Lega A – Amedeo Della Valle si presenta a Milano

Al termine della parentesi azzurra a cavallo tra giugno e luglio, è tempo per Amedeo Della Valle di tirare le somme dell’annata finita e di presentarsi ai tifosi dell’Olimpia Milano. E l’intervista di Tuttosport a cura di Piero Guerrini è un’ottima occasione.

Della Valle, parentesi azzurra sfortunata Bene ora, ma il et Sacchetti non poteva rischiare alla vigilia. Mi brucia non aver potuto riscattarmi dopo la brutta prova con la Croazia, però venivo da due mesi senza partite. E i miei compagni o erano nelle mie condizioni, oppure erano esausti peri playoff.

Campanello d’allarme. Dobbiamo fare tesoro di queste partite, anche delle sconfitte, per crescere.

Stagione della consacrazione. Sono contento, ho sfruttato spazio e occasioni, sono maturato anche nelle scelte. Ma è stata una stagione davvero dispendiosa a livello di energie. Ho giocato quasi 50 partite sempre con alto minutaggio. E’ giusto prendersi una pausa e prepararsi a una lunga stagione curando il corpo.

L’arrivo a Milano. L’ho vissuto con molta carica, è stata una scelta facile dopo i colloqui con Livio Proli e Simone Pianigiani. Penso mi avessero sempre seguito, ma giustamente volevano sincerarsi che potessi reggere il livello di Eurocup, almeno. Per me ha fatto la differenza pure il fatto che avessi già giocato per Pianigiani, all’Europeo 2015 e che ci siano altri giovani progrediti in stagione all’Armani. Penso ai lunghi Tarczewski e Gudaitis. Anche Nedovic e Brooks sono in crescita, insomma, vedo margini e un progetto chiaro.

Un nuovo ruolo. E’ ovvio che sia diverso giocare 30′ e con grandi responsabilità, oppure entrare dalla panchina e provare a cambiare scenari nelle partite. Dovrò fare aggiustamenti. Ma sono prove da cui sono già passato, ad esempio a Ohio State e pure al mio arrivo a Reggio Emilia. Sarà una stagione lunghissima. E la successiva ancora di più con il passaggio a 18 squadre in Eurolega e in A. Perciò è importante l’estate e già comincio a prepararmi a Milano.

Europa. L’Eurocup non è l’Eurolega, ma è dura, una competizione bellissima con un format interessante. Devi affrontare difese che fanno cambio sistematico sul pick and roll. E io incontro fisicità che non potrò mai pareggiare, mica sposto io. Ma ho imparato a sfruttare meglio le mie qualità che sono velocità, agilità, imprevedibilità.

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