Anche gli impianti devono essere messi a reddito. Gli stadi come i palazzetti

Fonte: Gio. Arm. Tuttosport

Non solo proprietà. Gli stadi devono essere prima di tutto redditizi, a chi, poi, appartengano legalmente i muri è un fattore secondario. Questo è un altro grande passo che i nostri club dovranno fare per crescere, spingendo sulla leva dei ricavi e diminuire il gap. Concretamente, del resto, nessuno impedisce alle società di prendere in gestione gli impianti esistenti e – al di là delle dichiarazioni di facciata – iniziare ad installare un numero superiore di bar (magari senza far pagare il doppio del normale una birra o un panino) e rendere comunque più vivibile e appetibile l’evento partita. La rendita della ristorazione fast food, del resto, è uno degli indici che – ad esempio nello sport americano – vengono utilizzati per calcolare la soddisfazione del cliente (è stato elaborato quel che viene chiamato il “burger index”).

ESEMPI ILLUSTRI Contrariamente alla vulgata comune che vorrebbe gli stadi del futuro esclusivamente “di proprietà”, un imperativo per i club di calcio del futuro, l’Inghilterra presenta numerosissime soluzioni ibride che permettono di approfondire il tema senza pregiudizi. Fatto quello si dovrebbe provare anche ad uscire dai luoghi comuni. Uno su tutti: anche in Inghilterra se vuoi fare uno stadio nuovo non ci metti due giorni. L’Everton ad esempio ne discute dal 1996. Alcuni esempi? Lo stadio del Brighton è di proprietà dell’Università di Brighton e del Comune. A Stamford Bridge il Chelsea negli Anni 90 ha lasciato che una onlus di tifosi acquistasse i diritti di superficie e il diritto a chiamarsi Chelsea. Concretamente: se Abramovich vuole andare altrove o chiede a loro o cambia nome (e infatti ha avuto – prima di abbandonare forse definitivamente il progetto – un sacco di problemi volendolo fare nuovo). L’Huddersfield detiene solo il 40% del suo impianto (40% è del Comune e 20% del trust dei tifosi). Lo stadio del Manchester City è del Comune che lo affitta per 10 mesi al City dandogli la gestione ordinaria e straordinaria (ma si riserva per 2 mesi d’estate per organizzare i concerti). Lo stadio del Newcastle è del Comune che lo ha dato in gestione al club, e così quello di Swansea. Il West Ham (non si è ancora capito perché) ha preso l’Olimpico in leasing dal Comune di Londra. L’importante, più che avere la proprietà dell’impianto, è quella di sfruttarlo nel modo migliore, ripagando i Comuni di un adeguato affitto e organizzando il miglior servizio possibile per i tifosi. Del resto non tutti i commercianti e non tutti gli spazi adibiti ad attività economiche sono “di proprietà”: in assenza di capitali anche un sano affitto può essere la soluzione auspicabile.

Fonte: http://feeds.pianetabasket.com/rss/

Articoli recenti

  • Tennis

US Open, i risultati di oggi: Djokovic al 3° turno

Novak Djokovic è al 3° turno dello US Open. Il serbo ha battuto Zachary Svajda (numero 145 al mondo) con il…

27 Agosto 2025
  • Volley

Marco Gaggini: «Perugia è entusiasmo puro!»

Perugia, 27 Agosto 2025 Giornata concentrata prevalentemente sul lavoro in sala pesi, quella di oggi, per i Block Devils che,…

27 Agosto 2025
  • Volley

Mondiali U21, Italia e Francia ai quarti: spiccano Mati e Tizi-Oualou

Si sono disputati oggi in Cina gli ottavi di finale dei Mondiali Under 21 di pallavolo maschile. L’Italia di Pardo…

27 Agosto 2025
  • Volley

Ecco la preseason della Tinet Prata

Dopo tre settimane di intensi allenamenti e il rientro di Coach Mario Di Pietro dai Mondiali U21 che si stanno…

27 Agosto 2025
  • Volley

Domotek, Polimeni: “L’emozione di un nuovo inizio.”

Domotek Volley, Polimeni: “L’emozione di un nuovo inizio. Il nostro sogno si veste col duro lavoro ogni giorno” REGGIO CALABRIA…

27 Agosto 2025
  • Tennis

Alexei Popyrin, chi è l’avversario di Sinner agli US Open

C’è solo un precedente tra Sinner e Popyrin: risale a ben quattro anni fa ed è stato vinto dall'australiano. Parliamo del…

27 Agosto 2025