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    Nba, i Suns hanno una nuova proprietà: venduti per 4 miliardi di dollari

    PHOENIX (Stati Uniti) – Fumata bianca per i Phoenix Suns! La franchigia Nba ha trovato un nuovo proprietario: il miliardario americano Mat Ishbia, 42 anni, presidente e CEO della United Wholesale Mortgage (società nazionale di prestito ipotecario) ha infatti completato l’acquisto delle due franchigie NBA della capitale dell’Arizona, i Phoenix Suns e i Phoenix Mercury (Wnba), per la cifra record di 4 miliardi di dollari. L’ex proprietario Robert Sarver ha commentato in una nota: “Mat è il leader ideale per costruire sul DNA di successo del club (…) e guidare i Suns e Mercury nella prossima era”. L’accordo, che vedrà Ishbia e suo fratello Justin diventare proprietari di maggioranza, richiede ancora l’approvazione della Lega per essere pienamente convalidato. Sarver era stato bandito dalla Nba per un anno e condannato a pagare 10 milioni di dollari dopo una clamorosa polemica innescata dalle sue dichiarazioni razziste e misogine, con episodi di bullismo nei confronti dei dipendenti e, di conseguenza, costretto a mettere in vendita i Suns e le Mercury.Clicca qui per non perderti tutte le news ed i pronostici NBA LEGGI TUTTO

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    Nba, razzismo e sessismo: proprietario dei Suns sospeso un anno

    Brutte notizie per Robert Sarver: un anno di squalifica e una multa di dieci milioni di dollari. Questi i provvedimenti adottati dalla Nba nei confronti del proprietario dei Phoenix Suns, reo di una condotta che “viola chiaramente i normali standard sul posto di lavoro”. Dall’indagine risulta che Sarver ha utilizzato “un linguaggio indelicato dal punto di vista razziale” e si è reso colpevole di “trattamento iniquo nei confronti delle dipendenti donne e affermazioni e condotta sessiste”, con un trattamento verso i suoi impiegati che a volte è sfociato “nel bullismo”. La Nba non ha attuato sanzioni più pesanti in quanto è stato riconosciuto che questo suo comportamento non fosse motivato da “ostilità razziale o di genere”: nel 2014 Donald Sterling, allora proprietario dei Clippers, venne squalificato a vita e costretto a vendere la franchigia dopo la diffusione di alcuni audio privati in cui utilizzava un linguaggio razzista. Sarver, dal canto suo, sottolinea di non essere d’accordo con alcuni punti della relazione stilata nei suoi confronti ma ha voluto scusarsi “per le mie parole ed azioni che hanno offeso i nostri dipendenti. Mi assumo la piena responsabilità per quello che ho fatto”.Sullo stesso argomentoNba, accordo vicino per un torneo aggiuntivo dal 2023NBA LEGGI TUTTO

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    Nba, proprietario dei Suns accusato di razzismo e sessismo: sospeso un anno

    Un anno di squalifica e una multa di dieci milioni di dollari. Questi i provvedimenti adottati dalla Nba nei confronti del proprietario dei Phoenix Suns, Robert Sarver, reo di una condotta che “viola chiaramente i normali standard sul posto di lavoro”. Dall’indagine è emerso che Sarver ha utilizzato “un linguaggio indelicato dal punto di vista razziale” e si è reso colpevole di “trattamento iniquo nei confronti delle dipendenti donne e affermazioni e condotta sessiste”, con un trattamento riservato ai suoi impiegati che in alcuni casi è sfociato “nel bullismo”. A salvare il proprietario dei Suns da sanzioni più pesanti il fatto che la Nba abbia riconosciuto che questo suo comportamento non fosse motivato da “ostilità razziale o di genere”: nel 2014 Donald Sterling, allora proprietario dei Clippers, fu squalificato a vita e costretto a vendere la franchigia dopo la diffusione di alcuni audio privati in cui utilizzava un linguaggio razzista. Sarver, dal canto suo, sottolinea di non essere d’accordo con alcuni punti della relazione stilata nei suoi confronti ma ha voluto scusarsi “per le mie parole ed azioni che hanno offeso i nostri dipendenti. Mi assumo la piena responsabilità per quello che ho fatto”.Sullo stesso argomentoNBAGinobili nella Hall Of Fame Nba 2022: “Grazie Italia” LEGGI TUTTO

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    Playoff Nba: Phoenix in semifinale, Paul da record. Sixers e Dallas ok

    NEW ORLEANS (Stati Uniti) – Chris Paul da impazzire e prestazione record che spedisce i Suns in semifinale di Conference con il 109-155 che chiude la serie sul 4-2 contro New Orleans. CP3 registra una partita monstre, trascinando Phoenix con 33 punti e un 14/14 sul campo che vale la miglior prestazione della storia Nba in post season, mai nessuno infatti era riuscito a chiudere con una percentuale di tiro dal campo perfetta. Suns che piegano dunque i Pelicans, ai quali non bastano i 21 di Ingram, e in semifinale di Conference affronteranno Dallas.
    Dallas rimonta Utah e fa 4-2
    Anche i Mavericks chiudono la serie a gara 6 passando per 98-96 sul parquet di Utah. Gara combattuta e rimontata da Dallas con la decisiva tripla finale di Jalen Brunson, protagonista della serata insieme a Luka Doncic (24 punti per entrambi). Il fenomeno sloveno vince la sua prima serie playoff in Nba e stacca il pass per le semifinale, servirà invece un periodo di riflessione in casa Jazz ai quali non bastano i 23 punti di Mitchell.
    Embiid-Harden, Philadelphia asfalta Toronto
    Sorride anche Philadelphia che sull’asse Embiid-Harden costruisce la schiacciante vittoria che manda a casa Toronto. 33 punti per il centro camerunense, al momento in forma impressionante, spesso servito da The Beard che chiude con 22 punti e ben 15 assist. 132-97 il finale con i Raptors costretti ad arrendersi nonostante i 25 di Boucher. Per i Sixers in semifinale ci sarà Miami che ha eliminato per 4-1 Atlanta di Danilo Gallinari. LEGGI TUTTO

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    Nba, Antetokounmpo asfalta Chicago. Philadelphia vola con Harden

    NEW YORK (Stati Uniti) – I Philadelphia 76Sixers conquistano la 5° vittoria consecutiva contro i Cleveland Cavaliers grazie a Tyrese Maxey e all’ultimo acquisto del mercato James Harden, in una serata segnata anche dal successo proprio sulla sirena dei Suns contro i New York Knicks. I Sixers hanno vinto 125-119 con 33 punti di Maxey e ad un’altra prestazione importante – per la precisione 25 punti e 11 assist – proprio di Harden, ancora imbattuto dall’arrivo nella sua nuova squadra, ora seconda nella Eastern Conference dietro solo ai Miami Heat. Nell’altro duello in vetta alla Eastern Conferenze, i Bucks infliggono il quarto ko consecutivo ai Chicago Bulls (118-112), trascinati dal solito Giannis Antetokounmpo (34 punti, 16 rimbalzi, 5 assist decisivi). In vantaggio di 8 punti all’inizio del quarto periodo, i Bulls di Zach LaVine (30 punti) e DeMar DeRozan (29) non sono riescono a vincere sul parquet casalingo dello United Center. Ora sono quarti in classifica. Nella Western Conference, invece, da registrare la vittoria di Phoenix, che detiene attualmente il miglior record di tutta la Nba (51 v. – 12 d.), nonostante le pesanti assenze di Chris Paul (infortunato) e Devin Booker (protocollo Covid). I Suns hanno strappato la vittoria coi denti, 115-114 contro i New York Knicks, grazie al canestro da tre punti sulla sirena di Cameron Johnson. In vantaggio di 14 punti all’inizio del quarto quarto, i Knicks erano ancora avanti di due punti quando Alec Burks ha sbagliato il uo secondo tiro libero a disposizione a soli 7 secondi dalla fine. I Suns hanno preso il rimbalzo e hanno offerto a Johnson l’opportunità di infliggere ai newyorkesi la loro settima sconfitta consecutiva. Tra gli altri incontri della serata, grave ko anche (124-90) per gli Utah Jazz di Rudy Gobert (10 punti, 11 rimbalzi) e Donovan Mitchell (14 punti) contro i Pelicans di Brandon Ingram (29 punti, 8 rimbalzi, 6 assist). Vittoria, infine, anche dei Denver Nuggets 116-101 contro Houston, grazie al veterano DeMarcus Cousins, autore di 31 punti per sostituire l’Mvp Nikola Jokic, malato e assente. LEGGI TUTTO

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    Nba, Harden trascina i Sixers. Antetokounmpo stende i Bulls

    NEW YORK (Stati Uniti) – I Philadelphia 76Sixers hanno conquistato la loro 5° vittoria consecutiva, contro Cleveland, grazie a Tyrese Maxey e al nuovo acquisto di mercato James Harden, in una serata segnata anche dalla vittoria sulla sirena dei Suns contro i New York Knicks. I Sixers hanno vinto 125-119 grazie ai 33 punti di Maxey e ad un’altra prestazione importante – 25 punti e 11 assist – di Harden, ancora imbattuto dall’arrivo nella sua nuova squadra, ora seconda nella Eastern Conference dietro ai Miami Heat. Nell’altro duello in vetta alla Eastern, i Bucks infliggono il quarto ko di fila ai Chicago Bulls (118-112), trascinati dal solito implacabile Giannis Antetokounmpo (34 punti, 16 rimbalzi, 5 assist decisivi). In vantaggio di otto punti all’inizio del quarto quarto, i Bulls di Zach LaVine (30 punti) e DeMar DeRozan (29) non sono comunque riusciti a vincere sul parquet casalingo dello United Center. Ora sono quarti. Nella Western Conference, invece, da registrare la vittoria di Phoenix, che detiene attualmente il miglior record della Nba (51 v. – 12 d.), nonostante le pesanti assenze di Chris Paul (infortunato) e Devin Booker (protocollo Covid). I Suns hanno strappato la vittoria, 115-114 contro i New York Knicks, grazie al canestro da da tre punti sulla sirena di Cameron Johnson. In vantaggio di 14 punti all’inizio del quarto quarto, i Knicks erano ancora avanti di due punti quando Alec Burks ha sbagliato il secondo tiro libero a disposizione a soli 7 secondi dalla fine. I Suns hanno preso il rimbalzo e hanno offerto a Johnson l’opportunità di infliggere ai newyorkesi la loro settima sconfitta consecutiva. Tra gli altri incontri della serata, grave ko (124-90) per gli Utah Jazz di Rudy Gobert (10 punti, 11 rimbalzi) e Donovan Mitchell (14 punti) coi Pelicans di Brandon Ingram (29 punti, 8 rimbalzi, 6 assist). Da segnalare anche la vittoria dei Denver Nuggets 116-101 contro Houston, grazie al veterano DeMarcus Cousins, autore di 31 punti per sostituire l’Mvp Nikola Jokic, malato e assente. LEGGI TUTTO

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    Nba, Phoenix primi ad Ovest. Morant trascina Memphis

    I Memphis Grizzlies centrano la loro decima vittoria consecutiva in regular season, battendo 116-108 i Golden State Warriors trascinati dai 29 punti di Ja Morant e confermandosi in quarta posizione nel girone Ovest. Williams chiude con 17 punti (massimo stagionale), gli stessi realizzati da Jones (letale da tre con il suo 5/5). Golden State perde contatto col match nell’ultimo quarto, dove segna solo 18 punti: non basta la tripla doppia di Steph Curry (la seconda in stagione): sono 27 punti con 8/21 al tiro, a cui si aggiungono 10 rimbalzi e 10 assist per il n°30 della squadra di San Francisco. Altra partenza da titolare e altri 20 minuti in campo per Klay Thompson che chiude con 14 punti, 5/13 al tiro, 3 rimbalzi e 3 assist. Vincono anche i Phoenix Suns, che hanno la meglio 99-95 sui Toronto Raptors: Booker chiude con 16 punti e il canestro del sorpasso a un minuto dalla sirena, Paul aggiunge 15 punti e 12 assist e così i Suns interrompono la striscia di sei successi dei Raptors. Non bastano a Toronto i 25 punti di Anunoby, i 22 di Siakam e i 21 di VanVleet: Suns che si confermano primi ad Ovest, con Toronto che invece vede interrompersi la striscia di sei vittorie di fila. Successo anche per i Chicago Bulls, che restano in test alla classifica ad Est grazie al 133-87 rifilato ai Detroit Pistons: DeRozan chiude con 20 punti, 12 rimbalzi e 7 assist, con Chicago che si gode il successo più ampio in stagione (ben 46 lunghezze di scarto). Decisivo il 17-0 di parziale arrivato nel terzo quarto che toglie i Pistons dalla gara. 
    Nba, Gallinari ko nel match coi Clippers
    Nba, perdono tutte le big: ko Brooklyn, Milwaukee e Utah
    Clippers e Wizards ko, Timberwolves sconfitti
    I Los Angeles Clippers rimontano nell’ultima frazione e battono 87-85 i Denver Nuggets: sotto anche di 25 punti, i californiani approfittano di un’ultima frazione da 19 punti complessivi di Denver per portare a casa una vittoria pesantissima in chiave playoff. Protagonista Coffey con 18 punti e 7 assist. Non basta a Denver un Aaron Gordon ispirato da 30 punti e 12 rimbalzi, che sulla sirena sbaglia il tap-in che sarebbe servito per andare all’overtime e che si aggiunge a un Nikola Jokic da 21 punti, 13 rimbalzi e 8 assist con 9/14 al tiro. Vincono in volata anche i Washington Wizards, che superano 122-118 gli Oklahoma City Thunder grazie alla tripla a 30 secondi dalla fine di Caldwell-Pope: 29 punti per Kuzma e 22 con 10 assist per Dinwiddie, con il rookie Kispert in quintetto al posto dell’assente Beal: non bastano ai Thunder i 32 punti di Gilgeous-Alexander per evitare la quinta sconfitta di fila. Ko invece i Minnesota Timberwolves, sorpresi 128-125 dai New Orleans Pelicans: grande partita di Ingram che con 33 punti e 9 assist trascina i suoi al successo. Non bastano a Minnesota i 28 punti di Edwards, i 26 e 8 rimbalzi di Karl-Anthony Towns e i 18 con 10 assist di D’Angelo Russell. LEGGI TUTTO