EuroLeague – Una Milano troppo stanca inciampa a Barcellona

L’Olimpia per un quarto gioca anche a Barcellona, sorprendentemente considerate le assenze (Nedovic e Della Valle) e le circostanze (seconda gara in tre giorni, in trasferta, contro una squadra fisica e in una situazione apertamente complicata), un primo quarto sontuoso in cui macina anche otto punti di vantaggio. Dopo la spia della benzina si è accesa e il resto della partita è stato una continua rincorsa non tanto agli avversari, solidissimi, fisici e duri in difesa, quanto alla voglia di trovare qualcosa che potesse generare la rimonta. Merito della squadra è stato non mollare sul meno venti, tentando tutto anche con qualche tripla disperata. Mike James ha riavvicinato l’Olimpia a meno 13, poi Milano ha avuto anche la forza più mentale che fisica di produrre un’altra rimontina chiudendo la gara a meno dieci, 90-80.

IL PRIMO TEMPO – Kaleb Tarczewski rimedia subito un colpo al naso da Tomic: sanguinante deve lasciare subito il posto a Gudaitis. L’Olimpia nonostante l’inconveniente parte sparata: l’esecuzione offensiva è strepitosa. Da tre segnano Brooks, Cinciarini e due volte Micov. La prima tripla di Micov vale il massimo vantaggio sul 13-6, la seconda ripristina cinque punti di margine sul 16-11 dopo la reazione pilotata da Hanga e Kuric. La seconda tripla di Brooks dilata il vantaggio a otto punti, 21-13. Qui Kyle Kuric usa tiro ed energia per riportare sotto il Barcellona: segna due volte su rimbalzi d’attacco lunghi in un quarto da sette punti. Il Barcellona torna a meno due, ma Gudaitis attacca il ferro, James ruba palla e schiaccia forzando il time-out urgente di Coach Pesic. Il finale di quarto è favorevole al Barcellona: prima segna Heurtel poi allo scadere Blazic trova una tripla fortunosa di tabella che mangia il margine, riducendolo a un solo punto, 25-24. Il momento favorevole prosegue nel secondo quarto: la tripla di Heurtel vale il primo sorpasso Barcellona, poi segna due volte Oriola da sotto. Uno sbandamento anche offensivo alimenta il contropiede avversario, assieme ai rimbalzi (21-9 alla fine del primo tempo). Blazic dalla lunetta scava improvvisamente 12 punti tra le due squadre nonostante in mezzo ci sia una tripla di Jerrells. L’Olimpia si ricompatta attorno a due iniziative di Jerrells. Due liberi di Gudaitis la riportano a meno sei ma qui sale in cattedra Chris Singleton con due triple consecutive che ripristinano il vantaggio in doppia cifra del Barcellona. Pangos mette l’ultima zampata del periodo. All’intervallo è 53-42 Barcellona.

IL SECONDO TEMPO – L’Olimpia si aggrappa all’energia e alla grande serata di Jeff Brooks per provare a restare in partita anche se la taglia e la fisicità del Barcellona determinano un dispendio di risorse enorme. Dopo un antisportivo fischiato a Tarczewski, il gap si allarga a 13 punti e di fatto è il momento della rottura prolungata che segna la partita. Tomic usa tecnica e centimetri per imperversare dentro l’area, Kuric è chirurgico al tiro anche quando la difesa non lo molla ma soprattutto il terzo quarto è complicato in attacco con palle perse, percentuali insufficienti, nessun tiro libero e qualche canestro segnato più di voglia che di lucidità. Una tripla di Jerrells allenta la pressione ma solo per un momento, poi il Barcellona finisce meglio anche il terzo quarto e dilaga a più 20, 74-54. Il quinto fallo fischiato a Tarczewski con successivo fallo tecnico non spegne comunque la voglia di lottare proverbiale di questa squadra. Il tiro libero del più 19 Barcellona fa da apripista a un 5-0 Olimpia con tripla di James che ricuce fino a meno 14, giocando con tre piccoli contro il quintettone del Barcellona che schiera Claver da ala piccola. Non ci sono margini però per una rimonta minacciosa, perché l’attacco  – occorre dare credito anche alla difesa avversaria – ritrova ritmo e precisione solo a gara finita. E’ abbastanza per costringere Pesic ad un paio di time-out prudenti obbligando il Barcellona a giocare fino in fondo. Nel finale, si è guardato alla differenza canestri e l’Olimpia contro una squadra che ha tentato di ampliare il divario è stata in grado invece di mangiare punti che – magari – torneranno utili. Il finale è 90-80.

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