Alessandro De Pol, da un paio di stagioni alla Rai come spalla tecnica nelle telecronache del massimo campionato, fa le carte alla serie A analizzando il mercato dell’Alma. Salita dalla A2, Trieste si è ritrovata a fare i conti con un torneo completamente diverso da quello appena vinto. Adeguarsi al livello della massima serie ha comportato la dolorosa rinuncia ad alcuni degli uomini simbolo della promozione. Al loro posto stranieri chiamati per adeguare il roster biancorosso a quello delle altre squadre. Lorenzo Gatto per Il Piccolo lo ha intervistato
Livello serie A. Guardando i roster, rispetto alla passata stagione, mi sembra che il livello della serie A1 si sia alzato. Squadre come Reggio Emilia, Brindisi, Torino e la stessa Bologna hanno accresciuto il loro potenziale e migliorato moltissimo. Nonostante questo credo che Trieste abbia le carte in regola per salvarsi tranquillamente e che, anzi, potrà lottare per centrare un posto nei play-off.
Stranieri. Scelta obbligata considerando la totale differenza di atletismo e fisicità tra i due campionati. In serie A la palla sta per la maggior parte dei minuti in mano agli stranieri, gli italiani devono adeguarsi a un basket completamente diverso. Non bisogna necessariamente affidarsi agli americani: Reggio Emilia qualche anno fa ne è stata buona testimone. Con un gruppo di italiani forte e due stranieri di livello assoluto come Kaukenas e Lavrinovic andò vicina al titolo. Ma fu un’eccezione perchè gli italiani, quelli di livello, costano davvero molto.
Italiani. Cavaliero conosce bene la A1, il suo apporto sarà fondamentale. Avrà meno la palla in mano rispetto alla scorsa stagione ma la sua esperienza sarà preziosa. Fernandez è un play che mi incuriosisce vedere all’opera. Anni fa fu scelto da Milano come giovane di prospettiva, ora ha l’occasione di dimostrare che la serie A non gli va stretta. Stesso discorso per Da Ros arrivato a un punto della carriera in cui deve provare a fare il salto di qualità. Vedremo come affronterà l’avventura, di certo esperienza, tecnica e furbizia possono sopperire a un deficit fisico che inevitabilmente pagherà.
Prima salvezza, poi, perché no? playoff. Partiamo da un presupposto: Trieste deve salvarsi e, nel corso della stagione, dovrà superare qualche momento di difficoltà. Perciò la scelta di stranieri che conoscono il campionato italiano è importante. Wright, il nuovo play, mi piace tantissimo. L’ho visto all’opera negli ultimi anni ed è veramente tosto. Tecnicamente forse discontinuo ma difensore arcigno, grande combattente e capace di mettersi al servizio della squadra. Peric è l’altra grande garanzia di questo gruppo, per il resto buona la scelta di giocatori che hanno assaggiato, magari a spezzoni, la A. Nel quadro disegnato dagli uomini mercato dell’Alma non esiste la star. Ci sono tanti giocatori che possono recitare da protagonisti e vestire, a turno, il ruolo del leader. In questo puzzle mi incuriosisce Walker. Da vedere e valutare ma se, ancora una volta, Dalmasson e Ghiacci ci hanno visto bene le cose, per Trieste, potrebbero farsi interessanti.
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