Fenerbahçe, Zeljko Obradovic: “Il mio rapporto speciale con Gigi Datome”

Il Fenerbahçe ha partecipato al City of Cagliari senza le sue stelle italiane Gigi Datome e Nicolò Melli. Zeljko Obradovic in Sardegna fa il punto della preparazione complicata (visto che i nazionali assenti sono molti con Vesely che ha conquistato i Mondiali con la sua Repubblica Ceca) e sul rapporto speciale con SuperGigi sulla Nuova:

«Tutti gli anni la “preseason” è così- dice allargando le braccia -. I giocatori sono fuori per giocare con le varie nazionali. Si è parlato tanto delle finestre durante la stagione, la situazione è questa e noi tecnici non possiamo fare altro che regolarci di conseguenza. In questa fase abbiamo tanti giocatori giovani – dice -, alcuni elementi che hanno firmato da poco. Si vede che siamo ancora senza ritmo, alcuni hanno avuto problemi fisici. Ma comunque cerchiamo di sfruttare questi test per capire quello che certi giocatori ci possono dare durante la stagione, hanno bisogno di capire dove si trovano. Ora affronteremo Sassari e anche questa sarà una prova interessante, perché quando ti alleni sembra sempre che tutto vada bene, poi arrivano le partite e allora ti accorgi di quali sono i problemi e dove devi intensificare il lavoro. In queste due partite a Cagliari ho avuto modo di vedere tante cose, alcune positive, molte negative ma a questo punto è normale. Gli obiettivi del Fener? Sarà una stagione molto lunga, sarebbe sbagliato pensare agli obiettivi finali, questo non è il mio modo di lavorare. Andremo avanti gara dopo gara, cercando di fare del nostro meglio».

Gigi Datome. «Il mio rapporto con Gigi? Una delle ragioni per le quali siamo venuti in Sardegna è lui. Peccato che sia in nazionale e non abbia potuto partecipare a queste amichevoli. Io sono davvero felice di averlo nella mia squadra, è una persona molto intelligente, si trova molto bene a Istanbul, ama la città. Io con lui ho un ottimo rapporto, è un giocatore importante: a volte sbaglia, come tutti, ma parliamo e capisce al volo, e questo è molto importante nel rapporto tra un allenatore e un giocatore. In questi anni è maturato, sa esattamente cosa deve fare e cosa vogliamo da lui».

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