L'autore della norma pro Ronaldo aveva in mente un respiro più popolare

Enrico Zanetti è l’ex viceministro dell’Economia autore, nella Legge di Stabilità 2016 del governo Renzi, di quella norma che in questi giorni viene chiamata, più o meno impropriamente, “salva-Ronaldo”, che era stata pensata per attrarre in Italia un numero interessante di uomini di affari ad alto reddito offrendo loro una consistente agevolazione fiscale. Zanetti nell’articolo pubblicato oggi su Libero non si limita a fare una difesa di quanto fatto, ma proponendo un coraggioso passo successivo (come sarebbe stato nelle intenzioni di partenza di quel governo) che porti a un rinnovamento globale della tassazione nel nostro paese che possa condurre alla nascita della “flat tax”. Ecco le sue parole:

Il clamore mediatico suscitato dall’ingaggio di Cristiano Ronaldo da parte della Juventus è utile spunto per rilanciare alcune considerazioni sulle opportunità per l’Italia che discenderebbero dall’attuazione della grande rivoluzione fiscale del sistema di tassazione dei redditi di cui si è tanto parlato prima delle elezioni. È noto infatti che una parte non marginale in questo fenomenale evento economico-sportivo è stata giocata da una norma inserita a fine 2016, a cavallo della caduta del Governo Renzi, che consente una tassazione forfetaria di 100.000 euro sui redditi esteri (non su quelli italiani) di chi si trasferisce in Italia dopo essere stato residente all’estero in almeno 9 dei 10 periodi di imposta precedenti.

Una norma che fu complesso riuscire a inserire in un contesto di maggioranza politica ostile alle logiche di fiat tax (e che infatti bocciò l’analoga misura con la quale volevamo prevedere una tassazione agevolata sui redditi di pensione esteri e «italiani di rientro») e che rappresenta poco più che acqua fresca rispetto alla vera propria «rivoluzione interna» e «attrazione esterna» che determinerebbe una tassazione dei redditi al 23% con no tax area di 12.000 euro per i redditi bassi e mediobassi. Questo meccanismo di tassazione favorirebbe infatti non solo l’emersione domestica, ma soprattutto l’attrazione dall’estero di contribuenti di elevato standing reddituale che trasferirebbero nel nostro Paese la propria residenza e il centro dei propri affari. I contribuenti residenti in Italia che dichiarano oltre 300.000 euro sono circa 35.000 (con una media di 607.00C euro di reddito dichiarato); numeri destinati a quadruplicarsi con un sistema di tassazione sopra i 100.000 euro che diverrebbe il più attrattivo in assoluto, salvo quello della Svizzera.

Il motivo per cui, pur essendo doveroso concentrare la maggior parte del costo della riforma a beneficio dei redditi bassi e medi, non bisogna però scandalizzarsi di mettere sul piatto alcuni miliardi a favore dei redditi più elevati, è proprio perché è su questa fascia che si determina poi il vantaggio competitivo del sistema rispetto a quello degli altri Paesi, il conseguente effetto attrattivo e la parziale copertura anche del costo a vantaggio delle fasce basse. Persa tra mille intenzioni di politiche di aumento di spesa, la fiat tax vede oggi la maggioranza impegnata a cercarne forme di prima introduzione nell’allargamento a qualche altra centinaia di migliaia di partite Iva dell’attuale regime fiscale al 15% «dei contribuenti minimi» utilizzato da circa un milione di piccolissime partite Iva. Buona iniziativa, ma talmente timida e ininfluente sulle dinamiche macroeconomiche da lasciare l’amaro in bocca.

Fermo restando che la fiat tax «generale» non è utopia, con un ordine di priorità chiaro e sano pragmatismo sul fronte di una «pace fiscale» che deve andare al di là delle sole cartelle esattoriali e riguardare tutto il pregresso, il consiglio alla maggioranza è di superare le proprie idosincrasie pauperiste da un lato e sovraniste dall’altro, avviando il processo di fiat tax proprio dai contribuenti esteri che decidono di trasferire la propria residenza in Italia, se non ritengono più possibile l’immediata introduzione per tutti. Avremo la fila dei Cristiano Ronaldo dell’industria francese e tedesca, della city londinese e altri ancora. E, con una norma che richiede poco o nulla in termini di coperture preventive, avvieremo l’incremento di gettito utile a introdurla anche per i residenti

Fonte: http://feeds.pianetabasket.com/rss/

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