BRESCIA – In nessun caso Italia-Lituania (domani, ore 20.15, diretta testuale su repubblica.it) sarà decisiva ai fini della qualificazione al Mondiale 2019, ma il match di Brescia ha lo stesso un sapore speciale per gli azzurri e per Meo Sacchetti. Battere gli imbattuti (e già qualificati) baltici porterebbe l’Italia a un solo passo dalla Cina, tre giorni dopo in Polonia il conto potrebbe chiudersi con una “finestra d’anticipo”, prima cioè degli incontri di febbraio con Ungheria e ancora Lituania.
Sacchetti, l’Italia non gioca un torneo globale dal 2006: avvertite il peso della storia?
“Non è un vero peso, quando uno gioca in nazionale si forma una corazza. I miei giocatori devono semplicemente giocare con sentimento”.
Che partite saranno?
“Noi ragioniamo una partita per volta. La Lituania è una squadra che nel girone ha sempre vinto e ha diversi giocatori bravi a disposizione del coach. È un paese che vive di pallacanestro, ma dal canto nostro giochiamo in casa e farlo contro di loro ci dà stimoli speciali”.
Il PalaLeonessa esaurito è un’ulteriore spinta.
“Certo, è importantissimo. Sappiamo quali sono le nostre qualità, dobbiamo saper esprimere quello che sappiamo fare. Il mio metodo è semplice, non stravolgere le caratteristiche di nessuno, non ha senso: in nazionale si deve prendere il buono dei propri giocatori ed esaltare le loro caratteristiche peculiari”.
Italia-Lituania si gioca nelle stesse ore di Zalgiris-Milano, quindi senza i giocatori Olimpia e gli altri di Eurolega: quanto le dà fastidio questa situazione?
“Lo sapevamo dall’inizio, non possiamo che fare di necessità virtù e di prendere il buono da queste situazioni, l’abbiamo sempre fatto dal novembre 2017, dall’inizio delle qualificazioni al Mondiale. I ragazzi hanno sempre fatto bene”.
In Polonia, un po’ a sorpresa, si ritroverà Cinciarini “concesso” da Milano.
“Il ragazzo ci ha sempre tenuto alla nazionale. Pensavamo di non averlo per due partite, poi le cose sono cambiate. Gli interessi dei club sono diversi da quelli della nazionale. Noi proviamo a prendere il più possibile da quello che ci concedono, ecco”.
Cosa sta raccontando di italiano il campionato?
“Stiamo vedendo un ottimo Tonut, bravo anche Moraschini, venuto dalla A2. A questo proposito, cito spesso l’esempio del percorso che Michele Vitali ha compiuto lo scorso anno, l’esplosione a Brescia, e ora la scelta di andare a giocare ad Andorra, nella Liga spagnola, il miglior campionato d’Europa. È una cosa che aiuta e fa maturare. Andorra? Beh, lì si pagano poche tasse. Scherzo. Michele Vitali ha un ruolo importante in azzurro, se l’è ritagliato, è stato bravo. Le porte sono sempre aperte, sono sempre in difficoltà nello scegliere i 12. Le scelte sono dettate dal momento e dalle convinzioni”.
Cosa pensa del campionato Next Gen, in partenza nel fine settimana?
“Sicuramente è una cosa interessante, bisognerà vedere come il progetto proseguirà, ma vuol dire che qualcosa si sta muovendo. La prima cosa importante è creare interesse intorno al basket, tutte le cose stimolanti sono importanti. E poi troveranno spazio tanti ragazzi italiani, anche di origini straniere e di seconda generazione. Tutta linfa importante per noi”.
Cosa pensa del caso Masciadri?
“L’ho chiamata, lei è il simbolo della pallacanestro italiana, ho sentito di doverla salutare. L’ho chiamata per farle i complimenti per la sua carriera, del resto ha fatto molte più partite in nazionale, sono un po’ invidioso di lei. Ogni allenatore gestisce le situazioni a suo modo, ognuno ha il suo carattere, ma altro non voglio dire su questo argomento. Noi del basket abbiamo bisogno di avere argomenti positivi, la negatività non ci serve proprio”.
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