivamo da tre successi di fila, questa sconfitta ci servirà da lezione. Forse pensavamo inconsciamente che tutto fosse facile per noi ma le squadre si adattano al nostro gioco, quindi dobbiamo imparare la lezione: muovere il pallone e non andare di uno contro uno».
«Ci eravamo preparati ad affrontare la loro difesa su certe situazioni di “pick and roll” ma, nonostante l’avessimo preparata anche su questo, abbiamo comunque sbagliato perdendo tanti palloni. Poi, quando abbiamo incominciato a mettere in pratica ciò che avevamo preparato, abbiamo incominciato a trovare anche qualche tiro aperto. Sbagliando questo, però, è stato come una persona che tocca il fuoco dopo che qualcun altro gli aveva detto di non farlo. Non abbiamo ascoltato il consiglio e ci siamo fatti male».
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