Chi sono e cosa fanno i procuratori sportivi

Cosa unisce un calciatore a un giocatore di basket, un pugile o un ciclista? Oltre al fatto di essere degli sportivi, hanno l’esigenza comune di sottoscrivere dei contratti e di trattare con delle società senza avere le competenze adatte a questo ruolo. E chi li supporta in questa attività? La figura del procuratore sportivo, un professionista che si mette a disposizione del proprio assistito curandone una vasta gamma di aspetti, da quello contrattuale e normativo alle sponsorizzazioni passando per l’organizzazione degli eventi. Ma se la figura professionale è comune alle varie discipline, retribuzione, regole e inquadramento sono differenti a seconda dello sport a cui si fa riferimento. Il calcio è, come si poteva immaginare, il «mondo» più ricco, dalla Serie A fino alle categorie inferiori. Infatti, è lo sport che vede la maggior diffusione di agenti sportivi. Basket, pallavolo e pugilato hanno da poco cambiato le proprie regole. E in altri sport, come il golf, sono le società a farla da padrone.

Calcio. Lo sport più seguito d’Italia ha il maggior numero di agenti attivi, i maggiori livelli retributivi e la platea di sportivi più ampia. L’elenco tenuto dalla Figc segnala, all’11 maggio 2018, 1.124 procuratori in attività. Dalla deregulation operata dalla Fifa nel 2015, è sufficiente un’autocertificazione per poter essere inseriti nel registro pubblico della Federazione. Tutti i calciatori professionisti sono assistiti da una figura del genere, dalla serie A alla Serie C. Sul fronte degli emolumenti, sono principalmente due le modalità con cui vengono pagati gli agenti: con un forfettario prestabilito oppure applicando delle percentuali sulla retribuzione lorda del calciatore o sul prezzo di trasferimento (oppure su tutti e due). La percentuale sulla retribuzione non prevede una percentuale fissa stabilita dalla legge; viene, però, consigliato di applicarne una del 3%. Anche se, nella prassi, la soglia abituale applicata è quella del 5%. Sui trasferimenti le percentuali sono decisamente più basse, visto che le cifre sono molto più elevate rispetto alle retribuzioni lorde.

Pallacanestro. Nel basket italiano vigono regole molto precise per i procuratori sportivi. La Federazione italiana pallacanestro (Fip) ha il proprio regolamento, aggiornato l’ultima volta nell’aprile del 2016. Per esercitare l’attività di agente è necessario passare un esame apposito per poter poi essere iscritto nel «registro dei procuratori di atleti di pallacanestro», tenuto dalla Fip. Il regolamento prevede anche l’istituzione della «commissione procuratori». Solo i soggetti iscritti nel registro Fip (oppure in quello Fiba, la federazione internazionale) potranno qualificarsi come agenti. È sufficiente il diploma di scuola media per partecipare all’esame; il candidato, inoltre, non dovrà aver subito condanne per delitti non colposi o sanzioni per illecito sportivo. Una volta registrato, rispettando le regole di comportamento stilate dalla Federazione, l’iscritto potrà operare all’interno di tutti i campionati senior organizzati dalla Fip e potrà rappresentare giocatori ed allenatori. (Nella foto, LeBron James e il procuratore Paul Rich)

Ciclismo. Quando si parla delle due ruote bisogna innanzitutto chiarire che si tratt a di una disciplina a carattere internazionale, i cui eventi non si svolgono all’interno di una singola federazione ma sono organizzati in varie nazioni. Infatti, anni fa era stata presentat a una proposta di legge per istituire un albo e un esame nazionale per gli agenti. Ma l’iniziativa si è sovrapposta alle esigenze di «internazionalizzazione» della professione. Ad oggi, per essere procuratori bisogna passare l’esame presso l’Unione ciclistica internazionale, con la conseguente iscrizione ad un registro internazionale tenuto dalla stessa Unione. In Italia convivono l’elenco internazionale e quello nazionale. La trascrizione è praticamente simultanea; per poter essere iscritto al nazionale, la Federazione chiede semplicemente all’agente di adeguarsi alle normative sul conflitto di interessi vigenti in Italia. In Italia lavorano 25 procuratori, a cui si aggiungono dieci avvocati abilitati e tre agenti tesserati per altre federazioni.

Pallavolo. La pallavolo non è uno sport professionistico e, quindi, non dovrebbe essere coinvolta in discussioni sulla figura del procuratore. Ma, come confermato anche dalla Lega, il problema è stato affrontato e la disciplina si presenta in tutto e per tutto, da un punto di vista legale, come una vera e propria attività professionistica. Fino a poco più di due anni fa esisteva un albo e un esame per essere abilitato. Tutto, però, è stato fermato dal fenomeno dell’avvocato procuratore; in pratica gli abilitanti la professione forense, ricevendo le deleghe dagli atleti, esercitavano le loro procure sulla base delle competenze proprie della professione. In questo senso il legale non aveva interesse ad iscriversi in un albo federale, avendo già le skills necessarie e certificate e dovendo già sottostare al codice deontologico della professione. Era stata anche formata una commissione interna per esami e albo. Ad oggi esiste solo un elenco tenuto dalla federazione internazionale, che non ha carattere vincolante.

Pugilato. Anche nel pugilato cambiamenti recenti hanno modificato nettamente la procura sportiva. Fino a tre anni fa la boxe era considerata uno sport professionistico, mentre ora non lo è più. I pugili prò vengono chiamati in questo modo perché dal punto di vista degli adempimenti fiscali e dello stato giuridico sono a tutti gli effetti dei professionisti. Il grande cambiamento sugli agenti è avvento con la liberalizzazione delle procure per le società; fino a poco tempo fa il procuratore aveva il compito di coordinare i rapporti tra atleti e società organizzano gli incontri. Ora le stesse società possono gestire i pugili e, quindi, la figura dell’agente diventa in molti casi superflua. Attualmente, su 200 pugili tesserati, 45 sono quelli prò e sono suddivisi su soli tr e procuratori. Uno di questi è Francesco Ventura del team Cavallari-Ventura: «la situazione è sicuramente più confusa rispetto a qualche anno fa», racconta a ltaliaOggi Sette l’agente. «L’intervento su professionisti e dilettanti, operato dall’Aiba (l’Associazione internazionale) ha scombinato un sistema che funzionava da decenni. Per noi, comunque, il grosso cambiamento è stata la liberalizzazione verso le società. Comunque, questo non è il mio primo lavoro, non riuscirei a campare solo con questo. Ha un ritorno economico, certo. E la mole di lavoro non è eccessiva, si tratt a soprattutto di operare al telefono».

Golf. Anche qui vale il discorso del ciclismo; siamo di fronte ad una disciplina che si basa su eventi internazionali. Infatti, praticamente non esistono intermediari italiani o iscritti ad un elenco nazionale (che non c’è). Esiste, invece, u n a società di intermedia – zione (la Img), che gestisce i più importanti atleti italiani (i fratelli Molinari e Matteo Manassero). La Federazione si occupa di seguire gli atleti fino ai 18 anni; una volta diventati maggiorenni ognuno segue la sua strada, generalmente affidandosi a società estere.

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