ROMA – Anni di sofferenza, tra infortuni e terapie riabilitative, prima dell’urlo liberatorio. E le lacrime. Derrick Rose è stato sommerso dall’abbraccio dei compagni, al termine di un’esibizione da Oscar. Ha giocato la miglior partita in Nba dei suoi ultimi sei anni. Lo confermano i 50 punti garantiti alla propria squadra, Minnesota Timberwolves, 34 dei quali realizzati nel secondo tempo, 15 nel quarto tempo. Praticamente, un exploit contro i malcapitati Utah Jazz. Rose è reduce da un calvario durato sei anni: nel 2012, quando giocava a Chicago, nella sfida contro Philadelfia – già acciaccato, ma tenuto ugualmente in campo – Rose rimediò un gravissimo infortunio al ginocchio che lo costrinse a scalare un Everest a mani nude. “Ho fatto sforzi enormi per farmi trovare pronto, non riesco bene a spiegarlo con le parole“, ha commentato, al termine di una performance che rimarrà nella storia. Secondo il coach Tom Thibodeau, che lo ha fortemente voluto nella propria squadra, Rose è un uomo “dotato di grande coraggio, di una grande umiltà e di un carattere fortissimo, tutte qualità che gli hanno permesso di attraversare tantissime difficoltà in carriera“.
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