Bilancino di coppe: quando la realtà rimpicciolisce le ambizioni

E’ vero che partecipare a una coppa europea può dare lustro alle società di qualsiasi sport e, magari, provocare l’interessamento di qualche sponsor dal respiro internazionale. Ma, se al di là di vittorie e sconfitte che ci stanno sempre come il bene bene o il male male, se una società nel suo complesso non è strutturata per poter competere nel modo corretto impressioni e risultati non si potranno che leggere al ribasso. Vediamo le italiane di coppa.

Fiat Torino (0-7). Addio sogni di gloria. Lo sponsor internazionale c’è, ma dopo una carambolesca stagione con tre allenatori, la Coppa Italia, il declino senza storia ma con il pallottoliere rosso delle sconfitte al massimo la totale rifondazione avrebbe dovuto far riflettere. La sfortuna (rinunce di giocatori, infortuni di elementi importanti, allenatore 78enne alle prese col chirurgo) non è un alibi perché fa parte del gioco, andava messa in conto. E’ mancato l’insieme e Torino è l’unica squadra di EuroCup a non aver vinto un incontro dopo sette partite di regular season.

Dolomiti Energia Trento (2-5). La rifondazione tecnica è sul banco degli imputati. La società ha salutato il gioco fisico con cui Buscaglia aveva portato in finale scudetto per due anni di fila la giovane Aquila, i risultati ottenuti finora – come nelle scorse due stagioni – stanno già costringendo il club a tornare sul mercato, Craft è già una scommessa vinta dopo la gara con l’Asvel. In fondo i colpi di coda sono una caratteristica dei trentini.

Germani Brescia (2-5). Adesso tocca fare la corsa sul blasonato Galatasaray (ribaltare il risultato dell’andata +8 per i turchi, al PalaLeonessa), non un boccone da ghiotti, e sul ratiopharm Ulm (+1 per i tedeschi a casa loro). C’è il vantaggio di giocarsele in casa. Ultimi ma in possibile ripresa certo che facendosi mettere sotto da Andorra così c’è qualcosa da aggiustare immediatamente.

Umana Venezia (4-2). La principale avversaria dell’Olimpia Milano in Italia deve avere un piglio migliore in Europa. Nonostante la sconfitta interna la classifica non piange e quindi nessuna crisi di fiducia. Da recuperare gli infortunati e da amministrare meglio i presenti.

Banco di Sardegna Sassari (4-1). Lanciare lo Szolnoki Olaj come outsider della FIBA Europe Cup in cui molti hanno previsto proprio la Dinamo come finalista non era facile, ma perdendo oltre la gara anche la differenza canestri, ci siamo riusciti. Almeno il fatto toglierà l’ansia di prestazione futura in un girone che ha già emesso il suo verdetto.

Pallacanestro Varese (4-1). In FIBA Europe Cup anche Varese stacca il biglietto per la seconda fase, senza sprecare nulla nel buon allenamento fatto in Portogallo. Il cruccio più grande è, nonostante Consorzio e Associazione tifosi e coinvolgimento del territorio, non aver trovato uno sponsor da appiccicare sulla maglia e sulle comunicazioni ufficiali. Il budget complessivo è in riduzione, Bulgheroni parla con la stampa spiegando di essere pronti anche a tornare sul mercato (Bertone è ballerino, si dice) ma con il retrogusto da imbonitore di piazza. Vedremo.

Sidigas Avellino (5-1). E’ durato solo una settimana il secondo posto, il Murcia ha perso a Ludwigsburg e il gioco al primo posto è salvo. La stagione continua bene per gli irpini, che hanno certamente indovinato il tecnico e il parco giocatori. L’imperativo sarà crescere senza rompere il giocattolo nel corso della stagione, ma l’attitudine internazionale della società è stata ancora una volta confermata. EPCC E pi c’è Cole…

Segafredo Virtus Bologna (6-0). Oggettivamente, con il Promitheas Patras secondo nel gruppo D, si sta parlando di un girone abbastanza abbordabile. Ma tornare così in pompa magna, proprio per le difficoltà oggettive di qualsiasi club che intraprenda la prima campagna europea da un certo numero di anni, non stava scritto nelle stelle. Bravi.

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