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    MotoGP: Quartararo in Suzuki? La rivelazione di Livio Suppo

    ROMA – Fabio Quartararo in Suzuki? Secondo Livio Suppo, un matrimonio che non sarebbe stato impossibile se la casa giapponese non avesse abbandonato la MotoGP al termine del Mondiale 2022. In un’intervista a “MOW Magazine”, il manager italiano ha parlato di chi preferirebbe tra Marc Marquez e il campione del mondo 2021 nella sua squadra: “Domanda difficile. Fabio e Marc sono due dei piloti più forti, ma sulla carta dovranno lottare con la loro moto e questo per il mondiale è un po’ un peccato. Per quanto riguarda Fabio non vorrei che fosse arrivato al punto di smettere di crederci, lui ci mette una pezza da tanti anni: se la moto continua a soffrire così tanto in velocità massima potrebbe scendergli la catena”.Guarda la galleryBagnaia da Mattarella: un casco con dedica per il Presidente della Repubblica
    Il racconto di Suppo
    “Invece credo che Marc abbia perso un po’ la fiducia nei confronti della Honda, almeno dalle dichiarazioni che fa e dal fatto che abbia smesso di provare molto presto a Valencia – ha aggiunto Suppo -. Sembra che non ci creda più tanto, quindi è veramente difficile capire chi potrà essere più competitivo tra loro. Dipenderà molto da quanto i rispettivi reparti corse riusciranno a migliorare la moto. Mi sembra che siano tutti e due abbastanza stufi della loro situazione, al punto che Fabio Quartararo sarebbe venuto da noi molto volentieri. E sarebbe stato divertente vederlo su di una Suzuki”. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Fujii spiega il perché dell'addio della Suzuki

    ROMA – La stagione 2023 non vedrà ai nastri di partenza del motomondiale la Suzuki. Un annuncio arrivato ormai oltre sette mesi fa e che ha una motivazione totalmente economica, come spiega anche Nobuo Fujii, responsabile marketing del team, che ha parlato di urgenze di mercato. “Uno dei motivi principali è stato reinvestire nella carbon neutrality. In questo momento – ha sottolineato a Motorcyclenews.com – la Suzuki sta vagliando varie opzioni, a seconda dalla cilindrata del motore”.
    “Periodo in MotoGP importante”
    L’ultimo addio del team giapponese era datato 2011, con rientro in MotoGP nel 2015. Un progetto che è ripartito alla grande come testimoniano le ultime vittorie di Alex Rins, per un addio che ha colpito molti tifosi. Tuttavia quest’ultima esperienza in MotoGP, negli ultimi otto anni, è stata fondamentale secondo Fujii. “Questo periodo ci ha permesso di assimilare nuove tecnologie da poter utilizzare nel corso degli anni, con gli ingegneri che lavoreranno ora nelle nostre aree di produzione”. LEGGI TUTTO

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    MotoGP: Suzuki spiega i motivi dell'addio

    ROMA – Sono passati ormai circa sette mesi da quando, agli inizi del mese di maggio, la Suzuki ha annunciato il suo addio alla MotoGP a partire dalla stagione 2023. Una decisione che ha una natura prettamente economica, come spiega anche Nobuo Fujii, responsabile marketing del team, che ha parlato di urgenze di mercato. “Uno dei motivi principali è stato reinvestire nella carbon neutrality. In questo momento – afferma a Motorcyclenews.com – la Suzuki sta vagliando varie opzioni, a seconda dalla cilindrata del motore”.
    “Importante assimilare nuove tecnologie”
    Non la prima volta che la Suzuki annuncia il suo addio, l’ultimo avvenne a sorpresa nel 2011 con rientro poi nel 2015.  A sostegno della bontà del progetto, che ha lasciato tanti tifosi sgomenti, le ultime vittorie di Alex Rins. Un’esperienza questa in MotoGP, negli ultimi otto anni, fondamentale secondo Fujii. “Questo periodo ci ha permesso di assimilare nuove tecnologie da poter utilizzare nel corso degli anni, con gli ingegneri che lavoreranno ora nelle nostre aree di produzione”. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Suzuki pronta all'addio: dagli anni 60' a Mir, tutti i titoli nel Motomondiale

    ROMA – Il Gran Premio di Valencia sarà l’ultimo appuntamento di Suzuki in MotoGP. La casa giapponese, che vanta un lungo trascorso all’interno del Motomondiale, lascerà il campionato più importante sulle due ruote come annunciato nella prima parte di questa stagione. L’esordio assoluto di Suzuki in questa competizione risale al 1960 in classe 125, ma il primo titolo è arrivato nel 1962 in classe 50 grazie a Ernst Degner. Le moto nipponiche si sono ripetute nelle due stagioni successive con Hugh Anderson, che nel 1963 e nel 1965 si è imposto anche in 125.
    Tuttie le vittorie
    Restando nelle categorie minori, da segnalare anche i tre titoli in classe 50 di Hans-Georg Anscheidt e quello di Dieter Braun. Tanti, però, anche i trionfi nella classe 500, la futura MotoGP, tra cui due titoli “italiani” firmati da Marco Lucchinelli (1981) e Franco Uncini (1982), che hanno fatto seguito al doppio sigillo di Barry Sheene tra 1976 e 1977. Successivamente, sono arrivate le vittorie di Kevin Schwantz (1993) e Kenny Roberts Jr (1999). In MotoGP l’unico titolo è firmato Joan Mir, che nel 2020 vinse al secondo anno in classe regina, mentre l’ultima vittoria è quella di Alex Rins di poche settimane fa in Australia. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Suzuki ai saluti: tutti i successi nel Motomondiale

    ROMA – Domenica 6 novembre, la MotoGP saluterà ufficialmente la Suzuki durante il Gran Premio di Valencia. La casa giapponese, che vanta un lungo trascorso all’interno del Motomondiale, lascerà il campionato più importante sulle due ruote come annunciato nella prima parte di questa stagione. L’esordio assoluto di Suzuki in questa competizione risale al 1960 in classe 125, ma il primo titolo è arrivato nel 1962 in classe 50 grazie a Ernst Degner. Le moto nipponiche si sono ripetute nelle due stagioni successive con Hugh Anderson, che nel 1963 e nel 1965 si è imposto anche in 125.
    Tutti i successi
    Restando nelle categorie minori, da segnalare anche i tre titoli in classe 50 di Hans-Georg Anscheidt e quello di Dieter Braun. Tanti, però, anche i trionfi nella classe 500, la futura MotoGP, tra cui due titoli “italiani” firmati da Marco Lucchinelli (1981) e Franco Uncini (1982), che hanno fatto seguito al doppio sigillo di Barry Sheene tra 1976 e 1977. Successivamente, sono arrivate le vittorie di Kevin Schwantz (1993) e Kenny Roberts Jr (1999). In MotoGP l’unico titolo è firmato Joan Mir, che nel 2020 vinse al secondo anno in classe regina, mentre l’ultima vittoria è quella di Alex Rins di poche settimane fa in Australia. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Mir colpito dalla sindrome compartimentale: “Operarsi è un'opzione”

    ROMA – Joan Mir, nell’ultima gara disputata a Sepang, in Malesia,ha vissuto un vero e proprio calvario. Il pilota della Suzuki, che dal 2023 affiancherà Marc Marquez nel team ufficiale Honda, però, dopo essere tornato da un infortunio alla caviglia che lo ha visto saltare quattro gare ha vissuto un weekend complicato a causa della sindrome compartimentale all’avambraccio destro che lo fatto chiudere in 19esima posizione a 41 secondi dal vincitore Francesco Bagnaia. “Sembra che io abbia avuto un episodio di sindrome compartimentale braccio. Sepang è una pista piuttosto impegnativa ma non così. Non riuscivo a capire la pressione che mettevo sul freno e ho perso tutta la forza del braccio destro”, le sue parole riportatedal sito ufficiale della MotoGP.
    Prima i test 2023, poi l’operazione

    Rimane ancora una gara per i piloti della MotoGP prima che inizino i test 2023 di Valencia, la stessa pista sulla quale si assegnerà il mondiale e anche il circuito sul quale Mir prenderà per la prima volta in mano le redini della RC213V, la moto che guiderà dall’anno prossimo affiancando Marc Marquez. Dopo i test, però Mir potrebbe sottoporsi all’intervento chirurgico. “Penso che possa essere una buona opzione. Sinceramente, se metti tutto insieme e pensiamo al motivo per cui abbiamo avuto questo problema… non so, ma le cose possono peggiorare”, ha concluso lo spagnolo sempre più convinto di mettersi sotto i ferri per risolvere un problema che potrebbe penalizzarlo nel 2023 quando sarà chiamato alla nuova avventura con Honda. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Mir: “Chiudere forte la stagione in Suzuki”

    PHILIPP ISLAND – Sarà la pista di Phillip Island il teatro del rientro di Joan Mir dopo ben quattro gare di assenza. Superato l’infortunio alla caviglia subito nel GP d’Austria, lo spagnolo proverà a chiudere al massimo la stagione MotoGp, prima del passaggio in Honda della prossima stagione. “Sono molto contento di essere tornato. Il piede sta bene, la frattura sembra essersi consolidata – ha affermato Mir – e la stabilità del piede è migliorata rispetto Aragon. Ora mi aspetto di guidare al 100%”.
    “Tornare forti in queste tre gare”
    Per la Suzuki saranno gli ultimi tre appuntamenti in MotoGp, con Mir che punta alla conclusione della sua storia con la scuderia, valsa anche un titolo mondiale in classe regina nel 2020, nel migliore dei modi. “Non ci meritiamo di terminare così, con risultati non buoni. Ora la cosa più importante – conclude il classe 1997 – è andare forte in queste tre gare con la Suzuki e poi per pensare alla stagione 2023 ci sarà tempo”. LEGGI TUTTO