Il finale della stagione 2017-18 che non ha potuto vivere da protagonista con la sua Fortitudo Bologna è un fastidioso rammarico. Matteo Boniciolli torna a parlarne in una intervista concessa al Corriere dello Sport. Pensando alla scorsa stagione, chiusa senza promozione in A della Fortitudo, nutre rimpianti? «Ne ho due. Il primo è il rendimento della coppia americana su cui avevamo pensato la squadra, dietro il quale si nasconde il rendimento non positivo degli italiani. Non tutti hanno disputato la loro migliore stagione. Il secondo rimpianto riguarda me. Non avere potuto concludere il mio percorso in panchina per motivi di salute ora risolti ha condizionato la squadra. Se Trieste fosse stata allenata da Dalmasson, dal suo vice Praticò e poi da un terzo allenatore, non so se sarebbe andata comunque in Serie A».
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