Nick Zeisloft è la guardia americana della Leonis Roma che stasera giocherà il derby di A2 contro la Virtus di Bucchi e di Nic Moore, suo compagno di squadra a Illinois State. La sua specialità sono i tiri da tre punti. E’ stato intervistato per l’edizione romana del Corriere dello Sport da Fabrizio Fabbri e spiega semplicemente come si è costruito un futuro nella pallacanestro a dispetto dei suoi allenatori delle giovanili, e dell’applicazione di sacrificio per raggiungere la meta:
“Tirare è la dote che mi caratterizza, anche se quando ho cominciato a giocare da bambino mi schieravano da… pivot. Poi intorno ai 14 anni ho capito che se volevo continuare a giocare ad alto livello dovevo cambiare. Ho lavorato tantissimo con degli ottimi coach (generoso, ndr), eppure sono diventato un tiratore con ore ed ore da solo in palestra. Ripensavo a come eseguivano quel fondamentale i migliori giocatori, a come mettevano la mano, il gomito. Bisogna allenarsi senza sosta e soprattutto prima di tirare pensare di essere il migliore del mondo. Non è superbia. Se nella testa non sei convinto, non segnerai.” Se non avesse agito così forse sarebbe stato dominante fino a 18/19 anni ma alla fine sarebbe risultato essere un pivot nano, senza tiro da fuori, senza esplosività per l’uno contro uno e probabilmente senza la voglia di reinventarsi un ruolo che non aveva mai svolto.
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