La Red October Cantù esce sconfitta dalla gara di andata del secondo Qualification Round di Basketball Champions League. A vincere al “PalaBancoDesio” sono gli Antwerp Giants, formazione vicecampione di Belgio allenata da coach Roel Moors. 76 a 84 il finale, match di ritorno in programma domenica 30 settembre ad Anversa. Di seguito la conferenza stampa post partita di Cantù-Anversa, con le dichiarazioni di tre protagonisti.
Il primo a presentarsi in sala stampa è l’ala belga Hans Vanwijn, autore di una prova davvero notevole da 16 punti, 8 rimbalzi e 7 assist, per 24 di valutazione. «Siamo partiti bene nei primissimi minuti – ha affermato Vanwijn – poi però Cantù è andata avanti nel punteggio ma, nonostante questo, siamo rimasti concentrati. La squadra è stata brava a rientrare in partita rapidamente ed a vincere».
Queste, invece, le parole del suo allenatore: «Abbiamo giocato molto bene il secondo quarto – ha dichiarato nel post gara coach Moors -, annullando subito il distacco dei primi dieci minuti. Tuttavia, abbiamo avuto alti e bassi durante la partita, qualche errore di troppo lo abbiamo commesso. Per qualche minuto abbiamo giocato anche in maniera troppo “soft” ma poi abbiamo reagito bene. È sicuramente un buon risultato in ottica del ritorno perché abbiamo vinto; otto punti di vantaggio però non sono molti, dunque non ci resta che rimanere concentrati al massimo per affrontare la gara di domenica. Il mio lavoro sta proprio in questo – ha concluso l’allenatore belga – riuscire a tenere alta la concentrazione dei miei giocatori».
A chiudere la conferenza stampa post partita coach Evgeny Pashutin, capo allenatore della Red October Cantù, che si è così espresso sulla sconfitta casalinga: «Anversa è una grande squadra, che rispetto, composta da cinque buoni americani. Loro sono stati bravi a metterci pressione in tante situazioni, difendendo forte e correndo tanto in attacco. Da parte nostra invece, abbiamo avuto qualche problema con i falli di Ike Udanoh, anzi, direi che questo è stato il nostro problema principale. Con quattro falli di Udanoh non potevamo rischiare troppo, di conseguenza abbiamo iniziato a giocatore senza il nostro centro titolare. Così facendo, Davis ha giocato tanti minuti da “cinque”, faticando a rimbalzo. Un altro dei nostri principali problemi è stato l’atteggiamento su alcuni fischi, dove abbiamo pensato troppo a protestare anziché a giocare. Poi, invece, nel quarto periodo abbiamo incominciato a giocare in maniera più intelligente, più di squadra. Nell’ultimo quarto ognuno aveva il suo ruolo, ognuno sapeva che cosa doveva fare per il team e, di conseguenza, la squadra girava bene. Ci è mancato il giusto equilibrio. Dobbiamo giocare bene in difesa per tutti i 40 minuti, condividendo il pallone e ragionando di squadra dall’inizio alla fine, cosa che invece siamo riusciti a fare in Ungheria. La storia dice che nove punti da recuperare non sono niente. Quindi – ha concluso Pashutin – andremo in Belgio preparati per affrontare la prossima partita, con l’obiettivo di lottare e qualificarci».
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