L’uomo che non sorride mai, che ha sempre la stessa faccia perché le emozioni sono tutte dentro di lui, si scioglie in un sorriso quando riceve il trofeo di MVP della Supercoppa insieme ai due figli che indossano entrambi la sua maglia numero 5, quella che non ha mai abbandonato in carriera. Micov non è un giocatore spettacolare, non è abituato ai riconoscimenti individuali, ma nessuno lo apprezza più di allenatori, compagni e avversari. “Io?”, chiede stupito quando gli comunicano che è lui l’MVP del Three-peat. Succede a Kruno Simon 2016 e Jordan Theodore 2017. Ha segnato 29 punti in due gare, 17 nella finale, con 5/8 da tre. E la notizia migliore è che l’MVP avrebbe potuto essere Arturas Gudaitis, ambedue le gare in doppia cifra nei rimbalzi, devastante in finale con 17 punti, o magari Nemanja Nedovic, 37 punti nelle due partite, lucido killer, o ancora Mike James, l’uomo delle giocate spaccapartita, anche in finale. E’ la prova che è stata una vittoria di squadra. Proprio per questo è giusto che abbia vinto Micov: nessuno interpreta il ruolo di giocatore di squadra più di lui. Più del Professore.
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