In bilico tra un anno di ricostruzione e i nuovi progetti per il 2018-19, Egidio Bianchi racconta il momento attuale del basket italiano e le prospettive che si apriranno con il passaggio a 18 squadre.
Lo stato di salute del basket italiano…
“Lo definisco in crescita. Dopo la ferita per la perdita lo scorso anno di una società come Caserta, abbiamo proseguito a testa bassa nel consolidamento delle sedici facenti parte; da due anni stiamo studiando nuovi controlli a modalità di verifica per monitorare in itinere lo stato di salute dei club, così come la sostenibilità in proiezione. Stiamo poi dando linfa al veicolo commerciale del brand, aiutati dal nuovo contratto sui diritti televisivi; con Eurosport abbiamo anticipato il calcio, portando su piattaforme dinamiche e “giovanili” la fruizione del prodotto basket.”
Di cosa necessita il movimento: di nuovi dirigenti di livello, di giocatori di prim’ordine o di idee innovative?
“Un mix di tutte e tre le cose. Reputo che il tema fondamentale sia l’investimento per consolidare la società; meglio spendere qualche soldo in più per un dirigente piuttosto che “consumare” danari per un giocatore. L’esempio virtuoso è quello di Brescia e Trento, società capaci in prima battuta di strutturarsi all’interno per poi incrementalmente costruire squadre competitive.”
Ci si avvia verso una serie a 18 squadre. Più preoccupato o più stimolato in tal senso?
“Son preoccupato soprattutto per la calendarizzazione. Già ora abbiamo 11 squadre su 16 che parteciperanno alle coppe, con tutte le problematiche di incastonare gli eventi, figuriamoci con altre due affiliate. Motivato anche perché avere una serie A a 18 squadre comporta alzare l’asticella, verificare quanto questa soluzione possa essere assorbita dal punto di vista economico, incrementare la crescita d’importanza della massima serie.”
Un grande successo le Final Eight della scorsa stagione. Egidio Bianchi su cosa investirà per dare maggior lustro alla massima serie italiana?
“Continueremo a valorizzare gli eventi come per esempio la Supercoppa italiana del 29 e 30 settembre. Nell’occasione esporremo progetti di sviluppo collaterali, così come in Coppa Italia, investendo nella commercializzazione del prodotto. Il fiore all’occhiello però sarà, sulla stregua del calcio con il campionato Primavera, varare un torneo giovanile con la 16 (e poi 18) società di serie A. Insomma un puzzle variegato, in cui anche la collaborazione con le scuole, coadiuvati dalla Federazione, avrà un ruolo preponderante.”
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