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    Serie A2, la ventiquattresima giornata ai nastri di partenza

    A rompere gli indugi ci penseranno la Basket Foxes Giussano e la Autosped BCC Derthona Basket (sabato, ore 15). Perdere la sfida con San Giovanni Valdarno è costato alle lombarde l’ottavo posto e di conseguenza l’ultimo spot per i play-off; un calendario difficile porrà le padrone di casa contro la prima della classe e servirà la forma migliore per conquistare la vittoria. Le piemontesi non hanno intenzione di cedere il passo alle inseguitrici, consce di dover fare un ultimo sforzo prima di assicurarsi matematicamente il primo posto in classifica; la trasferta brianzola potrebbe già valere la post-season con due turni di anticipo, per questo vincere avrebbe una doppia valenza.
    Il programma proseguirà con la sfida tra San Giorgio MantovAgricoltura e Basket Roma (sabato, ore 18.30). Tre vittorie consecutive, ma il quinto posto non permette alle lombarde di avere il fattore campo, perciò servirà allungare questa striscia positiva e contemporaneamente sperare nel passo falso delle rivali per scalare le gerarchie. Le capitoline cercheranno di onorare la loro stagione provando ad ottenere quanti più successi in questo rush finale di campionato; il successo sul parquet di Mantova darebbe ulteriore fiducia alle ragazze di coach Bongiorno.
    Partita tra i lati opposti della classifica quella tra Stella Azzurra Roma e Polisportiva A. Galli San Giovanni Valdarno (sabato, ore 20). Abbandonare l’ultimo posto in classifica non sarà semplice dovendo affrontare un impegno tanto proibitivo; la vittoria significherebbe interrompere un lungo periodo senza sorrisi, per questo le romane faranno di tutto per regalare ai propri tifosi una gioia nelle battute finali di campionato. Le toscane hanno la certezza di chiudere la regular season sul podio, tuttavia non si sono di certo arrese alla possibilità di ritornare almeno al secondo posto; nonostante l’avversaria in difficoltà, le ospiti non dovranno abbassare la guardia cercando di chiudere i giochi al più presto.
    Duello a bassa quota tra Tecnoengineering Moncalieri e Dimensione Bagno Carugate (sabato, ore 20.30). La pesante sconfitta nel derby con Derthona non deve abbattere le piemontesi che avranno possibilità di riscattarsi in questo scontro diretto con in palio il dodicesimo posto in classifica. Le lombarde non hanno molto da chiedere a questo finale di stagione, tuttavia la possibilità di mettere a debita distanza le avversarie sarà l’ultimo desiderio da soddisfare in questo mese di aprile.
    Il primo posticipo del Girone A sarà quello tra CLV-Limonta Costa Masnaga e Techfind San Salvatore Selargius (domenica, ore 16). Sebbene la vetta della classifica è quasi impossibile da raggiungere, la squadra di coach Andreoli ha bisogno di vincere per mantenere il secondo posto e proseguire con questa striscia di successi ormai aperta da tre mesi. La compagine sarda non è matematicamente certa dei play-off, per questo motivo lotterà con le unghie e con i denti pur di fare lo scalpo alla seconda forza della classe, interrompendo così il loro lungo momento di gloria.
    Antipasto di play-off nella gara tra USE Rosa Scotti Empoli e Logiman Broni (domenica, ore 18). Le toscane sentono il fiato sul collo delle inseguitrici e dopo la sconfitta dello scorso weekend, vincere è diventato un obbligo a cui far fronte; lo scontro di domenica ha già il sapore di post-season con le padrone di casa che possono accorciare di fatto il distacco con le rivali. Le pavesi hanno aperto una striscia convincente di vittorie che vogliono portare avanti per mantenere il fattore campo ai play-off, già conquistato la scorsa settimana; la trasferta di Empoli non sarà una prova tanto facile da affrontare, ma le ragazze di coach Magagnoli sono determinate a chiudere al meglio la loro stagione.
    Punti pesanti in palio nello scontro diretto tra Torino Teen Basket e Cestistica Spezzina (domenica, ore 18). Ultima chiamata per le torinesi che in caso di successo possono ancora sperare di giocarsi le loro chance per approdare ai play-off; la sconfitta di fronte al pubblico di casa sarebbe un doppio colpo sulla schiena perché spegnerebbe tutte le loro ambizioni. Trasferta ostica per le liguri reduci da quattro vittorie di fila, ma con il futuro in bilico vista la distanza minima con Giussano; l’ottavo posto è ancora tutto da definire, tuttavia se la squadra di coach Corsolini dovesse conquistare i due punti vedrebbe la linea del traguardo sempre più vicina.GIRONE BSfida nella zona calda della classifica quella tra Basket Girls Ancona e Pallacanestro Vigarano (sabato, ore 18.30). Le marchigiane vogliono interrompere un digiuno di vittorie che dura da oltre sette giornate e per farlo dovranno difendere le mura amiche dall’assalto della squadra penultima in classifica. Le ferraresi sono troppo lontane per raggiungere il dodicesimo posto, ma hanno bisogno di un successo per non rimanere incollate al fanalino di coda, per questo motivo l’obiettivo sarà quello di uscire con due punti da questa trasferta.
    Prosegue il programma con la gara che vedrà di fronte Alperia Basket Club Bolzano e W.APU Delser Crich Udine (sabato, ore 18.30). Fare lo sgambetto alla capolista significherebbe con ogni probabilità conquistare la post-season con due turni di anticipo, tuttavia la squadra altoatesina dovrà sudare le proverbiali sette camicie per non uscire sconfitta di fronte al proprio pubblico. Le friulane – forti del primo posto matematico dopo aver ribaltato lo scontro diretto con Alpo – cercheranno di chiudere il nuovo anno da imbattute, allungando la striscia di successi consecutivi a quindici tra campionato e Coppa Italia.
    Duello in zona play-off con la Futurosa Trieste iVision che affronterà il Posaclima Ponzano (sabato, ore 19). Il fattore campo non è ancora cosa fatta per la compagine giuliana che proverà a difendere le mura dell’Allianz Dome sperando nel passo falso delle inseguitrici. Alla compagine veneta invece serve una vittoria per non sentire più il fiato sul collo delle avversarie, un successo che di fatto le avvicinerebbe sempre di più alla post-season.
    Luci puntate sull’interessante match tra Halley Thunder Matelica e Velcofin Interlocks Vicenza (sabato, ore 20). Dopo aver conquistato con la matematica l’accesso ai play-off in seguito al successo su Vigarano, le marchigiane puntano a scalare le gerarchie con il quarto posto a portata di mano e che significherebbe fattore campo. Per le vicentine si tratterà dell’ultima flebile speranza per agguantare l’ottavo posto in classifica all’ultima giornata, un obiettivo tanto ambizioso quanto complicato da raggiungere; tuttavia, espugnare un parquet così ostico darebbe loro un finale di stagione con maggiori consapevolezze.
    Ambizioni e obiettivi chiari nella gara che coinvolgerà Ecodem Alpo e PF Umbertide (sabato, ore 20.30). La sconfitta nello scontro diretto con Udine ha spento i sogni delle venete, le quali non potranno fare altro che difendere il loro secondo posto con Roseto in agguato; la squadra è pronta a vendicarsi del k.o. mostrando al proprio pubblico tutte le ambizioni in vista della post-season. La compagine umbra si potrà giocare le ultime chance per avvicinarsi a Ponzano, ma servirà conquistare due punti su uno dei parquet più complicati del girone e la contemporanea sconfitta delle rivali.
    Il derby veneto tra Wave Thermal Abano Terme e Martina Treviso (sabato, ore 20.30) chiuderà la prima parte di gare del Girone B. Le aponensi desiderano concludere la loro stagione abbandonando l’ultimo posto in classifica, per questo motivo proveranno a rompere le uova nel paniere di una squadra in piena lotta per ottenere il fattore campo. Le trevigiane sono stazionarie al quinto posto, ma per avere un vantaggio ai play-off dovranno uscire da questa trasferta con una vittoria – la seconda consecutiva – e proseguire con questo trend fino alla fine della stagione regolare.
    ARAN Cucine Panthers Roseto e Solmec Rhodigium Basket (domenica, ore 18) se la vedranno nel posticipo del ventiquattresimo turno. Per scacciare la brutta sconfitta di Ponzano, le abruzzesi avranno bisogno di tutto il supporto del proprio pubblico per uscire trionfanti da questa partita; il secondo posto è ancora a portata di mano, ma non sarà più permesso sbagliare da qui fino all’ultima giornata. Le ospiti non hanno molto da chiedere a questo finale di campionato, però possono mantenere alto l’onore facendo lo scalpo ad una delle migliori della classe, provando così a finire nelle prime dieci del Girone B. LEGGI TUTTO

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    Vittoria Blasigh, la vita di una “freshman” ai piedi dell’Oceano

    Per lasciare la propria terra e affrontare un’avventura oltreoceano serve un cuore temerario e tanta forza di volontà. Vittoria Blasigh – playmaker classe 2004 – ha scelto di lasciare la sua Udine per la Florida, nella fattispecie Tampa, dove ha disputato il suo anno da freshman con i Bulls della University of South Florida.Come stai Vittoria e come ti senti dopo aver vissuto questa prima stagione in NCAA?“Io sto bene e qui mi sono trovata molto bene, a parte all’inizio della stagione dove ovviamente ho incontrato le prime difficoltà. È stato difficile dovermi abituare con la lingua e in generale qui è tutto un altro ambiente, un’esperienza mai provata prima. Devo ringraziare le mie compagne e i miei allenatori che mi hanno aiutata, così piano piano mi sono ambientata e adesso sto benissimo, non sono per niente pentita della scelta che ho fatto.”Da ragazza che ha vissuto l’esperienza in prima linea ti chiedo: chi vincerà il titolo NCAA e quale giocatrice ti ha impressionato di più?“Secondo me il titolo lo vincerà una tra Caitlin Clark [Iowa Hawkeyes, ndr] e Paige Bueckers [UConn Huskies, ndr]. Ci sono state alcune giocatrici che mi hanno impressionato particolarmente: una è la mia compagna di squadra Aerial Wilson, perché mi ha insegnato come essere costante e come lavorare duro ogni giorno; non è una giocatrice tecnicamente troppo forte, però ha la mentalità giusta e mi ha aiutato tantissimo soprattutto all’inizio quando facevamo il carico dei pesi. Qui i livelli di peso sono veramente assurdi e lei mi diceva sempre di non mollare mai, di continuare a lavorare; quindi mi ha aiutata sia a capire come funziona sia come compagna di squadra a tutto tondo. Una giocatrice contro cui ho giocato che mi ha impressionato tecnicamente è stata Danae McNeal [East Carolina University, ndr], altrimenti ti direi senza dubbio proprio Paige Bueckers.”A 19 anni hai già avuto esperienze in Italia, Spagna e adesso negli Stati Uniti. Quali fatti hanno avuto maggior impatto sulla tua crescita e quali differenze hai notato in particolare?“L’impatto più grande l’ho avuto con la sala pesi [ride, ndr]. Sì, la sala pesi è stata tanto difficile, mi veniva da piangere a pensare a tutto quel carico di lavoro, per questo non è stato semplice ambientarmi. Con l’inglese anche ho fatto un po’ fatica, perché sebbene lo abbia parlato durante la mia stagione in Spagna comunque qui è diverso, però poi dopo due settimane mi sono trovata davvero meglio anche con la lingua. Il carico di lavoro devo dire che è totalmente un’altra cosa. In Italia non avevo mai lavorato così tanto con i pesi, non avevo mai fatto così tante sessioni in palestra. Fuori dal campo qui è tutto più facile: tutti ti sorridono, non ti piovono addosso critiche per una partita sbagliata, le persone sono piacevoli; poi la vita all’interno del campus è tutta da vivere, perché conosci un sacco di nuove facce con cui magari ti incontri e ti saluti alla fine di una lezione, tutti estremamente positivi, ma questo lo avevo notato anche in Spagna mentre purtroppo non mi è capitato in Italia.”Come ti sei sentita a passare dal giocare nei palazzetti di provincia alle arene americane, quali sensazioni ti ha dato questo cambiamento?“Qui la vivi diversamente, perché entri in campo e c’è già la banda che suona dai quaranta minuti del riscaldamento fino alla fine della partita. Anche dalla panchina senti un’energia completamente diversa rispetto a quella per esempio che ho percepito in Italia, cioè non ho mai giocato in A1 quindi non l’ho provato direttamente sulla pelle, però l’energia anche a prima vista è sicuramente diversa.”Rimaniamo in tema basket, ma passiamo alle tue origini: ti sei tenuta aggiornata sulla stagione di Udine?“Sì ho seguito e sto seguendo tutt’ora le bellissima stagione che stanno facendo. Nonostante l’infortunio di Sara [Ronchi, ndr] hanno mantenuto il loro equilibrio – soprattutto senza una giocatrice che conta veramente tanto nell’economia della squadra – e quindi devo fare tantissimi complimenti a Massimo [Riga, ndr] anche per la conquista della Coppa Italia. Io gli sarò sempre grata, perché l’ho avuto come allenatore e mi ha cresciuto tantissimo. Lui è uno che lavora tanto e bene, è un allenatore che fa crescere le giovani giocatrici, prendo di nuovo l’esempio di Sara: lei in due anni è cresciuta tantissimo e ha fatto vedere tante buone cose. È una società che consiglio per chi avrà la fortuna di giocarci, perché Massimo è super ed è uno dei migliori allenatori che ho avuto. A me è dispiaciuto tanto doverlo salutare un anno prima di andare al college, però ho dovuto farlo per me stessa, perché non ero pronta per fare un salto così netto dall’Italia agli Stati Uniti. Avevo bisogno di un anno per capire se effettivamente potessi fare questa esperienza dall’altra parte del mondo oppure no.”Non solo le divise di Udine, Las Palmas e University of South Florida, ma anche quella della Nazionale italiana dove per ora hai fatto tutta la trafila delle giovanili. Quali sono le sensazioni che si provano ad indossare una canotta del genere, cantare l’inno e arrivare a conquistare un bronzo europeo?“La cosa bella della medaglia di bronzo è quella di finire un torneo vincendo [ride, ndr]. La maglia della Nazionale è sempre un’emozione, soprattutto quando lavori tutta l’estate e ti ritrovi con le tue compagne forti con cui hai legato e insieme avete un obiettivo preciso. Purtroppo come sempre vince la Spagna [ride, ndr], però davvero una grandissima emozione. Ogni volta che indosso quella maglia lì mi dico che devo dare tutto, perché bisogna vincere e bisogna fare bene.”Alla fine della settimana, proprio nel giorno in cui ci saranno le Finali NCAA, festeggerai il tuo ventesimo compleanno. Quali sono i tre aggettivi che descrivono Vittoria Blasigh e quali aspetti senti di dover migliorare?“I tre aggettivi per descrivermi sono sicuramente competitiva, molto umile e riservata. Gli aspetti su cui sento di dover migliorare sono la costanza, perché durante la stagione vorrei evitare di avere partite da 35 punti e poi magari quella successiva dove ne segno appena 6, quindi devo migliorare anche nella mentalità; so di dover lavorare negli altri aspetti del gioco che non siano segnare, perciò quando non vado a canestro mi devo concentrare sulla difesa, andare a prendere i rimbalzi o fare assist alle compagne; mentre nell’aspetto fisico del gioco devo migliorare dal punto di vista della velocità e nella velocità di rilascio, quest’ultimo è proprio un aspetto in cui voglio lavorare in estate con i miei coach.” LEGGI TUTTO

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    Vittoria Blasigh, la vita di una “freshman” ai piedi dell’Oceano

    Per lasciare la propria terra e affrontare un’avventura oltreoceano serve un cuore temerario e tanta forza di volontà. Vittoria Blasigh – playmaker classe 2004 – ha scelto di lasciare la sua Udine per la Florida, nella fattispecie Tampa, dove ha disputato il suo anno da freshman con i Bulls della University of South Florida.Come stai Vittoria e come ti senti dopo aver vissuto questa prima stagione in NCAA?“Io sto bene e qui mi sono trovata molto bene, a parte all’inizio della stagione dove ovviamente ho incontrato le prime difficoltà. È stato difficile dovermi abituare con la lingua e in generale qui è tutto un altro ambiente, un’esperienza mai provata prima. Devo ringraziare le mie compagne e i miei allenatori che mi hanno aiutata, così piano piano mi sono ambientata e adesso sto benissimo, non sono per niente pentita della scelta che ho fatto.”Da ragazza che ha vissuto l’esperienza in prima linea ti chiedo: chi vincerà il titolo NCAA e quale giocatrice ti ha impressionato di più?“Secondo me il titolo lo vincerà una tra Caitlin Clark [Iowa Hawkeyes, ndr] e Paige Bueckers [UConn Huskies, ndr]. Ci sono state alcune giocatrici che mi hanno impressionato particolarmente: una è la mia compagna di squadra Aerial Wilson, perché mi ha insegnato come essere costante e come lavorare duro ogni giorno; non è una giocatrice tecnicamente troppo forte, però ha la mentalità giusta e mi ha aiutato tantissimo soprattutto all’inizio quando facevamo il carico dei pesi. Qui i livelli di peso sono veramente assurdi e lei mi diceva sempre di non mollare mai, di continuare a lavorare; quindi mi ha aiutata sia a capire come funziona sia come compagna di squadra a tutto tondo. Una giocatrice contro cui ho giocato che mi ha impressionato tecnicamente è stata Danae McNeal [East Carolina University, ndr], altrimenti ti direi senza dubbio proprio Paige Bueckers.”A 19 anni hai già avuto esperienze in Italia, Spagna e adesso negli Stati Uniti. Quali fatti hanno avuto maggior impatto sulla tua crescita e quali differenze hai notato in particolare?“L’impatto più grande l’ho avuto con la sala pesi [ride, ndr]. Sì, la sala pesi è stata tanto difficile, mi veniva da piangere a pensare a tutto quel carico di lavoro, per questo non è stato semplice ambientarmi. Con l’inglese anche ho fatto un po’ fatica, perché sebbene lo abbia parlato durante la mia stagione in Spagna comunque qui è diverso, però poi dopo due settimane mi sono trovata davvero meglio anche con la lingua. Il carico di lavoro devo dire che è totalmente un’altra cosa. In Italia non avevo mai lavorato così tanto con i pesi, non avevo mai fatto così tante sessioni in palestra. Fuori dal campo qui è tutto più facile: tutti ti sorridono, non ti piovono addosso critiche per una partita sbagliata, le persone sono piacevoli; poi la vita all’interno del campus è tutta da vivere, perché conosci un sacco di nuove facce con cui magari ti incontri e ti saluti alla fine di una lezione, tutti estremamente positivi, ma questo lo avevo notato anche in Spagna mentre purtroppo non mi è capitato in Italia.”Come ti sei sentita a passare dal giocare nei palazzetti di provincia alle arene americane, quali sensazioni ti ha dato questo cambiamento?“Qui la vivi diversamente, perché entri in campo e c’è già la banda che suona dai quaranta minuti del riscaldamento fino alla fine della partita. Anche dalla panchina senti un’energia completamente diversa rispetto a quella per esempio che ho percepito in Italia, cioè non ho mai giocato in A1 quindi non l’ho provato direttamente sulla pelle, però l’energia anche a prima vista è sicuramente diversa.”Rimaniamo in tema basket, ma passiamo alle tue origini: ti sei tenuta aggiornata sulla stagione di Udine?“Sì ho seguito e sto seguendo tutt’ora le bellissima stagione che stanno facendo. Nonostante l’infortunio di Sara [Ronchi, ndr] hanno mantenuto il loro equilibrio – soprattutto senza una giocatrice che conta veramente tanto nell’economia della squadra – e quindi devo fare tantissimi complimenti a Massimo [Riga, ndr] anche per la conquista della Coppa Italia. Io gli sarò sempre grata, perché l’ho avuto come allenatore e mi ha cresciuto tantissimo. Lui è uno che lavora tanto e bene, è un allenatore che fa crescere le giovani giocatrici, prendo di nuovo l’esempio di Sara: lei in due anni è cresciuta tantissimo e ha fatto vedere tante buone cose. È una società che consiglio per chi avrà la fortuna di giocarci, perché Massimo è super ed è uno dei migliori allenatori che ho avuto. A me è dispiaciuto tanto doverlo salutare un anno prima di andare al college, però ho dovuto farlo per me stessa, perché non ero pronta per fare un salto così netto dall’Italia agli Stati Uniti. Avevo bisogno di un anno per capire se effettivamente potessi fare questa esperienza dall’altra parte del mondo oppure no.”Non solo le divise di Udine, Las Palmas e University of South Florida, ma anche quella della Nazionale italiana dove per ora hai fatto tutta la trafila delle giovanili. Quali sono le sensazioni che si provano ad indossare una canotta del genere, cantare l’inno e arrivare a conquistare un bronzo europeo?“La cosa bella della medaglia di bronzo è quella di finire un torneo vincendo [ride, ndr]. La maglia della Nazionale è sempre un’emozione, soprattutto quando lavori tutta l’estate e ti ritrovi con le tue compagne forti con cui hai legato e insieme avete un obiettivo preciso. Purtroppo come sempre vince la Spagna [ride, ndr], però davvero una grandissima emozione. Ogni volta che indosso quella maglia lì mi dico che devo dare tutto, perché bisogna vincere e bisogna fare bene.”Alla fine della settimana, proprio nel giorno in cui ci saranno le Finali NCAA, festeggerai il tuo ventesimo compleanno. Quali sono i tre aggettivi che descrivono Vittoria Blasigh e quali aspetti senti di dover migliorare?“I tre aggettivi per descrivermi sono sicuramente competitiva, molto umile e riservata. Gli aspetti su cui sento di dover migliorare sono la costanza, perché durante la stagione vorrei evitare di avere partite da 35 punti e poi magari quella successiva dove ne segno appena 6, quindi devo migliorare anche nella mentalità; so di dover lavorare negli altri aspetti del gioco che non siano segnare, perciò quando non vado a canestro mi devo concentrare sulla difesa, andare a prendere i rimbalzi o fare assist alle compagne; mentre nell’aspetto fisico del gioco devo migliorare dal punto di vista della velocità e nella velocità di rilascio, quest’ultimo è proprio un aspetto in cui voglio lavorare in estate con i miei coach.” LEGGI TUTTO

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    A Roseto del Abruzzi la HBS Group Final Eight Coppa Italia Serie A2

    È ufficiale il programma delle partite della HBS Group Final Eight Coppa Italia Serie A2 che si disputeranno presso il PalaMaggetti di Roseto degli Abruzzi nei giorni 8-9-10 marzo 2024.Venerdì 8 marzo 2024Quarti di FinaleQF 1 • W. APU Delser Crich Udine vs Logiman Broni – ore 14:30QF 2 • Autosped BCC Derthona Basket vs Ecodem Alpo – ore 16:30QF 3 • Polisportiva A. Galli San Giovanni Valdarno vs Halley Thunder Matelica – ore 18:30QF 4 • Aran Cucine Panthers Roseto vs Techfind San Salvatore Selargius – ore 20:30Sabato 9 Marzo 2024SemifinaliSF 1 • Vincente QF 3 vs Vincente QF 1 – ore 17:00SF 2 • Vincente QF 4 vs Vincente QF 2 – ore 19:15Domenica 10 Marzo 2024Finale • Vincente SF 2 vs vincente SF 1 – ore 17:00La manifestazione, che mette a confronto le migliori otto squadre del campionato di Serie A2 al termine del girone d’andata, è organizzata in collaborazione con l’A.S.D. Roseto Eventi, il Comune di Roseto degli Abruzzi e il Comitato Regionale FIP Abruzzo. LEGGI TUTTO

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    Debora Gonzalez è il simbolo dell’ambiziosa Matelica

    A pochi giorni dalla settima giornata di campionato, la Halley Thunder Matelica continua a sognare in grande, forte delle quattro vittorie consecutive che stanno permettendo loro di occupare la quarta posizione in classifica con una gara da recuperare. Nell’ultimo turno infatti non si è disputato lo scontro al vertice contro la W.APU Delser Crich Udine – rimandato al 6 dicembre – ma il record di quattro vittorie e una sola sconfitta mostra come la compagine marchigiana sia ben più di semplice comparsa. Non solo l’attacco più prolifico della Serie A2 (dopo cinque partite) con 76.2 punti a partita, ma è anche la squadra che cattura più rimbalzi con 45.0 di media e anche quella che fa registrare la valutazione complessiva più alta con 88.8; tuttavia questi sono solo numeri grezzi rispetto a quanto di buono coach Domenico Sorgentone e le sue ragazze hanno fatto vedere in questi primi quaranta giorni. La Halley Thunder ha ambizioni differenti rispetto alle due passate stagioni, sviluppate attraverso un processo graduale in cui la fretta non è certamente alla base delle idee del Presidente Euro Gatti e ha un minimo comune denominatore che risponde al nome di Débora Gonzàlez. La playmaker italo/argentina – originaria di Lomas de Zamora, ma di formazione cestistica italiana – sta consolidando il suo status di giocatrice simbolo di Matelica: miglior realizzatrice della serie cadetta con 22.4 punti a partita,  seconda per assist distribuiti con 5.2, terza per recuperi con 3.2 e al primo posto per valutazione media con 25.2, un’autentica trascinatrice. È proprio la classe 1990 a raccontarci le sue impressioni riguardo l’inizio di stagione, lasciandoci inoltre qualche aneddoto su ciò che ha reso “Pepo” questo tipo di giocatrice.
    Miglior realizzatrice del campionato di Serie A2 e la Halley Thunder Matelica in striscia positiva da quattro partite. Che tipo di aria si respira e quali sensazioni hai in questo momento?Siamo cresciute molto di settimana in settimana, soprattutto dopo la sconfitta contro una squadra forte e attrezzata come la Ecodem Alpo; successivamente abbiamo tirato su la testa, consapevoli dei nostri mezzi a disposizione e abbiamo ottenuto quattro vittorie consecutive. Se sono la miglior realizzatrice del campionato il merito va alle mie compagne che fanno davvero tanto in campo e si fidano di me, perciò io non potrei essere più felice del gruppo e dei risultati che stiamo ottenendo.
    Oltre ad essere una scorer di alto livello primeggi anche in altre statistiche come assist, palle rubate, valutazione e sei costantemente presente a rimbalzo. Possiamo dire quindi che Débora Gonzàlez è molto più di una giocatrice che “sa fare canestro”?Certamente, ma penso principalmente sia grazie all’esperienza acquisita in tutti questi anni: in A2 ci sono tantissime giocatrici giovani e a volte mi basta leggere uno sguardo per sapere dove andrà la palla così da essere sempre un secondo avanti a loro; per quanto riguarda i passaggi decisivi alle compagne, anche qui la carta dell’esperienza gioca un fattore importante, oltre però all’intesa formidabile che abbiamo tutte insieme.
    Il presidente è entusiasta dell’ambiente e della squadra, così come dei risultati ottenuti perciò le ambizioni si fanno sempre più grandi col tempo che passa. Voi come gruppo quali tipo di obiettivi a breve e lungo termine vi siete prefissati?Quando sono arrivata qui, la società disputava il campionato di Serie B e l’obiettivo era vincere qualche partita. Anno dopo anno il roster si è attrezzato sempre meglio fino alla conquista della promozione in Serie A2; poi abbiamo iniziato a mettere l’asticella sempre più in alto passando dalla salvezza ai play-off e così ogni stagione ce ne poniamo uno diverso. Ovviamente tutte vogliono arrivare alla Coppa Italia o alla promozione in A1, noi lasciamo che sia il tempo a parlare e le nostre capacità, poiché vedremo davvero di che pasta siamo fatte. Secondo me possiamo arrivare davvero in alto, ma siamo solamente agli inizi e anche altre rivali con obiettivi simili stanno capendo come compattarsi per puntare successivamente a qualcosa di più importante.
    Dopo tutti questi anni ormai la città di Matelica ti ha reso il suo simbolo, ma vista la tua esperienza in A1 e in generale nella pallacanestro, quale è stato l’impatto che hai avuto con la città appena sei arrivata?Quando sono arrivata qui sono rimasta colpita a livello emotivo. Io avevo appena terminato l’esperienza con Napoli che era fallita, poi sono andata all’Athena Roma e il destino è stato il medesimo, perciò ne venivo da esperienze deludenti a causa di chi non ha vero interesse verso la pallacanestro e verso le giocatrici. Ero abbattuta e non volevo più saperne di giocare, ma qualche tempo dopo è arrivata l’Halley Thunder Matelica che ha riacceso la mia passione per questo sport. Posso dire quasi di essere cresciuta insieme a questo progetto e a questo sogno, ci ha coinvolto entrambi emotivamente e piano piano anche la gente della città ha cominciato a crederci venendo al palazzetto per tifarci e sognare insieme a noi. 
    Sapendo quanto voi sudamericani siate legati alla vostra città e alle vostre usanze, quanto ti manca l’Argentina e indossare la maglia albiceleste?Certamente! Casa è casa e c’è la mia famiglia, però anche qui in Italia le mie abitudini non le perdo. Il mate [the tipico dell’Argentina, ndr] mi “segue” sempre, per me è come una religione: al mattino si beve mate, al pomeriggio si beve mate, in compagnia si beve mate; per noi significa unione, è qualcosa da condividere in qualsiasi momento così come qui si usa andare a prendere un caffè tutti insieme. Allo stesso modo posso dire che indossare la maglia della nazionale è sempre stato tutto per me: a volte la gente fatica a credermi quando glielo racconto, ma quando qui tutti erano in vacanza io andavo in Argentina per allenarmi e giocare i tornei con la nazionale; inoltre non avevo nemmeno il tempo di stare un po’ con la mia famiglia perché ricominciava la stagione e dovevo tornare in Italia. Questo per dire che indossare quei colori rappresenta tutto per me, sentire l’inno nazionale, partecipare alle varie competizioni, perciò tornare in Argentina senza fare le vacanze non è mai stato un peso, anzi semmai un onore. Ho anche un tatuaggio che rappresenta il mio paese, perché volevo qualcosa riguardante le mie origini che rimanesse sempre con me in maniera indelebile. Sono ovviamente legata anche all’Italia e tifo per le ragazze quando giocano in nazionale, però non fatemi scegliere quale delle due preferisco perché non posso rispondere [ride, ndr].
    C’è una giocatrice con cui hai sempre sognato di misurarti o a cui ti sei ispirata nella tua carriera?Per mia fortuna ho avuto l’opportunità di giocare contro la mia giocatrice preferita che è Diana Taurasi. Lei ha origini argentine e io ho potuto regalarle personalmente – in quanto capitano – una maglia della nostra nazionale con stampate sopra il suo cognome e il suo numero. Giocarci contro è stato davvero un privilegio, ma non solo: mi ha anche fatto un fallaccio dopo pochi minuti che eravamo in campo ed è venuta subito a chiedermi scusa per l’accaduto. Qui in Italia invece ho avuto la possibilità di giocare contro e in squadra insieme a Chicca Macchi che reputo la giocatrice italiana più forte della storia, senza nulla togliere a talenti attuali come Matilde [Villa, ndr] o Cecilia [Zandalasini, ndr] per esempio che fanno a gara per chi prenderà il suo testimone, però Chicca la reputo su un altro livello. Posso dire di aver giocato contro l’élite della pallacanestro femminile, perciò alzo le mani e mi reputo davvero fortunata per quanto raggiunto nella mia carriera. LEGGI TUTTO

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    Debora Gonzalez è il simbolo dell’ambiziosa Matelica

    A pochi giorni dalla settima giornata di campionato, la Halley Thunder Matelica continua a sognare in grande, forte delle quattro vittorie consecutive che stanno permettendo loro di occupare la quarta posizione in classifica con una gara da recuperare. Nell’ultimo turno infatti non si è disputato lo scontro al vertice contro la W.APU Delser Crich Udine – rimandato al 6 dicembre – ma il record di quattro vittorie e una sola sconfitta mostra come la compagine marchigiana sia ben più di semplice comparsa. Non solo l’attacco più prolifico della Serie A2 (dopo cinque partite) con 76.2 punti a partita, ma è anche la squadra che cattura più rimbalzi con 45.0 di media e anche quella che fa registrare la valutazione complessiva più alta con 88.8; tuttavia questi sono solo numeri grezzi rispetto a quanto di buono coach Domenico Sorgentone e le sue ragazze hanno fatto vedere in questi primi quaranta giorni. La Halley Thunder ha ambizioni differenti rispetto alle due passate stagioni, sviluppate attraverso un processo graduale in cui la fretta non è certamente alla base delle idee del Presidente Euro Gatti e ha un minimo comune denominatore che risponde al nome di Débora Gonzàlez. La playmaker italo/argentina – originaria di Lomas de Zamora, ma di formazione cestistica italiana – sta consolidando il suo status di giocatrice simbolo di Matelica: miglior realizzatrice della serie cadetta con 22.4 punti a partita,  seconda per assist distribuiti con 5.2, terza per recuperi con 3.2 e al primo posto per valutazione media con 25.2, un’autentica trascinatrice. È proprio la classe 1990 a raccontarci le sue impressioni riguardo l’inizio di stagione, lasciandoci inoltre qualche aneddoto su ciò che ha reso “Pepo” questo tipo di giocatrice.
    Miglior realizzatrice del campionato di Serie A2 e la Halley Thunder Matelica in striscia positiva da quattro partite. Che tipo di aria si respira e quali sensazioni hai in questo momento?Siamo cresciute molto di settimana in settimana, soprattutto dopo la sconfitta contro una squadra forte e attrezzata come la Ecodem Alpo; successivamente abbiamo tirato su la testa, consapevoli dei nostri mezzi a disposizione e abbiamo ottenuto quattro vittorie consecutive. Se sono la miglior realizzatrice del campionato il merito va alle mie compagne che fanno davvero tanto in campo e si fidano di me, perciò io non potrei essere più felice del gruppo e dei risultati che stiamo ottenendo.
    Oltre ad essere una scorer di alto livello primeggi anche in altre statistiche come assist, palle rubate, valutazione e sei costantemente presente a rimbalzo. Possiamo dire quindi che Débora Gonzàlez è molto più di una giocatrice che “sa fare canestro”?Certamente, ma penso principalmente sia grazie all’esperienza acquisita in tutti questi anni: in A2 ci sono tantissime giocatrici giovani e a volte mi basta leggere uno sguardo per sapere dove andrà la palla così da essere sempre un secondo avanti a loro; per quanto riguarda i passaggi decisivi alle compagne, anche qui la carta dell’esperienza gioca un fattore importante, oltre però all’intesa formidabile che abbiamo tutte insieme.
    Il presidente è entusiasta dell’ambiente e della squadra, così come dei risultati ottenuti perciò le ambizioni si fanno sempre più grandi col tempo che passa. Voi come gruppo quali tipo di obiettivi a breve e lungo termine vi siete prefissati?Quando sono arrivata qui, la società disputava il campionato di Serie B e l’obiettivo era vincere qualche partita. Anno dopo anno il roster si è attrezzato sempre meglio fino alla conquista della promozione in Serie A2; poi abbiamo iniziato a mettere l’asticella sempre più in alto passando dalla salvezza ai play-off e così ogni stagione ce ne poniamo uno diverso. Ovviamente tutte vogliono arrivare alla Coppa Italia o alla promozione in A1, noi lasciamo che sia il tempo a parlare e le nostre capacità, poiché vedremo davvero di che pasta siamo fatte. Secondo me possiamo arrivare davvero in alto, ma siamo solamente agli inizi e anche altre rivali con obiettivi simili stanno capendo come compattarsi per puntare successivamente a qualcosa di più importante.
    Dopo tutti questi anni ormai la città di Matelica ti ha reso il suo simbolo, ma vista la tua esperienza in A1 e in generale nella pallacanestro, quale è stato l’impatto che hai avuto con la città appena sei arrivata?Quando sono arrivata qui sono rimasta colpita a livello emotivo. Io avevo appena terminato l’esperienza con Napoli che era fallita, poi sono andata all’Athena Roma e il destino è stato il medesimo, perciò ne venivo da esperienze deludenti a causa di chi non ha vero interesse verso la pallacanestro e verso le giocatrici. Ero abbattuta e non volevo più saperne di giocare, ma qualche tempo dopo è arrivata l’Halley Thunder Matelica che ha riacceso la mia passione per questo sport. Posso dire quasi di essere cresciuta insieme a questo progetto e a questo sogno, ci ha coinvolto entrambi emotivamente e piano piano anche la gente della città ha cominciato a crederci venendo al palazzetto per tifarci e sognare insieme a noi. 
    Sapendo quanto voi sudamericani siate legati alla vostra città e alle vostre usanze, quanto ti manca l’Argentina e indossare la maglia albiceleste?Certamente! Casa è casa e c’è la mia famiglia, però anche qui in Italia le mie abitudini non le perdo. Il mate [the tipico dell’Argentina, ndr] mi “segue” sempre, per me è come una religione: al mattino si beve mate, al pomeriggio si beve mate, in compagnia si beve mate; per noi significa unione, è qualcosa da condividere in qualsiasi momento così come qui si usa andare a prendere un caffè tutti insieme. Allo stesso modo posso dire che indossare la maglia della nazionale è sempre stato tutto per me: a volte la gente fatica a credermi quando glielo racconto, ma quando qui tutti erano in vacanza io andavo in Argentina per allenarmi e giocare i tornei con la nazionale; inoltre non avevo nemmeno il tempo di stare un po’ con la mia famiglia perché ricominciava la stagione e dovevo tornare in Italia. Questo per dire che indossare quei colori rappresenta tutto per me, sentire l’inno nazionale, partecipare alle varie competizioni, perciò tornare in Argentina senza fare le vacanze non è mai stato un peso, anzi semmai un onore. Ho anche un tatuaggio che rappresenta il mio paese, perché volevo qualcosa riguardante le mie origini che rimanesse sempre con me in maniera indelebile. Sono ovviamente legata anche all’Italia e tifo per le ragazze quando giocano in nazionale, però non fatemi scegliere quale delle due preferisco perché non posso rispondere [ride, ndr].
    C’è una giocatrice con cui hai sempre sognato di misurarti o a cui ti sei ispirata nella tua carriera?Per mia fortuna ho avuto l’opportunità di giocare contro la mia giocatrice preferita che è Diana Taurasi. Lei ha origini argentine e io ho potuto regalarle personalmente – in quanto capitano – una maglia della nostra nazionale con stampate sopra il suo cognome e il suo numero. Giocarci contro è stato davvero un privilegio, ma non solo: mi ha anche fatto un fallaccio dopo pochi minuti che eravamo in campo ed è venuta subito a chiedermi scusa per l’accaduto. Qui in Italia invece ho avuto la possibilità di giocare contro e in squadra insieme a Chicca Macchi che reputo la giocatrice italiana più forte della storia, senza nulla togliere a talenti attuali come Matilde [Villa, ndr] o Cecilia [Zandalasini, ndr] per esempio che fanno a gara per chi prenderà il suo testimone, però Chicca la reputo su un altro livello. Posso dire di aver giocato contro l’élite della pallacanestro femminile, perciò alzo le mani e mi reputo davvero fortunata per quanto raggiunto nella mia carriera. LEGGI TUTTO

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    Campobasso contro Ragusa è supersfida in diretta su Rai Sport

    La Serie A1 torna nuovamente in Rai, grazie al grande lavoro della Federazione Italiana Pallacanestro e Lega Basket Femminile, un accordo di grande importanza per l’intero movimento. Ad aprire le danze il match della quarta giornata di Techfind Serie A1 tra Magnolia Campobasso e Passalacqua Ragusa, domenica 22 ottobre alle 20 su Rai Sport HD, canale 58: una sfida interessante, un derby tra due realtà di riferimento del basket femminile nel meridione.LE DUE PROTAGONISTERagusa è in Serie A1 dal 2013, ha raggiunto una storica finale scudetto nel suo primo anno in Serie A e ha vinto due Coppe Italia. Oltre a ciò, ha cresciuto talenti cestistici di altissimo livello, come quello di Awak Kuier, oggi alla Reyer Venezia e seconda scelta al draft WNBA 2021. Grazie al sostegno dello storico sponsor Passalacqua, la Virtus Eirene è stata per anni la principale rivale di Schio, e ha saputo riempire il PalaMinardi di persone di ogni età, creando una vera e propria cultura cestistica in città.Discorso simile anche per la Magnolia Campobasso: il progetto, nato nel 2017 grazie al sostegno dello storico brand di pasta “La Molisana”, si proponeva di dare al Molise una realtà cestistica di vertice e i risultati sono stati ampiamente raggiunti. A testimoniarlo, l’organizzazione della Final Eight di Coppa Italia 2023, e la costante presenza ai vertici del campionato della squadra molisana.IN QUESTA STAGIONEPer la Magnolia, questa è la prima annata senza Robyn Parks, con tante giocatrici chiamate perciò a dare il proprio contributo: Kunaiyi-Akpanah è in grado di andare in doppia doppia ogni sera, e accanto a lei Mistinova e Dedic stanno facendo vedere delle buone cose. L’inizio di stagione è stato molto buono, con una difesa di altissimo livello, marchio di fabbrica di coach Sabatelli, e con una sola sconfitta arrivata contro Schio.Ragusa ha iniziato la stagione mettendo in difficoltà la Virtus Bologna, ma nel match contro il Geas non ha saputo confermare quanto di buono aveva fatto vedere. La squadra è ancora a zero punti, ma può risalire grazie ai nomi importanti che annovera: la coppia Spreafico-Milazzo vede due delle migliori play-guardie italiane in circolazione, accanto alle ottime lunghe Juskaite e Chidom.L’EXChi ha conosciuto entrambe le realtà è Martina Kacerik, attualmente a Campobasso, ma pronta ad affrontare la sua ex squadra.Che effetto ti fa giocare contro Ragusa?Fa sempre un po’ strano, anche se la squadra è cambiata molto e molte mie compagne non giocano più lì. L’anno scorso mi ha fatto molto effetto, ma comunque mi dà anche molta carica e mi incentiva a fare bene.Qual è il ricordo più bello che hai degli anni in Sicilia?Il primo anno. Arrivavo da alcuni anni difficili, ma a Ragusa ho sentito subito il calore del pubblico, oltre che la fiducia dell’allenatore e delle compagne. Ho giocato solo sei partite perché poi mi sono infortunata, però ho costruito tanta fiducia in me stessa che poi mi sono portata dietro.Parlando di Campobasso, come sta andando questo inizio di stagione?Bene, abbiamo fatto una bella preparazione, con tanta attenzione sul gioco in transizione, per provare a prendere più tiri. Nelle prime due partite abbiamo giocato bene, nell’ultima con Schio ci è mancata un po’ di cattiveria, però recuperare da -22 non era scontato e da quello dobbiamo ripartire.Che ruolo senti di avere tu in questa squadra rivoluzionata?Mi piace essere quello che serve, anche perché posso giocare in più ruoli. Mi piace molto anche essere quella che tira su gli animi, senza lasciarmi trasportare dalle emozioni negative come prima ero più propensa a fare.Sei cresciuta in un settore giovanile del nord, ma stai trovando la tua dimensione al sud, come è stata questa transizione?Arrivare in contesti come Ragusa e Campobasso è stato molto bello per me, perché mi sono ritrovata in due realtà in cui il basket è molto importante. I palazzetti sono sempre pieni la domenica e questo ci aiuta. Forse è questo quello che al sud si sente di più: il calore del pubblico e il fatto che ci sia sempre anche nelle sconfitte.Che effetto fa sapere di essere la prima partita in RAI dopo tanti anni per il basket femminile?Una bella sensazione, un punto di partenza su cui si dovrà spingere perché ci meritiamo il giusto palcoscenico. È una cosa che è stata voluta fortemente, speriamo di vederla accadere sempre più spesso.La quarta giornata sarà disponibile su LBF TV. Si inizia sabato alle 19 con Sassari-Schio. Domenica alle 15 Bologna-Faenza, poi quattro partite alle 18: Roma-Battipaglia, Geas-San Martino, Venezia Milano. LEGGI TUTTO

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    Campobasso contro Ragusa è supersfida

    La Serie A1 torna nuovamente in Rai, grazie al grande lavoro della Federazione Italiana Pallacanestro e Lega Basket Femminile, un accordo di grande importanza per l’intero movimento. Ad aprire le danze il match della quarta giornata di Techfind Serie A1 tra Magnolia Campobasso e Passalacqua Ragusa, domenica 22 ottobre alle 20 su Rai Sport HD, canale 58: una sfida interessante, un derby tra due realtà di riferimento del basket femminile nel meridione.LE DUE PROTAGONISTERagusa è in Serie A1 dal 2013, ha raggiunto una storica finale scudetto nel suo primo anno in Serie A e ha vinto due Coppe Italia. Oltre a ciò, ha cresciuto talenti cestistici di altissimo livello, come quello di Awak Kuier, oggi alla Reyer Venezia e seconda scelta al draft WNBA 2021. Grazie al sostegno dello storico sponsor Passalacqua, la Virtus Eirene è stata per anni la principale rivale di Schio, e ha saputo riempire il PalaMinardi di persone di ogni età, creando una vera e propria cultura cestistica in città.Discorso simile anche per la Magnolia Campobasso: il progetto, nato nel 2017 grazie al sostegno dello storico brand di pasta “La Molisana”, si proponeva di dare al Molise una realtà cestistica di vertice e i risultati sono stati ampiamente raggiunti. A testimoniarlo, l’organizzazione della Final Eight di Coppa Italia 2023, e la costante presenza ai vertici del campionato della squadra molisana.IN QUESTA STAGIONEPer la Magnolia, questa è la prima annata senza Robyn Parks, con tante giocatrici chiamate perciò a dare il proprio contributo: Kunaiyi-Akpanah è in grado di andare in doppia doppia ogni sera, e accanto a lei Mistinova e Dedic stanno facendo vedere delle buone cose. L’inizio di stagione è stato molto buono, con una difesa di altissimo livello, marchio di fabbrica di coach Sabatelli, e con una sola sconfitta arrivata contro Schio.Ragusa ha iniziato la stagione mettendo in difficoltà la Virtus Bologna, ma nel match contro il Geas non ha saputo confermare quanto di buono aveva fatto vedere. La squadra è ancora a zero punti, ma può risalire grazie ai nomi importanti che annovera: la coppia Spreafico-Milazzo vede due delle migliori play-guardie italiane in circolazione, accanto alle ottime lunghe Juskaite e Chidom.L’EXChi ha conosciuto entrambe le realtà è Martina Kacerik, attualmente a Campobasso, ma pronta ad affrontare la sua ex squadra.Che effetto ti fa giocare contro Ragusa?Fa sempre un po’ strano, anche se la squadra è cambiata molto e molte mie compagne non giocano più lì. L’anno scorso mi ha fatto molto effetto, ma comunque mi dà anche molta carica e mi incentiva a fare bene.Qual è il ricordo più bello che hai degli anni in Sicilia?Il primo anno. Arrivavo da alcuni anni difficili, ma a Ragusa ho sentito subito il calore del pubblico, oltre che la fiducia dell’allenatore e delle compagne. Ho giocato solo sei partite perché poi mi sono infortunata, però ho costruito tanta fiducia in me stessa che poi mi sono portata dietro.Parlando di Campobasso, come sta andando questo inizio di stagione?Bene, abbiamo fatto una bella preparazione, con tanta attenzione sul gioco in transizione, per provare a prendere più tiri. Nelle prime due partite abbiamo giocato bene, nell’ultima con Schio ci è mancata un po’ di cattiveria, però recuperare da -22 non era scontato e da quello dobbiamo ripartire.Che ruolo senti di avere tu in questa squadra rivoluzionata?Mi piace essere quello che serve, anche perché posso giocare in più ruoli. Mi piace molto anche essere quella che tira su gli animi, senza lasciarmi trasportare dalle emozioni negative come prima ero più propensa a fare.Sei cresciuta in un settore giovanile del nord, ma stai trovando la tua dimensione al sud, come è stata questa transizione?Arrivare in contesti come Ragusa e Campobasso è stato molto bello per me, perché mi sono ritrovata in due realtà in cui il basket è molto importante. I palazzetti sono sempre pieni la domenica e questo ci aiuta. Forse è questo quello che al sud si sente di più: il calore del pubblico e il fatto che ci sia sempre anche nelle sconfitte.Che effetto fa sapere di essere la prima partita in RAI dopo tanti anni per il basket femminile?Una bella sensazione, un punto di partenza su cui si dovrà spingere perché ci meritiamo il giusto palcoscenico. È una cosa che è stata voluta fortemente, speriamo di vederla accadere sempre più spesso.La quarta giornata sarà disponibile su LBF TV. Si inizia sabato alle 19 con Sassari-Schio. Domenica alle 15 Bologna-Faenza, poi quattro partite alle 18: Roma-Battipaglia, Geas-San Martino, Venezia Milano. LEGGI TUTTO